Conclusione
La legge del 9 Dicembre 1905 ha affermato la separazione fra la Chiesa e lo Stato. La questione della laicità non si pone più oggi negli stessi termini. Nel corso di un secolo la società francese è diventata, per effetto dell'immigrazione, diversa sul piano spirituale e religioso. Il nodo è oggi quello di dare il loro posto a nuove religioni, riuscendo allo stesso tempo nell'integrazione e lottando contro le strumentalizzazioni politico-religiose. Si tratta di conciliare l'unità nazionale e il rispetto delle diversità. La laicità, poiché permette di assicurare la possibilità d'una vita in comune, assume una nuova attualità. La convivenza è ormai una questione di primo piano.
Perciò, la libertà di coscienza, l'eguaglianza dei diritti, e la neutralità del potere politico devono recar vantaggio a tutti, qualunque siano le loro opzioni spirituali. Ma si tratta anche per lo Stato di riaffermare regole rigorose, affinché possa esser assicurata la possibilità di vivere insieme in una società pluralista. La laicità francese implica oggi di dar forza ai principi che la fondano, di rafforzare i servizi pubblici e di garantire il rispetto delle diversità spirituali. Perciò, lo Stato deve richiamare le amministrazioni all'obbligo di impedire pratiche pubbliche discriminatorie e all'adozione di regole ferme e chiare nel quadro d'una legge sulla laicità.
Un richiamo agli obblighi a cui sono tenute le amministrazioni
- Lottare fermamente contro il razzismo e l'antisemitismo. Invitare le amministrazioni alla più grande fermezza a questo riguardo, in particolare nell'ambito dell'istruzione pubblica.
- Far rispettare rigorosamente le regole dell'obbligo scolastico e il contenuto dei programmi.
- Fare della laicità un argomento fondamentale dell'educazione civica, in occasione in particolare di una «giornata dedicata a Marianne ».
- Assicurare meglio l'insegnamento dei fenomeni religiosi.
- Invitare le amministrazioni a prevedere cibi sostitutivi nelle mense pubbliche.
- Adottare solennemente una Carta della laicità da diffondere in varie circostanze quali: la consegna della scheda elettorale, la formazione iniziale degli operatori dei servizi pubblici, l'inaugurazione dell'anno scolastico, l'accoglienza degli immigrati – con o senza contratto firmato di accoglienza e d'integrazione – o l'acquisizione della nazionalità francese. La commissione auspica che essa sia anche affissa nei luoghi pubblici interessati.
- Inserire la laicità nel programma delle giornate di preparazione alla difesa nazionale.
- Invitare le amministrazioni a tener conto dei precetti religiosi nelle questioni funerarie.
L'eliminazione di pratiche pubbliche discriminatorie
- Incoraggiare l'abbattimento dei ghetti urbani e la riprogettazione delle città.
- Render possibile l'accesso alla scuola pubblica in tutti i comuni.
- Dare la priorità nei comuni alle strutture sportive che favoriscano l'integrazione sociale.
- In Alsazia-Mosella, includere l'Islam fra gli insegnamenti religiosi proposti e lasciar aperta la scelta di seguire o no un insegnamento religioso.
- Sopprimere gli Insegnamenti di Lingue e Culture d'Origine (ELCO) e sostituirli progressivamente con l'insegnamento di lingue vive. Deve esser previsto l'insegnamento di nuove lingue non statali (per esempio, berbero, curdo). Sviluppare l'apprendimento della lingua araba nel quadro dell'istruzione pubblica e non soltanto nelle scuole coraniche.
- Assicurare un insegnamento completo della nostra storia, integrandovi la schiavitù, la colonizzazione, la decolonizzazione e l'immigrazione.
- Riequilibrare il sostegno alle associazioni a vantaggio delle associazioni culturali.
- Reclutare cappellani musulmani nell'esercito e nelle prigioni.
- Creare un'autorità per la lotta contro le discriminazioni
- Dare alle correnti del libero pensiero e dell'umanesimo razionalista equo accesso alle trasmissioni televisive del servizio pubblico.
L'adozione d'una legge sulla laicità
Tale legge deve essere costruita su un duplice asse:
- la definizione delle regole di funzionamento dei servizi pubblici e delle imprese;
- il rispetto delle diversità spirituali presenti nel nostro Paese.
a) Il funzionamento dei servizi pubblici
- Affermare il rigoroso rispetto del principio di neutralità per tutti gli addetti ai servizi pubblici. Includere l'obbligo di neutralità del personale nei contratti con le imprese delegate alla fornitura di servizi pubblici e con quelle concorrenti al servizio pubblico. Contemporaneamente precisare che gli addetti ai servizi pubblici non possono essere ricusati in ragione del loro sesso, razza, religione o opinione.
- Prevedere che gli utenti dei servizi pubblici debbano uniformarsi alle esigenze di funzionamento dei servizi.
- Adottare per la scuola la seguente disposizione: « Nel rispetto della libertà di coscienza e del carattere proprio degli istituti privati sotto contratto, sono vietate nelle scuole elementari e secondarie di primo e secondo grado gli abbigliamenti e i simboli che manifestino un'appartenenza religiosa o politica. Ogni sanzione viene adeguata e assunta dopo che l'alunno è stato invitato ad uniformarsi alle regole »; questa disposizione dovrebbe esser inseparabile dall'esposizione delle seguenti motivazioni: « Gli abbigliamenti e i simboli religiosi vietati sono quelli visibilmente ostentati, come ad esempio una grande croce, il velo o una kippa. Non sono considerati simboli di ostentazione della propria fede religiosa quelli discreti come ad esempio medaglie, piccole croci, stelle di Davide, mani di Fatima, o piccoli Corani ».
- Prevedere nella legge sull'istruzione superiore la possibilità di adottare un regolamento interno che richiami gli studenti al rispetto delle regole relative al funzionamento del servizio pubblico.
- Completare la legge ospedaliera con il richiamo degli utenti ai loro obblighi, in particolare il divieto di rifiutare il personale curante o il rispetto delle regole d'igiene e di salute pubblica.
- Inserire nel codice del lavoro un articolo che metta le imprese in condizione di integrare il proprio regolamento interno con disposizioni relative all'abbigliamento e ai simboli religiosi, per ragioni di sicurezza, di contatto con la clientela o di pace sociale interna.
b) Il rispetto delle diversità spirituali
- Rendere le feste religiose del Kippur e dell'Aid-el-kébir giorni festivi in tutte le scuole della Repubblica.
- Nel mondo imprenditoriale, permettere ai dipendenti di scegliere una giornata di festa religiosa a credito di una giornata di ferie.
- Istituire una Scuola nazionale di studi islamici.
La commissione si è pronunciata all'unanimità dei presenti sull'insieme delle proposte e, con un'astensione, sulla proposta relativa al divieto di portare vesti e simboli religiosi e politici negli istituti d'istruzione. La commissione è convinta che le sue proposte possano rafforzare l'esistenza di valori comuni nel quadro di una laicità aperta e dinamica in grado di rappresentare un modello integrato e convergente. La laicità non è solo una regola del quadro istituzionale, è un valore fondante del patto repubblicano che permette di conciliare la convivenza col pluralismo e le diversità.