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Notizie in breve ...

Aprile 2008


 Un libro interessante sul successo educativo della Finlandia (17-04-08)

Il Café Pédagogique ha recentemente segnalato un libro interessante per la Francia che lo è altrettanto per l'Italia. Si tratta di La Finlande: un modèle éducatif pour la France? Les secrets d'une réussite (La Finlandia: un modello educativo per la Francia? I segreti di un successo) di Robert Paul, edito da ESF, 2007.

Come noto, il sistema educativo finlandese è da tempo oggetto di enorme attenzione. I risultati eccellenti ottenuti da questo paese in tutte le indagini PISA hanno alimentato in molti il desiderio di scoprirne i segreti e possibilmente importarli. Altri, al contrario, insistono sull'impossibilità di trasferire un tale modello, poichè non sono trasferibili le condizioni entro le quali si è sviluppato.

Per capire meglio è necessario analizzare attentamente il contesto e l'evoluzione del sistema educativo finlandese attraverso un accurato esame dei dati, ma anche raccogliendo le testimonianze degli attori. E' ciò che ha fatto Paul Robert in un'opera che si legge come un romanzo, ma che è al tempo stesso un lavoro inedito di analisi. Il libro fornisce informazioni indispensabili per comprendere la scuola finlandese e insieme poter distinguere ciò che è legato alla specifica situazione nazionale da ciò a cui tutti, in qualsiasi paese, possono aspirare.

Nel raccontare la sua scoperta del sistema educativo finlandese, l'autore afferma che la prima cosa che l'ha colpito è il fatto che tutto il sistema è concepito per eliminare qualsiasi fattore di stress e mettere gli alunni nelle condizioni ottimali per riuscire. A dimostrazione di ciò l'autore cita il fatto che i giovani finlandesi ignorano completamente cosa sia la selezione prima dei sedici anni, fino a quell'età infatti non vengono assegnati voti. L'obiettivo dichiarato è lo sviluppo personale dello studente. Nel momento in cui compaiono i voti (al liceo), viene considerato normale dare la possibilità allo studente di scegliere una parte del proprio curricolo e ripetere le prove che non ha superato.

Racconta Robert Paul che quando ha chiesto a dei liceali finlandesi che avevano soggiornato in Francia, durante uno scambio, ciò che più li aveva colpiti, la risposta è generalmente stata: “Si ricopiava tutto il tempo, i prof dettavano un testo che si doveva memorizzare tale e quale e questo era tutto. In Francia, dice l'autore (ma lo stesso si può dire per l'Italia), viene imposta agli studenti una progressione rigida rispetto alla quale non hanno alternative. In Finlandia, al contrario, gli studenti hanno la libertà e la responsabilità di costruire un proprio autonomo percorso. Ma non solo. In Finlandia si punta moltissimo sullo sviluppo autonomo della personalità degli studenti e sull'empatia docente/discente, mentre in Francia si continua a far leva sull'autorità dell'insegnante e sullo spauracchio della bocciatura.

Si potrà obiettare che la Finlandia è un piccolo paese, che la sua popolazione è meno eterogenea e che gli atteggiamenti mentali sono differenti, questo però vuole dire, sostiene Robert Paul, scordare l'essenziale. La domanda che, involontariamente, la Finlandia ci pone, non ha nulla a che vedere con la sua geografia o la sua storia. Attiene al modello di scuola. Ebbene anche la Finlandia ha conosciuto un modello di scuola che non dà fiducia ai giovani, che prende le distanze dai loro comportamenti, che è distaccata dalla loro vita reale e che esalta la severità. Ma l'ha da tempo abbandonato. Noi invece, dice Robert Paul, a quel modello ritorniamo costantemente. Parole che come non mai si attagliano all'attuale situazione italiana.

Conclude l'autore: ciò che fa la differenza tra la Francia e la Finlandia non è la distanza in chilometri, ma gli anni persi.

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"De profundis sulla scuola” di Angelo Panebianco
(01-04-08)

Sul settimanale Magazine del Corriere della Sera Angelo Panebianco, quasi irridendo alla banalità dei riti elettorali fatti di appelli ai partiti perché si occupino della scuola, ha scagionato i politici, attribuendo agli italiani la responsabilità della scomparsa della scuola dai temi elettorali.

Afferma Panebianco: Tutti i sondaggi dimostrano che per la schiacciante maggioranza dei nostri connazionali scuola e problemi educativi non sono affatto una priorità. E siccome in democrazia i politici hanno interesse a prendere posizione solo sui temi che gli elettori considerano prioritari, la scuola non può entrare davvero nell'agenda elettorale”. Un'analisi veritiera ma impietosa più che sui nostri connazionali sullo stato della politica in Italia, incapace di interpretare con un po' di lungimiranza i bisogni del Paese.

Ci piace menzionare, per contrasto, le scelte di politica educativa della Finlandia che, come noto, ha ottenuto i migliori risultati in PISA. In Finlandia avviene qualcosa di assolutamente impensabile nel nostro Paese: nei periodi di crisi economica vi è un maggiore investimento nell'istruzione.

Un esempio. Nel 1990 la disoccupazione, che era al 4%, cominciò ad aumentare fino a raggiungere nel '91,'92 il 18%. In quello stesso periodo l'investimento nell'istruzione fu aumentato di oltre il 16%, essendo considerato il migliore antidoto alla crisi.

La Finlandia è anche il Paese dove è altissimo il prestigio sociale della figura dell'insegnante, ma anche questo non avviene per caso. Fin dal 1971 gli insegnanti sono formati con 5 anni di università e un sesto anno di praticantato e la selezione è altissima, solo il 10% (!) dei candidati viene reclutato.

E … ci sovvengono le raffiche di sanatorie del nostro paese …

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> "De profundis sulla scuola di Angelo Panebianco (testo integrale)

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