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Una politica scolastica schizofrenicaSe c'è un'istituzione che avrebbe bisogno di stabilità e di certezze, questa è la scuola. Invece è diventata il bersaglio preferito di provvedimenti improvvisati, estemporanei e arroganti del ministro Tremonti. E' triste doverlo ammettere, ma siamo totalmente privi di un ministro del MIUR. Nessun ministro con un minimo di autorevolezza e di autonomia avrebbe permesso che in tre mesi si susseguissero 5 provvedimenti sulla scuola, tutti di contenimento della spesa, che ripropongono, contraddicono e accelerano le stesse norme, gettando la scuola nel caos. Si tratta di: DL 112 del 25-06-08, art. 64 (art. convertito nella L.133 del 6-08-08) DDL “Disposizioni in materia d'istruzione, università e ricerca” dello 01-08-08 DL 137 “Disposizioni urgenti in materia d'istruzione e università” dello 01-09-08 (che modifica quello del 28 agosto, aggiungendo nel volgere di una notte il “maestro unico”) Piano programmatico del 26-09-08 E' davvero troppo, anche perché ciascun provvedimento è confuso e contraddittorio, non cita le norme di riferimento, ed è spesso inapplicabile. Con l'ultimo provvedimento del 7 ottobre, il DL 154, siamo addirittura arrivati alle minacce alle Regioni. Il Decreto Legge sancisce che le regioni che non realizzino entro il 30 novembre il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, saranno sostituite da un commissario ad acta. Esattamente 11 giorni prima il Piano programmatico al capitolo “Riorganizzazione della rete scolastica” aveva affermato che per andare a regime sarebbero occorsi tempi medio-lunghi, soprattutto nei territori montani e nelle piccole isole, specificando altresì che l'intervento avrebbe dovuto essere gradualmente realizzato dalle Regioni e dagli Enti Locali, col supporto di azioni mirate quali, ad esempio, l'attivazione di trasporti, l'adeguamento delle strutture edilizie ecc.. e provvedendo contestualmente alla realizzazione di servizi in rete. Che si debba attuare il ridimensionamento delle istituzioni scolastiche è fuori dubbio, perchè da 10 anni si deve andare a regime secondo i parametri del DPR 233/1998, mentre ci sono ancora tra il 15 e il 20% delle istituzioni che non hanno i requisiti per essere autonome. Ma lo si doveva fare esattamente come il Piano Programmatico aveva previsto. Questo modo di procedere, che smentisce ogni 10 giorni quello che si è pianificato, è inaccettabile e giustamente ha sollevato le ire delle Regioni. Per correttezza di informazione va specificato che per “istituzioni scolastiche” si intendono gli istituti autonomi, non i singoli plessi, quindi in primo luogo il ridimensionamento toccherà i dirigenti scolastici e tutto l'apparato amministrativo, mentre i singoli punti di erogazione del servizio (plessi), in questa fase,non sembrerebbero coinvolti. |
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La sconcertante vicenda delle prove nazionali a conclusione del 1° cicloIl 17 giugno 2008 si sono svolte per la prima volta in Italia le prove scritte a carattere nazionale, in italiano e in matematica, a conclusione del primo ciclo di istruzione, introdotte dalla legge 25 ottobre 2007 n. 176. Il 7 ottobre l'INVALSI ha emesso un comunicato stampa in cui chiarisce che si è proceduto all'elaborazione degli esiti solo per un campione di 240 scuole sulle quasi 6.000 interessate, contraddicendo la legge che esplicitamente afferma che “L'esame di Stato comprende anche una prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti”. L'ADi aveva dato notizia in una breve di settembre di fughe di notizie che vedevano i risultati del Sud molto migliori di quelli del Nord, contraddicendo tutte le indagini internazionali al riguardo, e aveva avanzato il sospetto che, in caso di conferma di quegli esiti, si fosse in presenza di episodi preoccupanti di contraffazione delle prove. Se ciò fosse stato verificato si sarebbe trattato di un attacco gravissimo alla legalità in zone del Paese in cui la scuola dovrebbe invece rappresentarne il baluardo. Il comunicato molto asettico dell'INVALSI, dopo avere messo in evidenza che i migliori risultati del Sud mostrano la presenza di “scuole di eccellenza”, si chiede anche se quegli esiti siano dovuti al fatto che gli studenti meridionali producono in queste prove “uno sforzo superiore” o se invece il tutto “sottenda comportamenti opportunistici”. Un bell'eufemismo! Per quel che ci riguarda non lasceremo perdere la questione e, dopo la pubblicazione del Rapporto dell'INVALSI, torneremo sull'argomento, considerato che l'improvvisazione dimostrata anche in questa circostanza dall'Amministrazione rischia di mettere definitivamente a repentaglio il difficile cammino della valutazione in Italia. Download |
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Voto di fiducia alla Camera sul Decreto GelminiAlle 20:30 del 7-10-08 la Camera con 321 sì, 255 no, 2 astensioni ha espresso voto di fiducia sulla conversione in legge del decreto legge 137/2008 Queste le principali novità rispetto al Decreto legge del primo settembre:
Il nostro giudizio non cambia sostanzialmente rispetto alle valutazioni già espresse sul DL 137/08 a cui si aggiungono tutte le considerazioni sul piano-programma Gelmini-Tremonti Vogliamo aggiungere che certe parti, se era possibile, sono state ulteriormente pasticciate. Ci riferiamo ad esempio alla reintroduzione accanto ai voti dei giudizi sia analitici che di maturazione globale nell'esame conclusivo del 1° ciclo. Ci si chiede: “I voti non dovevano servire a una comunicazione più semplice e diretta nei confronti dei genitori??" Allora delle due l'una o voti o giudizi. In questo modo invece la valutazione diventa ancora più opaca e la comunicazione ai genitori più complicata. Si badi che questi giudizi nulla hanno a che fare con la nostra richiesta di determinare in modo obiettivo la corrispondenza fra voto e singoli livelli di competenza, tale da garantire la trasparenza e la comparabilità dei voti. No, qui siamo di fronte a un tentativo maldestro di mettere assieme i fautori dei giudizi e quelli dei voti, ma che non consente in nessuno dei due casi una certificazione che sia trasparente e comparabile sull'intero territorio nazionale." Accogliamo con grande favore la dichiarazione delle Province autonome di Trento e di Bolzano che non intendono applicare questo insieme di norme. Abbiamo ricostruito, attraverso gli emendamenti, il nuovo testo integrale, evidenziando in grassetto le parti modificate. Il testo è scaricabile dal download. Download
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