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Notizie in breve ...

Settembre 2008


USA: il dibattito sul tempo scuola

Nel momento in cui in Italia è più che mai acuto il dibattito sull'orario scolastico (tutto di “schieramenti” perché non fondato su dati di ricerca), è di grande interesse vedere come evolve questo tema in altri Paesi. Riferiamo qui delle tendenze che stanno imponendosi, non senza contraddizioni, negli Stati Uniti.

L'aumento del tempo scuola dopo A Nation at Risk.

Dopo l'allarme sull'istruzione lanciato dal famoso Rapporto del 1983, A Nation at Risk, di cui si celebra quest'anno il venticinquennale, c'è stata una generalizzata tendenza ad aumentare l'orario nelle scuole americane. Il Rapporto invitava infatti esplicitamente ad aumentare le tradizionali 6 ore giornaliere di un'ora e gli usuali 180 giorni annuali di 20/40 giorni.

Il dibattito sull'efficacia dell'aumento dell'orario giornaliero è tuttora vivace. Ci sono stati vari studi al riguardo, ma non hanno dato risultati chiari. Mentre alcune ricerche hanno provato chiaramente gli effetti negativi di vacanze troppo lunghe specialmente per i bambini più svantaggiati, e quindi l'esigenza di più giorni di scuola, non vi sono altrettante evidenze dell'efficacia dell'aumento dell'orario giornaliero e settimanale delle lezioni. Nonostante ciò la tendenza generalizzata negli USA è di aumentare l'orario.

Va detto comunque che tale aumento, pur configurandosi nella maggioranza dei casi come incremento dell'orario scolastico, è realizzato anche attraverso modalità e attività molto diverse, quali ad esempio:

•  lasciare tempo ai bambini di fare compiti al computer, in un ambiente comodo e rilassato dalle 2 del pomeriggio,

•  diluire il curricolo in un numero maggiore di ore fino ad allungare di un anno la scuola secondaria superiore (v. distretto di Boston),

•  costruire legami più stretti tra scuole ed esperienze esterne (v. Providence, dove è stata costruita una rete di attività non scolastiche che vanno dallo sport al design di moda , alla guida al college ecc..),

L' orario giornaliero nelle scuole americane

Una agenzia americana di consulenza in istruzione, l'Education Resource Strategies, ha analizzato quante ore gli alunni hanno trascorso a scuola in un anno, prendendo come anno di riferimento il 2006. Va ricordato che ciascuno Stato negli USA ha propri autonomi poteri sull'istruzione. I risultati variano dalle 914 ore di Chicago alle 1274 di Houston. Queste ore rappresentano il tempo complessivo di permanenza a scuola, che comprende anche il pasto, l'intervallo fra le lezioni e simili. Quindi non tutto il tempo scuola è orario di lezione (a una simile conclusione è giunta una ricerca analoga fatta da Eurydice sull'orario della scuola primaria in Europa, pubblicata su questo sito)

Negli ultimi dieci anni, però, si è fatta sempre più strada la convinzione che sia necessario un maggiore orario per le attività curricolari. Questo è avvenuto sotto la spinta del movimento per gli “standard”, finalizzato a definire ciò che gli studenti dovrebbero sapere, che ha evidenziato il divario nei risultati di apprendimento tra gli studenti di diverse etnie e di diverso background socio-economico, facendo risaltare il preoccupante gap degli alunni dei ceti più deprivati.

Pur in presenza di tendenze diverse, oggi sull'aumento dell'orario scolastico ci sono alcune idee di fondo condivise. Se ne citano tre:

  • i bambini hanno bisogno di più tempo per apprendere ciò devono sapere;
  • il “più tempo” deve accordarsi con nuove modalità di apprendimento;
  • la scuola non può fare tutto da sola, come è dimostrato dalle varie iniziative in atto.

Orario scolastico: cosa ci dice PISA

I risultati di PISA 2003 sulle competenze dei quindicenni in matematica mostrano che la relazione tra orario e punteggio è complessa e non si può emettere una “sentenza” univoca.

Infatti i due Paesi che hanno avuto i migliori risultati, Finlandia e Corea, hanno situazioni opposte quanto all'entità dell'orario scolastico:


la Finlandia ha un numero di ore annuali fra i più bassi, 861 ore annue, mentre la Corea fra i più alti, 1079 ore annue.

La trasformazione del calendario scolastico in USA dal XIX secolo ad oggi

Un tempo i bambini americani che vivevano nelle città non avevano tante vacanze come oggi. A metà dell'Ottocento, alcune grandi città tenevano aperte le scuole più di 250 giorni all'anno. LE scuole di New York erano aperte tutto l'anno, con un periodo di vacanza di sole 3 settimane in Agosto.

Fu verso l'inizio del XX secolo che l'anno scolastico nelle città cominciò ad accorciarsi sotto la pressione dei genitori della media borghesia. Nelle zone rurali, invece, il calendario, che nel passato subiva spesso interruzioni perché i figli dovevano aiutare i genitori in campagna, o perché non c'erano fondi sufficienti , cominciò ad allungarsi.

Verso la metà del XX secolo, la maggior parte delle scuole in USA aveva assunto l'attuale calendario che va dalla tarda estate alla tarda primavera, con un consolidato numero di giorni di vacanze estive.

Gli effetti negativi delle lunghe vacanze estive sugli alunni con basso reddito

Il ricercatore Karl Alexander e i suoi colleghi dell'Università John Hopkins hanno disegnato la traiettoria che indica i risultati di più di 700 alunni delle scuole di Baltimora che si sono iscritti in prima elementare nel1982. Lo studio ha dimostrato che il divario negli apprendimenti tra i bambini di famiglie con basso reddito e i loro compagni con reddito medio si amplia nei mesi estivi a causa delle diverse opportunità di apprendimento.

Ricordiamo a questo riguardo che a conclusioni simili è giunto il Rapporto 2008 dell'inglese IPPR (Institute for Public Policy Research) Thursday's child

DOWNLOAD

LINK

Sugli effetti negativi delle vacanze lunghe, tre articoli sul sito di Norberto Bottani

(25 settembre 2008)Torna home page


Svezia: il Governo vara una finanziaria che privilegia istruzione professionale e scuola dell'infanzia

La legge finanziaria 2009, presentata dal governo svedese il 24 settembre 2008, ha privilegiato, nel settore istruzione, la formazione professionale e la scuola dell'infanzia.

Sono inoltre indicati fondi per migliorare le conoscenze degli alunni in matematica, scienze naturali e tecnologia.

Per comprendere appieno il senso dei provvedimenti che seguono sono opportune tre precisazioni:

  1. dal 1991 la gestione di tutta la scuola svedese di qualsiasi ordine e grado è affidata ai Comuni
  2. lo sviluppo dell'istruzione e formazione professionale è relativamente recente e ancora in fase di ampliamento
  3. la scuola dell'infanzia va strutturandosi solo ora con un proprio specifico curricolo
Più istruzione e formazione professionale

Il pacchetto che riguarda l'istruzione e formazione professionale, per una somma complessiva di 1,8 miliardi di SEK (più di 180 milioni di Euro) per i prossimi tre anni, comprende tre parti:

  1. Estensione del progetto pilota relativo all'apprendistato secondario superiore, fino a 5000 nuovi posti nel 2008-2009, con l'obiettivo di aumentarli di 6000 nel 2009-2010.
  2. Un investimento di 1,2 miliardi di SEK, comprensivo del sostegno economico agli studenti, per il periodo 2009-2011 finalizzato a stimolare i Comuni ad organizzare programmi di istruzione professionale all'interno del sistema di educazione degli adulti. Questi programmi si chiameranno “programmi comunali d'istruzione professionale per adulti” (yrkesvux). L'investimento prenderà avvio nell'autunno 2009.
  3. Fondi aggiuntivi per creare nuovi posti nell'istruzione professionale postsecondaria con inizio luglio 2009. Si tratta di programmi che attualmente non sono svolti nel sistema d'istruzione terziaria, come alcuni programmi di alta formazione professionale.
Un impulso alla scuola dell'infanzia

La legge finanziaria contiene anche finanziamenti per la scuola dell'infanzia, in un capitolo dal titolo “Un impulso alla scuola dell'infanzia”. Gli insegnanti e gli assistenti d'infanzia saranno chiamati ad approfondire le loro competenze educative in vista dei nuovi orientamenti della scuola dell'infanzia volti a puntualizzarne meglio gli obiettivi. Il governo investirà 600 milioni di SEK (più di 60 milioni di euro) in questo progetto di formazione per il periodo 2009-2011.

Un'altra iniziativa che riguarda i bambini in età prescolastica è costituita dalla volontà del governo di obbligare i Comuni ad offrire scuole dell'infanzia generalizzate e gratuite, in modo da ricomprendervi anche i bambini di tre anni dall'autunno 2010.

Un'ulteriore misura è costituita da un sistema di buoni per la cura dell'infanzia dal primo luglio 2009. Ciò significa che i Comuni avranno l'obbligo di dare finanziamenti non solo alle scuole materne “indipendenti” (private) ma anche ad altri servizi educativi per l'infanzia “indipendenti” che abbiano i requisiti di certificazione di qualità. I Comuni saranno rimborsati per entrambe le iniziative.

Matematica, scienze naturali e tecnologia

Il governo ha già assunto diverse iniziative per migliorare le conoscenze degli alunni in matematica, scienze naturali e tecnologia, per esempio attraverso l'introduzione dei test nazionali di matematica al terzo anno di scuola e un programma specifico di formazione degli insegnanti.

La finanziaria 2009 presenta ulteriori misure per innalzare le competenze in queste discipline. L'investimento totale è stimato in 525 milioni di SEK (circa di 53 milioni di euro) per il periodo 2009/2011. La maggior parte di questi soldi sarà usata per finanziare incentivi alle scuole che intendono intraprendere azioni di miglioramento in questi ambiti. Il governo presenterà anche altre iniziative oltre alle due già definite che sono:
1) introduzione dei test nazionali di chimica, biologia e fisica al nono anno di scuola dalla primavera 2009;
2) un programma d'avanguardia in matematica e scienze naturali nella scuola secondaria superiore dall'autunno 2009.

Link

•  Indagine OCSE sull'istruzione terziaria (Svezia AVE)

•  L'alta formazione professionale in Svezia e il caso di Hyper Island

(25 settembre 2008)Torna home page


Che fine hanno fatto le prove nazionali di terza media?

Il 17 giugno 2008 si è svolta per la prima volta in Italia la prova scritta a carattere nazionale introdotta dalla legge del 25 ottobre 2007 n. 176, che doveva valutare i livelli generali e specifici di apprendimento in italiano e in matematica a conclusione del primo ciclo di istruzione.

Queste prove, pur con gli enormi limiti e i tempi ristretti in cui sono state preparate, sono comunque valutazioni nazionali in un esame di stato che ha coinvolto 600 mila studenti e circa 6 mila scuole distribuite su tutto il territorio nazionale. Dopo tre mesi gli studenti e le loro famiglie, gli insegnanti e i dirigenti scolastici hanno il diritto di conoscere i risultati. Non capita in nessun Paese che gli esiti delle prove di un esame di stato non siano noti dopo tre mesi! Se si vuole che in Italia la valutazione non decolli mai questo è il modo esatto di agire.

Con tutta probabilità il silenzio cela qualcosa di molto italico e di molto grave: il “taroccamento” delle prove. Circolano voci che mentre nelle regioni del Nord avrebbe superato le prove solo il 55% degli studenti, nel Sud i risultati positivi sarebbero di oltre il 90%, con un picco del 95% in Puglia. Delle due l'una, o PISA è un'enorme truffa o lo sono le prove nazionali. Il ministro ha il dovere di rendere pubblici i risultati.

Preoccupa sicuramente la fretta con cui è stata gestita tutta la partita e l'incongruità di avere nello stesso esame di stato prove esterne sulle stesse discipline oggetto di prove interne, ma non meno preoccupa, se le voci che circolano saranno confermate, l'incapacità locale, regionale e nazionale di svolgere prove che diano risultati trasparenti e affidabili. Non neghiamo infine, che in tutta questa vicenda affiora grande amarezza per l'eventuale mancanza di deontologia professionale, se, lo ripetiamo, le notizie che stanno trapelando troveranno conferma. Per contrasto i tanti insegnanti e dirigenti che svolgono il loro lavoro secondo una rigorosa etica professionale hanno il sacrosanto diritto che i risultati siano pubblicati, e che in casi di abusi palesi siano assunti provvedimenti conseguenti.

(22 settembre 2008)Torna home page


McCain : Dare ai genitori più opportunità di scelta della scuola

Nel suo lungo discorso, che non ha particolarmente infiammato i delegati, impegnati soprattutto a tacitare con il grido di “U.S.A” un gruppo di contestatori, il repubblicano McCain ha ricevuto gli applausi più fragorosi quando ha sostenuto la libertà dei genitori di scegliere la scuola che vogliono per i loro figli, la necessità di scuotere le burocrazie scolastiche, di premiare i bravi insegnanti e di fare cambiare mestiere a quelli incapaci. Anche McCain, come Obama, non ha toccato il tema della legge di riforma del 2001 No child left behind, su cui ci sono molte divisioni all'interno del partito repubblicano. L'unica ad avervi accennato è stata Laura Bush, che nel suo discorso ha dichiarato che il Presidente Bush ha dato avvio alla più importante riforma dell'istruzione, rendendo le scuole responsabili del loro operato e trovando appositi fondi per sostenere l'apprendimento della lettura.

Questa la parte del discorso di McCain relativa all'istruzione:

“L'educazione è uno dei diritti civili di questo secolo. Il pari accesso all'istruzione pubblica è già stato conquistato. Ma che valore ha, se si tratta di accesso a una scuola che non funziona? Dobbiamo scuotere le fallimentari burocrazie scolastiche attraverso la competizione, dando ai genitori maggiori possibilità di scelta, dobbiamo rimuovere gli ostacoli ad avere insegnanti qualificati, dobbiamo attrarre e premiare i bravi insegnanti, e aiutare quelli incapaci a trovare un altro mestiere. Quando una scuola pubblica non assolve gli obblighi che ha verso gli studenti, i genitori hanno il diritto di poter scegliere l'istruzione dei propri figli. E io intendo accordarglielo. Potranno scegliere una migliore scuola pubblica, o una scuola privata o una “scuola in appalto” (charter school). Ma avranno possibilità di scelta e i loro figli avranno questa opportunità.”

Video del discorso di McCain di accettazione della nomination su Youtube

Link al video del discorso di McCain (New York Times) affiancato dal testo scritto diviso per argomenti

(6 settembre 2008)Torna home page


Tutta colpa dei “ricercatori pisani finanziati dall'OCSE”!

Quest'estate 2008 ha risvegliato intorno alla scuola un vero e proprio “esercito della salvezza”. Il messaggio di fondo contiene sempre le parole magiche del nostro ministro dell'economia “passato e buon senso”.

Uno articolo particolarmente illuminante è recentemente comparso su Il giornale.it dal titolo “Così si sprecano i soldi della scuola”. Il "bravo" giornalista ci informa che:

…. un giorno, uno studio di un gruppo di ricercatori pisani, finanziati dall'Ocse, ci ha raccontato che le nostre scuole, soprattutto al Sud, non insegnano nulla. Il sapere degli studenti è un buco nero, dove monti e fiumi non hanno nome, dove Silla è la moglie di Mario e le divisioni a tre cifre sono alchimie indù, buone per i ragazzini di Calcutta.”

E continua:

La scuola è fallita, devastata, dimenticata, stuprata, in nome di una falsa credenza, di un dio oscurantista: tanto non serve a nulla. Hanno vinto gli asini

Per l'appunto!

Chi credesse a una bufala clicchi qui http://www.ilgiornale.it:80/a.pic1?ID=286210

(4 settembre 2008)Torna home page


1 Settembre 2008: Sorpresa, in decreto il maestro unico!

Il nuovo proprietario di Viale Trastevere, Giulio Tremonti non si calma un attimo. Dopo aver reso pubblicamente noto la sua cultura docimologica nella lettera al Corriere della Sera del 22 Agosto, ipso facto, il 28 agosto, aveva dato attuazione alle sue teorizzazioni, facendo inserire nottetempo l'articolo 2 bis contenente la sua proposta di reintroduzione dei voti in decimi nel primo ciclo (v. notizia in breve 29 agosto 2008).

Ma si sa, l'appetito vien mangiando. Così un attimo prima della firma del decreto, già ampiamente divulgato dalla stampa, ha voluto stupirci un'altra volta, realizzando il sogno della sua vita: il ritorno al maestro unico. Le classi con il maestro unico funzioneranno con orario settimanale di 24 ore.

Quando si è sparsa la notizia, il 2 settembre, l'inquilina di Viale Trastevere ha voluto dare la sua versione dei fatti: tutto andrà in vigore nell'anno scolastico 2009-2010, inizialmente solo per la prima classe e a regime per tutte nell'a.s. 2013-2014. Ma è della stessa idea il proprietario di Viale Trastevere, il potatore pedagogo Giulio Tremonti? Perché chiederlo? Lui ama stupire.

Ecco il nuovo testo del decreto legge 1 settembre 2008, n. 137

(in sostituzione di quello varato il 28 agosto v. notizia in breve 29 agosto 2008)

Art. 1. Cittadinanza e Costituzione

1. A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia.

2. All'attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Art. 2.Valutazione del comportamento degli studenti

1. Fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in materia di diritti, doveri e sistema disciplinare degli studenti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.

2. A decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, la valutazione del comportamento è espressa in decimi.

3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo. Ferma l'applicazione della presente disposizione dall'inizio dell'anno scolastico di cui al comma 2, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto insufficiente, nonchè eventuali modalità applicative del presente articolo.

Art. 3. Valutazione del rendimento scolastico degli studenti

1. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite è espressa in decimi ed illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno.

2. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite è espressa in decimi.

3. Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.

4. L'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, è abrogato e all'articolo 177 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) i commi 2, 5, 6 e 7, sono abrogati;
b) al comma 3, dopo le parole: «Per la valutazione» sono inserite le seguenti: «espressa in decimi»;
c) al comma 4, le parole: «giudizi analitici e la valutazione sul» sono sostituite dalle seguenti: «voti conseguiti e il»;
d) l'applicazione dei commi 1 e 8 dello stesso articolo 177 resta sospesa fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 5;
e) è altresi' abrogata ogni altra disposizione incompatibile con la valutazione del rendimento scolastico mediante l'attribuzione di voto numerico espresso in decimi.

5. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti e sono stabilite eventuali ulteriori modalità applicative del presente articolo.

Art. 4. Insegnante unico nella scuola primaria (NUOVO)

1 . Nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4 è ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali.

Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.

2. Con apposita sequenza contrattuale e a valere sulle risorse di cui all'articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è definito il trattamento economico dovuto per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.

Art. 5. Adozione dei libri di testo (NUOVO)

1 . Fermo restando quanto disposto dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili. Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l'adozione dei libri di testo avviene con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio. Il dirigente scolastico vigila affinchè le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.

Art. 6. Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria

1. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l'esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.

Art. 7. Sostituzione dell'articolo 2, comma 433, della legge 24/12/ 2007, n. 244.

1 . Il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, è sostituito dal seguente:

«433. Al concorso per l'accesso alle scuole di specializzazione mediche, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia. I laureati di cui al primo periodo, che superino il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l'abilitazione per l'esercizio dell'attività professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attività didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato.».

Art. 8. Norme finali

1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

2. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

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Decreto Legge 137/08

(3 settembre 2008)Torna home page