Introduzione di Silvia Faggioli

  Paul Robert rivisita le scuole finlandesi

  A distanza di tre anni dalla visita che lo portò a scrivere La Finlandia: un modello educativo per la Francia? I segreti di un successo, Paul Robert è tornato ad Helsinki per poter misurare di persona la natura e l'ampiezza degli eventuali cambiamenti, spinto anche dal fatto che la Francia sta per varare sul modello finlandese la riforma dei suoi licei, una riforma molto contestata e ora temporaneamente sospesa.

Nell'articolo di seguito pubblicato, L'educazione finlandese rivisitata, Paul Robert dà conto delle sue nuove impressioni, meno rosee delle precedenti e soprattutto critiche proprio verso quel liceo che la Francia vorrebbe imitare. Così, mentre il suo primo messaggio era stato un invito a seguire le orme del sistema scolastico finlandese, ora è un appello a non imitarne il modello liceale.

Prima di entrare nel merito del breve saggio di Robert, è perciò opportuno dare qualche sintetica indicazione sulla struttura del liceo finlandese, che qualcuno anche in Italia pare invocare, come ad esempio la Presidente della commissione Cultura della Camera, On.Valentina Aprea, nel suo intervento al seminario sul Liceo scientifico organizzato da Luigi Berlinguer l'1 e 2 Aprile 2009 a Roma.

  Il liceo finlandese

In Finlandia l'istruzione secondaria superiore si innesta su un percorso unitario di 9 anni, dai 7 ai 16 anni, e si divide in istruzione liceale e istruzione professionale, entrambe della durata di tre anni.

I moduli

Dalla fine degli anni Ottanta il liceo finlandese ha acquisito una struttura modulare. Ci sono voluti 12 anni per completare questa riforma, il cui primo passo è stata la soppressione, nel 1975, delle due separate filiere liceali, quella letteraria e quella scientifica.

La nuova struttura ha comportato il superamento della classe; al suo posto ci sono moduli, in parte simili a quelli che esistono all'università, sui quali gli studenti organizzano il loro percorso di studi. I moduli consistono complessivamente di 75 “corsi” nei 3 anni, ciascun corso è composto di 38 lezioni di 45' ripartite in 6 settimane (una media di circa 712 ore piene all'anno).

L'ultima settimana di ciascun corso è dedicata agli esami. Sui 75 corsi, 45 sono obbligatori, 30 sono a scelta (cioè il 40%). Questi ultimi possono consistere nell'approfondimento di un corso obbligatorio o in una nuova disciplina. Per esempio in storia i giovani sono tenuti a svolgere 6 corsi obbligatori, ma possono seguirne fino a 9. Certe discipline sono totalmente opzionali e variano da un liceo a un altro. Ciò permette ai liceali di definire l'identità del proprio percorso scolastico orientandolo su un campo di discipline piuttosto che su un altro, per esempio sulla musica oppure sulle scienze, ecc….

Percorsi e ritmi personalizzati, assenza di ripetenza dell'anno scolastico

Questa organizzazione è, nelle intenzioni, volta a sviluppare l'autonomia e la responsabilità dei liceali, che progrediscono secondo i loro ritmi.

Nel fare le proprie scelte gli studenti sono aiutati da esperti dell'orientamento, che li sostengono anche nell'acquisizione della propria autonomia. E' questo un punto fondamentale.

Non ci sono più ripetenze.

Gli studenti che non superano un corso, possono rifarlo senza dover ripetere l'intero anno.

Riserve sulla soppressione della classe, ma prevale il parere favorevole

Non tutti sono stati e sono d'accordo sulla soppressione della classe e alcuni rimpiangono le relazioni che, a loro avviso, si potevano costruire condividendo con gli studenti un intero anno scolastico entro una classe. Tuttavia, secondo Paul Robert, i fautori dei moduli sono in maggioranza soprattutto fra gli studenti, per i quali la molteplicità dei corsi offre possibilità molto maggiori di stabilire amicizie o di fare incontri d'amore rispetto a una classe circoscritta a venticinque o trenta studenti.

Inoltre si dichiarano molto contenti della possibilità di scelta offerta dal sistema modulare.

Nè appare veritiera l'affermazione secondo cui la classe favorirebbe relazioni più strette con gli insegnanti rispetto ai moduli. In Finlandia le relazioni sono comunque improntate ad una grande familiarità, tanto che i ragazzi possono interpellare i loro professori anche al cellulare.

Gli aspetti negativi del liceo finlandese

Uno degli aspetti più negativi del liceo con il quale i finlandesi stanno facendo i conti è l'abbandono sempre più frequente di questa scuola da parte dei ragazzi, i quali si orientano in numero crescente verso gli istituti professionali. La modularità per essere efficace deve avere come base ragazzi autonomi, responsabili e ben organizzati. Nella fascia di età liceale questa indispensabile maturità è più presente nelle ragazze, più inclini alla disciplina e all'impegno scolastico, molto meno nei ragazzi.

Ora, dice Robert, “i finlandesi, sebbene siano campioni nell'uguaglianza tra i sessi, desiderano tuttavia conservare una proporzione ragionevole di teste pensanti maschili.”

Sono già stati messi in campo dispositivi per aiutare gli studenti a definire il loro percorso in un sistema così complesso come quello liceale, tuttavia non paiono sufficienti. Per questo è probabile che avvengano dei cambiamenti. Alcune scuole, facendo leva sulla loro autonomia, hanno già anticipato i tempi e, per evitare scelte affrettate e permettere un passaggio più graduale verso la personalizzazione del percorso, propongono ai loro studenti un programma di corsi obbligatori strutturati per i primi due periodi (l'anno scolatico è diviso di norma in 5 periodi di 6 settimane ciascuno). Questa modifica dovrebbe, lentamente, essere estesa a tutti i licei.

Un'altra critica che viene fatta al sistema modulare è di ordine economico: sempre più studenti impiegano più di tre anni, mentre inizialmente si pensava che la flessibilità avrebbe favorito la conclusione del liceo addirittura in due anni. Oggi, al contrario, gli studenti finscono per passare sui banchi di scuola anche quattro o più anni. Questo, specialmente in un periodo di recessione economica, finisce per essere troppo costoso

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