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Tserendozhiin Urtnasan, Mongolia |
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"Sto meditando di lasciare l'insegnamento" | ||||
"E' bello fare l'insegnante, ma io ho una famiglia da mantenere". Sebbene non sia nella sua natura, Tserendozhiin Urtnasan, un maetro elementare di 24 anni a Ulaanbataar, in Mongolia è costretto a "pensare sempre ai soldi. Tutti i giorni mi precipito fuori da scuola di corsa per andare al mercato e tirar su un po' di soldi". Descrive il suo stipendio mensile come "un'elemosina". Con sua moglie e sua figlia piccola, Tserendozhiin, deve vivere assieme ai suoceri. Spende il suo stipendio nelle pure necessità, mentre affitto ed elettricità sono pagati dai genitori di sua moglie. Ma Tserendozhiin vuole essere indipendente. "Non so come potremo farcela quando vivremo per conto nostro, ma dobbiamo assolutamente avere una casa nostra il prossimo anno"
Generazioni di mongoli hanno avuto instillato il principio che il capofamiglia deve provvedere alla sua famiglia. "Gli insegnanti maschi di scuola elementare con famiglia" dice Tserendozhiin, "sono rari come le mosche bianche". Il prestigio della professione è così basso che Tserendozhiin si vergogna di essere chiamato maestro in pubblico. Così quando è fuori dalla classe, istruisce i suoi alunni: "Bambini, quando salite sull'autobus, non c'è bisogno che mi urliate "maestrooo", capito?" L'autobus è sempre affollato, non ci sono posti vuoti. Il maestro e i bambini stanno in piedi, e questi hanno l'abitudine di urlare "Maestro, maestroo!, c'è un posto per lei qui" Questa perdita di status, secondo Tserendozhiin, è in parte dovuta al fatto che oggi nella scuola ci sono molti insegnanti non qualificati, più di 2000. Il sistema scolastico della Mongolia sta tentando di tenere il passo, dopo il passaggio da un sistema centralizzato ad uno aperto all'economia di mercato. "Molti bambini non hanno capito la lezione, oggi", dice Tserendozhiin. Imporre di imparare due alfabeti, il cirillico e il mongolico, è, lui teme, chiedere troppo ai bambini. Finiscono per confonderli. I libri di testo non vanno bene, "sono adatti solo per i bravi, mentre gli altri rimangono inevitabilemnte indietro". Quelli nelle scuole di campagna subiscono ritardi nella consegna dei libri e di altro materiale didattico. E' come se "questi bambini dovessero essere puniti perché vivono in campagna". Il risultato è che tutti vogliono trasferirsi in città. "Ma la vita nelle città presenta altri problemi: "I bambini delle città non conoscono nulla dei costumi mongolici e del mongolico modo di vita e sono facile preda di modelli sbagliati" dice Tserendozhiin.
Il massimo che si può fare in quest'epoca di incertezza è comunicare valori che lui considera importanti:" Se non impari nient'altro, almeno impara a essere buono. Non c'è bisogno che diventiamo tutti degli studiosi, ma dovremmo essere tutti persone per bene, "dice ai suoi alunni. Con disarmante onestà, Tserendozhiin ammette i suoi limiti, "Le insegnanti donne sanno fare cose che gli insegnanti uomini non sanno fare," dice, ricordando un episodio che gli è rimasto impresso. "Quando mi dimenticai di dire alla mia classe di un festival artistico per bambini, mi fecero notare che un'insegnante donna li avrebbe condotti personalmente". Da allora chiede che la sua classe abbia una donna come insegnante.
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