Il riordino dei cicli

La scuola di base

home page  Capitolo III    La scuola secondaria 

I criteri generali del curricolo

Il ciclo lungo settennale della scuola di base, in mezzo tra la scuola dell’infanzia e quella secondaria, si fonda sull’idea guida di un curricolo progressivo non più conclusivo dell’obbligo scolastico, caratterizzato dalla padronanza di competenze di base che si aprono a un successivo sviluppo.

L’unitarietà della scuola di base è il criterio fondamentale dell’articolazione del settennio. Il passaggio dagli ambiti più generali del sapere e dell’esperienza alle discipline più formalizzate non è nè lineare nè meccanico, non si può costruire per accumulo successivo, ma per progressive specificazioni all’interno di una formazione integrale della persona.

Nell’intero curricolo della scuola di base vengono a intrecciarsi l’esperienza personale dei discenti con l’utilizzazione graduale dei saperi formalizzati: le discipline scolastiche divengono strumenti conoscitivi con cui interpretare i vari campi del reale. La continuità con la scuola dell’infanzia, in termini curricolari, si esprime nel proseguire una riflessione che muove da un legame forte con le esperienze, passando via via a forme più pronunciate di astrazione; la continuità con la scuola secondaria si realizza mediante la ulteriore formalizzazione dei saperi in campi disciplinari saldandosi con il completamento dell’obbligo scolastico collocato nel ciclo secondario.

L’articolazione del settennio

Il carattere articolato della scuola di base deve correlarsi con quello unitario. Sono i due connotati che l’art. 3 della legge di riordino individua per la strutturazione del settennio. Articolazione significa individuazione di snodi. Per questo è necessario, anche per la scuola di base, un criterio ordinamentale nazionale che garantisca la unitarietà del sistema di istruzione.

  IPOTESI DI ARTICOLAZIONE

L'articolazione in due parti del settennio contiene il rischio di disperdere il significato innovativo della scuola di base, poiché essa verrebbe a essere costruita attraverso il semplice accorpamento - per di più ridotto di un anno - delle due scuole oggi esistenti. L'ipotesi più plausibile è così costruita:

  1. il primo biennio, di raccordo con la scuola dell’infanzia e volto all'alfabetizzazione funzionale al successivo quadro dei saperi;

  2. i tre anni centrali del settennio, in cui si sviluppa la rete curricolare che accompagna via via l’emergere dei nuclei disciplinari dagli ambiti iniziali più generali;

  3. l’ultimo biennio con un’attenzione specifica allo sviluppo di esperienze di continuità con il primi due anni della scuola secondaria nel quale si conclude l’obbligo scolastico.

L’organico funzionale consente la valorizzazione delle specifiche professionalità che si integrano, a condizione che siano garantiti insegnanti con preparazione adeguata alle esigenze delle diverse articolazioni. Nel triennio centrale si realizza, in modo più incisivo, un intreccio tra le professionalità docenti. Tale soluzione può porre problemi nella fase di prima realizzazione, ma diventa una risorsa per la costituzione di una “docenza integrata”.

La titolarità delle scuole a definire e gestire il curricolo obbligatorio (art. 8 del regolamento dell’autonomia) consente spazi di flessibilità nell’organizzazione della didattica, in cui tutti i docenti possano, con pari dignità, esprimere le proprie competenze professionali.  

La valutazione

Nella scuola di base la valutazione acquista una rilevanza particolare, anche perché la legge di riordino prevede un esame di Stato a conclusione del ciclo, con valenza orientativa per la scuola secondaria.

Una corretta valutazione, sia lungo il settennio sia in fase di esame conclusivo, richiede una chiara definizione dei profili di uscita, in una logica di progressività dell’intero ciclo di base.

  I tempi della scuola di base

  Si è  ipotizzato un monte ore annuale della scuola di base di 1.000 ore, equivalente a un orario settimanale di 30 ore, con un ampliamento fino ad un massimo di 10 ore settimanali per attività di arricchimento e sviluppo. A tale fine occorrerà avviare opportune intese con gli Enti Locali per la garanzia dei servizi di supporto, mense e trasporti nonché di idonee strutture edilizie.

Per il settennio pare coerente profilare l’ipotesi di una quota nazionale pari al 75% e di una quota alle istituzioni scolastiche pari al 25%, compresi i percorsi individualizzati.

I luoghi della scuola di base

L’idea guida è quella del campus con servizi comuni (laboratori, palestre, biblioteche ecc..). La via privilegiata è ubicare la scuola di base in un unico edificio. Qualora ciò non fosse possibile è auspicabile che sia comunque presente l’intero corso settennale in ogni singolo plesso, perché la scuola di base non costituisca l’assemblaggio meccanico di scuola elementare e media.

  I docenti della scuola di base

        Il ciclo lungo del settennio costituisce una opportunità per ridefinire il percorso dei docenti della nuova scuola di base, creando un reciproco arricchimento professionale fra docenti della scuola elementare e media.

Nella fase transitoria occorrerà definire un sistema di crediti, che tenga conto dei titoli formali già acquisiti e delle competenze maturate sul campo, e di debiti che dovranno essere  superati attraverso una specifica offerta formativa.

Al di là della fase transitoria , va definito un percorso di formazione iniziale per insegnare nell’intero settennio, secondo le flessibili articolazioni sopra ricordate.