Revisione dei quadri orario nei diversi ordini di scuola

Ambrogio Lorenzetti. Allegory of Good Government. Detail.

Revisione dei quadri orario nei diversi ordini di scuola - Sintesi del testo

DIMINUZIONE ORARI SCOLASTICI, SUPERAMENTO DELLA DUPLICAZIONE DI INDIRIZZI, REVISIONE DELLA COMPRESENZA

La razionalizzazione dei piani di studio di cui sopra dovrà comportare orari più contenuti, con il superamento della duplicazione di indirizzi e la revisione della compresenza, finalizzata a una maggiore estensione del servizio

SCUOLA DELL'INFANZIA

Possibilità di sezioni solo al mattino con un unico docente
Svolgimento dell'orario obbligatorio anche nella sola fascia antimeridiana, con una sola unità di personale docente per sezione. Le economie potranno consentire l'estensione del servizio.
Iscrizione dei bambini di 2/3 anni nei territori montani, piccole isole e piccoli comuni.
Possibilità di iscrizione di bambini tra i due e i tre anni nei territori montani, delle piccole isole e dei piccoli comuni.
Reintroduzione dell'istituto dell'anticipo
Reintroduzione dell'istituto dell'anticipo nei limiti delle disponibilità finanziarie esistenti.
Prosecuzione sezioni primavera
Prosecuzione e sviluppo delle c.d. "sezioni primavera".

SCUOLA PRIMARIA

Privilegiati docente unico e 24 ore settimanali
Privilegiata l'attivazioni di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali.
Le economie derivanti da tale modello didattico, allo stato non quantificabili, consentono di ottenere ulteriori risorse che potranno ridurre l'incidenza degli altri interventi.
Possibilità di 27, 30, 40 ore settimanali
Possibilità di una più ampia articolazione del tempo scuola, tenuto conto della domanda delle famiglie e della dotazione organica assegnata alle scuole, con le seguenti opzioni:
- 27 ore,
con esclusione delle attività opzionali facoltative;
- 30 ore,
comprensiva dell'orario opzionale facoltativo e con l'introduzione del maestro prevalente, nei limiti dell'organico assegnato, integrabile con le risorse disponibili presso le scuole.
- una estensione delle ore di lezione pari ad un massimo di 10 ore settimanali,
comprensive della mensa, ai sensi del decreto legislativo 59/2004.
Lingua inglese, insegnante specializzata
L'insegnamento della lingua inglese è affidato ad un insegnante di classe specializzato. Si dovrà prevedere un piano di formazione obbligatoria di 150/200 ore, come formatori i docenti specializzati e i docenti di lingua della scuola secondaria di I grado. In via transitoria, vi potrà essere un affiancamento da parte di un nucleo di docenti specializzati operanti presso ogni scuola, nonché, negli istituti comprensivi, da parte di docenti di lingua inglese e, fino all'a.s. 2010/2011, potranno continuare ad essere utilizzati anche docenti specialisti esterni alle classi, per l'intero orario settimanale di docenza (v. CCNL).

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

Tempo ordinario 29 ore settimanali
L'orario obbligatorio è di 29 ore settimanali (rispetto alle 32 attuali) con quadro orario previsto dall'allegato C al Dlgs n. 59/2004. Sono fatte salve le classi ad indirizzo musicale.
Riduzione del tempo prolungato e orario max 36 ore settimanali
Il tempo prolungato sarà mantenuto solo con: 1) attività in fascia pomeridiana per almeno tre giornate a settimana, 2) almeno un corso intero. L'orario massimo sarà di 36 ore per insegnamenti e attività.
Accorpamenti classi di abilitazione e revisione cattedre
Entro dicembre saranno definite le classi di abilitazione (art. 14 DLgs 59/2004) e la conseguente composizione delle cattedre, per superare la frammentazione degli insegnamenti, privilegiando quelli di base e aggregazioni umanistico letterarie, scientifico tecnologiche e linguistiche.

LICEI CLASSICI, LINGUISTICI, SCIENTIFICI E DELLE SCIENZE UMANE

Orario max 30 ore
L'orario obbligatorio sarà come massimo di 30 ore settimanali, con conseguente revisione come da allegato al Dlgs 226/ 2005.

LICEI ARTISTICI E I LICEI MUSICALI E COREUTICI

Orario 32 ore
L'orario obbligatorio di lezione sarà di 32 ore settimanali, con conseguente revisione come da allegato al Dlgs 226/ 2005.

ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI

Riduzione numero indirizzi
Per gli istituti tecnici e professionali, come da L. 40/2007, il numero degli indirizzi dovrà essere ridimensionato (v. documento finale di Commissione ministeriale).
Orario obbligatorio max 32 ore
L'orario obbligatorio delle lezioni non potrà essere superiore a 32 ore settimanali, comprensive delle ore di laboratorio.
Cessazioni sperimentazioni da a.s. 2009-2010
Dall'a.s. 2009/2010 non saranno attivate nelle prime classi le sperimentazioni ora in atto.

CENTRI D'ISTRUZIONE PER GLI ADULTI COMPRESI IST. SERALI DI II GRADO

Riorganizzazione, numero contenuto delle materie
Per i centri di istruzione per gli adulti, (compresi i corsi serali degli istituti di II grado) bisognerà ridefinire l'assetto organizzativo-didattico, prevedendo un numero contenuto di materie di insegnamento e legando l'autorizzazione dei corsi stessi al monitoraggio degli esiti finali.
Eventuali docenti in esubero
Eventuali docenti in esubero non potranno essere utilizzati in corsi o in moduli non ordinamentali

DOCENTI TECNICO-PRATICI

Riduzione del 30% di compresenze con il teorico, revisione delle loro funzioni e di quelli degli assistenti tecnici
Apposito intervento dovrà riguardare la figura del docente tecnico-pratico presente negli istituti di secondo grado, riducendo le compresenze con il titolare della cattedra di almeno il 30%, rispetto a quelle previste dagli ordinamenti vigenti, e la contemporanea revisione delle relative funzioni e di quelle dell'assistente tecnico.

Commento ADi

 

SCUOLA DELL'INFANZIA


Anticipo

Per quanto riguarda la reintroduzione dell' anticipo, rispetto al quale non ci siamo mai dichiarati aprioristicamente contrari, vanno però con chiarezza definiti i modi della sua realizzazione. Quale sarà il rapporto alunni/sezione in presenza di b ambini di 2 anni e 4 mesi? In questo documento si propongono solo aumenti degli alunni per classe (v. capitolo "Razionale ed efficiente utilizzo delle risorse umane"), e ci si dimentica delle situazioni come questa in cui devono essere diminuiti, o previste figure in appoggio.

Sezioni primavera

Le sezioni primavera rappresentano una modalità organizzativa che dovrebbe rispondere a esigenze reali delle famiglie, soprattutto laddove c'è carenza di nidi d'infanzia e/o le rette di questi ultimi sono eccessivamente elevate. Da questo punto di vista il giudizio è positivo, ma solo in astratto perché manca una verifica puntuale e rigorosa dei punti di forza e di debolezza di questo servizio, delle ragioni della sua limitata diffusione, delle aspettative dell'utenza ecc. Ci si imbatte ancora una volta in un procedere alla cieca senza mai programmare sulla base di dati precisi e certi.

SCUOLA PRIMARIA

E' ora di parlare chiaro.

Quando si trattano questioni delicate ed esplosive come quella dell'organizzazione della scuola primaria occorrono chiarezza, capacità di confronto e una rigorosa corrispondenza fra le dichiarazioni verbali e le decisioni scritte. Tutto questo non è avvenuto, si è proceduto in modo ambiguo, approssimativo, anacronistico e protervo. Il risultato è stato quello di impedire un dibattito serio di merito e di fare esplodere proteste che, purtroppo, si attestano sulla pura rivendicazione dello status quo.

Maestro unico e 24 ore settimali: il modello “privilegiato”

I ministri Gelmini e Tremonti non cedono sul "maestro unico", un'impostazione assolutamente anacronistica e nei fatti irrealizzabile. Non si è voluto ascoltare chi ha responsabilmente chiesto, come l'ADi, di modificarlo in "docente prevalente" e lo si è pervicacemente mantenuto sia nel Decreto 137/08 sia in questo piano-programma. Ma non solo, la situazione si aggrava con l'indicazione qui contenuta di "privilegiare" il modello a 24 ore settimanali, pur dando la "possibilità" di opzioni su 27, 30, 40 ore. Ci si chiede come saranno quantificati gli organici in una situazione in cui il modello a 24 ore settimanali, oggi inesistente, dovrebbe essere quello "privilegiato", mentre l'attuale modello dominante a 30 ore viene considerato "possibile" ma non garantito (a.s. 2007-2008 classi a 30 ore settimanali 49,8%, quelle a 27 ore solo il 4,9%-Fonte MIUR).

In breve, non vorremmo che si colpisse la grande maggioranza delle scuole organizzate su 30 ore che garantiscono due rientri pomeridiani per eliminare molte situazioni di spreco del Sud, dove le scuole con un organico attribuito per 30 ore settimanali funzionano solo al mattino e per 5 giorni).

Per quanto riguarda il Sud e le isole dovremmo chiederci perché in quelle zone non si riesce ad aprire la scuola al pomeriggio. E' responsabilità degli Enti Locali che non hanno mai predisposto le strutture necessarie (mensa ecc..), è una questione di disoccupazione femminile, è una questione "antropologica"? Sarebbe bene avviare indagini accurate. Comunque sia il risultato è l'assenza di tempi e di spazi in cui i bambini siano accolti, curati ed educati. Come si pensa di intervenire? Soltanto eliminando lo scandalo degli organici "gonfiati"? O non è il caso di affrontare la questione più in profondità insieme alle regioni e agli Enti Locali?

Tempo Pieno

E riprendiamo la questione del Tempo Pieno. Innanzitutto alcuni dati per poter meglio ragionare. Nel 2007-2008 il tempo pieno ha raggiunto in Italia il 25,2% del totale della classi. Ma come per i risultati PISA la media nazionale non dà un quadro corretto e illuminante della situazione. Per meglio capire occorre scomporre i dati a livello di macroaree e regionali. Ecco alcuni dati percentuali della diffusione delle classi a Tempo pieno relativi all'a.s. 2007-2008 (Fonte: Miur):
Nord Ovest:
Piemonte 50,9%,Liguria 37,1%,Lombardia 40,6%, Valle d'Aosta-;
Nord Est:
Veneto 15,2%,Trentino Alto Adige 37,9%, Friuli Venezia Giulia 34,3%,Emilia Romagna 42,2%;
Centro:
Toscana 40,4%,Marche 20,8%, Umbria 19,5%,Lazio 41,0%;
Sud:
Abruzzo 10,9%,Molise 0,7%, Campania 7,5%, Puglia 3,2%;
Sud Isole:
Basilicata 26,7%, Calabria 16,9%,Sicilia 3,5%,Sardegna 16,1%.

Una realtà estremamente differenziata, ma in continua crescita e che raggiunge in alcune zone del Paese più del 50% (v.Piemonte). Una questione, dunque, che va attentamente considerata.

A parole il ministro ha dichiarato di volere addirittura raddoppiare il Tempo Pieno. Ma queste due parole "Tempo Pieno", che nella tradizione normativa e pratica del nostro Paese hanno un significato preciso (doppio organico, per dirla brutalmente), scompaiono da leggi e decreti. Noi non apparteniamo ai sostenitori del Tempo Pieno nell'unica versione del doppio organico, ma non possiamo non convenire con coloro che oggi si sentono presi in giro. Se l'intenzione è quella di prevedere 40 ore di tempo scuola, ma con una diversa organizzazione (v. riforma Moratti) lo si deve dire esplicitamente, non giocare con le parole.

Per quel che ci riguarda non abbiamo mIai fatto mistero di ritenere che le 40 ore settimanali possano, senza pregiudizio per gli apprendimenti, essere organizzate con soluzioni meno dispendiose del doppio organico e quindi con possibilità di maggiore diffusione.

Tempo scuola e orario delle lezioni

A questo proposito crediamo che si debba fare chiarezza su una questione non secondaria: la distinzione fra ore di lezione e tempo scuola.

Non è vero che sia un continuum inscindibile, la distinzione viene fatta ovunque in Europa (v. indagine Eurydice), serve anche a superare l' impostazione estremamente dispendiosa esistente solo in Italia e insieme a ridare agli insegnanti un ruolo professionalmente più chiaro e qualificato.

Un solo esempio: le 10 ore settimanali previste per la mensa non sono ore di lezione (diversa è la situazione nella scuola dell'infanzia) e non devono essere necessariamente coperte da insegnanti. Abbiamo in Italia un numero di collaboratori che nessun altro Paese al mondo ha, non potrebbero essere riqualificati per svolgere questo servizio? Oppure ci sono le figure degli educatori, che hanno compiti di cura e di ricreazione e un più ampio orario di servizio, perché non introdurli? Il problema è che ogni volta che si sostengono queste cose di semplice buon senso, insorgono con motivazioni "pedagogiche" i sostenitori del doppio organico e, come noto, l'organico in Italia è intoccabile.

Se si riuscisse ad affrontare il problema superando preclusioni legate ai contratti scuola, alle questioni occupazionali degli insegnanti, all'incapacità di raccordo fra Enti Locali e scuola, forse la scuola migliorerebbe, in termini qualitativi e quantitativi. Anche in questo caso la decentralizzazione potrebbe aiutare.

ORARIO SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO


30-32 ore settimanali: un contenitore sufficiente secondo esperienze consolidate

Consideriamo il limite di 30 ore settimanali per i licei e di 32 ore per gli istituti tecnici e professionali un contenitore sufficiente. Questa affermazione ci deriva, non solo dal confronto con gli altri Paesi, ma anche dalla constatazione che attualmente, per rispondere ai bisogni degli studenti, la maggioranza degli istituti tecnici a 36 ore settimanali si è data un'organizzazione fondata su lezioni di 50', il che significa un orario effettivo di lezione di sole 30 ore settimanali (10'X36= 360'=6 ore), a cui si aggiungono di norma 2 ore settimanali di "ricreazione" (circa 20' giornalieri in 2 intervalli), per un orario complessivo settimanale di permanenza a scuola di 32 ore.

Come si vede nulla di nuovo sotto il sole. Il problema, come sempre, rimane quello dei contenuti e della contestuale capacità e "creatività" delle scuole di articolare al meglio l'orario degli studenti con l'orario "pieno" di cattedra dei docenti. Attualmente, tranne casi eccezionali, lo sconto fatto agli studenti è trasferito ai docenti, il cui orario settimanale di lezione passa automaticamente da 18 a 15 ore, spesso con un recupero delle 3 ore in attività del tutto inefficaci ai fini dell'insegnamento/apprendimento.
Ora se l'autonomia scolastica davvero decollerà, se si riusciranno a scongiurare "interventi corporativi" e assumere l'impostazione presente in tanti Paesi europei (dove le lezioni di 50', di 45' o anche di 40' non corrispondono a una diminuzione delle ore di lezione dei docenti), si potranno organizzare compresenze o aumenti effettivi di "lezioni" (con la doverosa distinzione fra "lezioni" e "ore"), a seconda degli interventi che si riterranno localmente più opportuni.

DOCENTI TECNICO PRATICI

E' sicuramente opportuna una revisione congiunta delle funzioni dei tecnico-pratici e degli assistenti tecnici, non altrettanto la diminuzione della compresenza dell'insegnante tecnico pratico con l'insegnante teorico, che comporterebbe, in moltissimi casi l'impossibilità di fare svolgere agli studenti reali attività laboratoriali, laddove i laboratori (quali quelli di chimica, meccanica, elettrotecnica, edilizia ecc..) comportano seri rischi per gli studenti se non sono adeguatamente gestiti e assistiti. Il tutto sarebbe aggravato dalla previsione dell'aumento del numero di allievi per classe.

ISTITUTI PROFESSIONALI

Si rinvia a quanto scritto nell' Introduzione


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