PARTE I

La trasformazione della nozione di tempo

La celebre formula di Newton, "il tempo è assoluto, vero, matematico", non esprimeva solamente i principi scientifici del XVII secolo, ma anche la rappresentazione soggettiva che ogni individuo aveva del tempo in quella società.
Dall'inizio del XIX secolo, quando un qualsiasi monarca o ministro dell'istruzione poteva vantarsi, guardando l'ora, di sapere che cosa si insegnava in tutte le scuole del suo regno, il tempo è diventato un fattore determinante di organizzazione uniforme dell'insegnamento.
Con la teoria della relatività, Einstein ha aperto, all'inizio del nostro secolo, una strada completamente nuova per ripensare la dimensione del tempo. Nella "Nuova Alleanza", Ilya Prigogine descrive la profonda metamorfosi della scienza a partire da questo rivoluzionario concetto di tempo, e sottolinea che il tempo associato allo sviluppo biologico o all'evoluzione della società non è il medesimo di quello che descrive il movimento dei pianeti o di un pendolo ideale. Il tempo reversibile, identico a se stesso, che procede in maniera meccanica, è diventato in fisica, in storia, in biologia, un tempo irreversibile poiché gli avvenimenti che interessano la vita si modificano continuamente.
La trasformazione della nozione del tempo ha reso necessaria la formulazione di nuove immagini, come quella della "freccia del tempo" (1928), che indica la sua proprietà di non retrocedere né arrestarsi: il tempo può solo avanzare. La "freccia del tempo" simbolizza inoltre il fatto che il presente contiene il futuro.

In sostanza, nel XX secolo il concetto di tempo ha conosciuto la più radicale trasformazione di ogni epoca. Il nuovo approccio ha investito la ricerca filosofica, sociologica e psicologica. Gli sviluppi delle telecomunicazioni, dell'informatica, i viaggi intercontinentali hanno trasformato le nostre rappresentazioni della velocità, della distanza, della comunicazione e, parallelamente, anche il valore del tempo nella vita dell'individuo e della società.

 

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