Concorsone da £ 6.000.000

CONCORSO - PROPOSTE

Una pericolosa confusione

Ci sono 2 esigenze che vanno distinte se si vuole imprimere alla docenza una svolta professionale:

  1. una progressione di carriera più celere per tutti con valutazione interna alla scuola,

  2. la creazione di una fascia di insegnanti certificati esternamente alla scuola su cui costruire l'articolazione e differenziazione della carriera docente.

Il primo assillo dei sindacati firmatari del contratto di fronte alla rivolta contro il concorsone è stato  quello di richiedere ulteriori fondi per estendere le quote di  £ 6.000.000  a un numero sempre maggiore di insegnanti fino a coprirli tutti.   Se questo è l'intento, si abbia il coraggio di dire che questo concorso non centra nulla con la valorizzazione del merito e si ponga fine al teatrino.

La verità è che il "merito" non interessa a nessuno, né a quelle organizzazioni che hanno voluto questo concorso né a quelle che si accingono a scioperare per farlo abrogare. E ancora una volta ci si rende conto che i vari attori  agiscono mistificando la realtà, mescolando e confondendo  questioni che dovrebbero essere assolutamente distinte. Ci sono 2 esigenze diverse che, come tali, richiedono risposte diverse e cioè:

  1. l'esigenza di una progressione stipendiale più celere per tutti. Siamo l'unico paese europeo dove la retribuzione dei docenti progredisce per scatti sessennali e settennali e in un arco di ben 35 anni! Altrove gli scatti sono annuali o biennali e si sviluppano, a seconda dei paesi, in un arco di tempo compreso fra i 16 e i 28 anni. E' interessante ricordare che la "Raccomandazione sullo stato degli insegnanti" fatta dalla Conferenza intergovernativa indetta  dall'UNESCO nel lontano 1966,  chiedeva ai governi di garantire "un regolare avanzamento retributivo (dei docenti) preferibilmente con cadenza annuale" (punto X "retribuzioni dei docenti" comma 122) e un "intervallo temporale fra il minimo e il massimo salariale di non più di 10/15 anni" (punto X comma 122). Noi riteniamo che a partire dal biennio economico in cui siamo entrati vada accelerata per tutti la progressione, evitando contemporaneamente meccanismi automatici, e avendo  il coraggio di dire che, in caso di demerito, il Capo d'Istituto potrà, anzi dovrà, avanzare motivata opposizione allo scatto retributivo, affiancato in questo dal responsabile di Dipartimento nella secondaria e da figure analoghe nella materna ed elementare quando e se l'organizzazione del lavoro andrà a regime. Occorre aggiungere che non si dovrà ridurre il "demerito" alle sole sanzioni disciplinari, come hanno sempre preteso i sindacati, e che sarà pertanto necessario definire gli standards professionali   degli insegnanti ("Che cosa devono sapere e saper fare i docenti") a cui riferirsi per la valutazione. Su questo stiamo lavorando come associazione e le nostre elaborazioni e ricerche  approderanno ad un convegno nazionale, come è stato per il codice deontologico.

  2. L'esigenza, non più dilazionabile, di un'articolazione e differenziazione della carriera su base meritocratica così da dare sbocchi ad una professione assolutamente piatta e sviluppare figure professionali che siano innanzitutto di supporto all'autonomia scolastica. Noi che abbiamo per primi fatto una dettagliata, spietata analisi critica del concorso,  diciamo che va  modificato, ma non abrogato. Sono 20 anni che ci si propone di misurare il "valore  aggiunto" di competenza professionale dei docenti, senza mai riuscire a condurre a termine  l'operazione, non possiamo permetterci un altro rinvio. Modificare significa innanzitutto chiarire le finalità: non si tratta di valutare la normale attività di insegnamento che tutti i docenti teoricamente dovrebbero sapere svolgere, ma di individuare quei docenti che possiedono competenze e conoscenze di livello superiore, così che possano diventare punti di riferimento e ricoprire istituzionalmente quelle funzioni che oggi sono svolte senza certificazione delle competenze e su base quasi esclusivamente elettiva.