Alcuni obiettivi a lungo, medio e breve termine (1/3)


Appare più facile fare ipotesi sul lungo termine piuttosto che sul breve e medio periodo, considerati i pesantissimi condizionamenti esistenti. Nel lontano futuro gli attuali vincoli e ostacoli sembrano infatti stemperarsi fino a scomparire. Dal futuro, quindi, cominceremo.

Obiettivi a lungo termine

Gli scenari che si profilano nell'arco di 20/25 anni sono stati variamente esplorati. Al di là di quelli delineati dall'OCSE, destano sicuramente interesse i quattro scenari proposti da Riel Miller e Tom Bentley in “Possible Futures: four scenarios for schooling 2030 ”, un testo commissionato da ll'associazione dei capi d'istituto inglesi ( NCSL, National College for School Leaders ), e cioè:

  1. La scuola si modernizza” - le scuole mantengono sia le funzioni esistenti sia il loro monopolio. La riforma dell'istruzione ha esito positivo in quanto le scuole diventano capaci di personalizzare l'insegnamento.
  2. Diversificazione nell'erogazione” - le scuole mantengono tutte le loro attuali funzioni, ma perdono il monopolio dell'istruzione, emergono nuovi enti erogatori dei servizi educativi
  3. La scuola parametro di riferimento per l'apprendimento” - le scuole mantengono le loro funzioni educative, ma perdono il monopolio a favore di altre agenzie, e contemporaneamente assumono la funzione di parametro di riferimento per gli altri enti erogatori dei servizi educativi.
  4. La scuola mediatrice dell'apprendimento” - le scuole mantengono soltanto la funzione di screening. L'aula scompare e le scuole assumono il compito di validare i progressi degli studenti e operare come regolatrici e fonti di informazione per i nuovi erogatori dei servizi educativi.

Si chiarisce che gli scenari non vanno intesi come opzioni separate, essi mirano a mostrare che i contorni del futuro possono essere mappati, ma che il sentiero non è ancora tracciato.
In questo panorama appare particolarmente interessante, dal nostro punto di vista, lo scenario 1. La riforma della scuola, si dice, ha esito positivo, perché riesce a personalizzare l'insegnamento. Il tema della personalizzazione, che è intrinseco all'impostazione che pone l'allievo al centro del processo educativo, è oggetto di approfondite ricerche in Gran Bretagna, il Paese che ha prodotto in questi ultimi anni le elaborazioni più significative. La personalizzazione è indissociabile dal tempo scuola, e questo si scontra, in Inghilterra come in Italia, con organizzazioni che “echo the Fordist principles of standardised mass production”, come è scritto nell'ultimo pamphlet sulla personalizzazione redatto per conto del Ministero inglese. Ma come “personalizzare l'apprendimento”'? E' evidente che per prima cosa dovrà essere superata la standardizzazione dei percorsi, e che, accanto a un nucleo comune ristretto di materie fondanti, dovranno coesistere differenziate ramificazioni dei percorsi, così come si dovrà tenere conto del fatto che le competenze si acquisiscono e si sviluppano in diversi contesti educativi, cioè formali (la scuola), non formali (famiglia, luogo di lavoro, media, organizzazioni culturali e associative ecc..), informali (la vita sociale nel suo complesso). In questa visione complessiva i curricoli dovranno essere drasticamente ridotti. Non va taciuto contemporaneamente il fatto, come sottolineano i testi inglesi, che in questa operazione si dovrà tenere in grande considerazione il principio di equità, facendosi in particolar modo carico degli svantaggiati, di quelli cioè che hanno minori opportunità di autonomo accesso al sapere.

L'altro elemento che favorirà la personalizzazione è costituito dalle TIC, le tecnologie della comunicazione e dell'informazione. S criveva alcuni anni fa Howard Gardner “Con l'avvento delle nuove tecnologie, l'istruzione centrata sulla persona sarà solo una questione di tempo. Fra 30 anni la gente riderà dell'idea finora dominante, secondo cui a tutti deve essere insegnata la stessa cosa, nello stesso modo e nello stesso tempo” . Ma non c'è bisogno di ricorrere agli stranieri, basta leggere i testi dei nostri Parisi e Antinucci, per avere una precisa idea di questa prospettiva. Occorre però aggiungere, a questo riguardo che, poiché le innovazioni prodotte dalla tecnologia avanzano a velocità esponenziale, è assolutamente necessario che l'educazione, attraverso la ricerca, guidi questi processi anziché esserne travolta e acriticamente condizionata.

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