Alcuni obiettivi a lungo, medio e breve termine (2/3)


Obiettivi a breve e medio termine

Pur nella consapevolezza di un'impresa quasi titanica, considerate le resistenze e le forze organizzate che contrastano qualsiasi progetto di trasformazione del tempo scuola, tenteremo di delineare quali possono essere le condizioni per guidare, almeno per piccoli passi, il cambiamento nel breve e medio periodo.

Cominciamo con il definire gli obiettivi da perseguire, indicando accanto gli ostacoli che vi si frappongono (tab. 4)

 

Tab. 4 - Obiettivi e ostacoli di una nuova concezione del tempo scolastico

Obiettivi

Ostacoli

Coerenza tra tempo di insegnamento e di apprendimento

Tempi non adatti ai contenuti, allo studente, alla pratica didattica

Diversificazione delle metodologie

Tempo uniforme

Risposta alla diversità degli studenti

Ritmi di apprendimento uniformi e rigidi

Progettualità

Funzionamento amministrativo dell'orario

Sfide in termini di tempo della società

Tempo scolastico rigido

 

La prima considerazione è che non si può immaginare una diversa distribuzione del tempo scuola se non matura nel corpo docente la volontà e la capacità di superare la lezione frontale come modalità prevalente di fare scuola . Il ruolo monopolistico della lezione nella didattica ( il riferimento è in particolare alla scuola secondaria) ha molte conseguenze negative sulla formazione degli allievi. Infatti:

•  cinquanta minuti di lezione non lasciano alcuna possibilità all'insegnante di creare relazioni e comunicazioni personalizzate, mentre la crisi dell'autorità nella vita famigliare e sociale ha accresciuto questa dimensione nelle aspettative dei giovani;

•  la lezione si svolge in situazione dove gli studenti devono apprendere tutti allo stesso ritmo, il che comporta una pressione eccessiva su alcuni e una "perdita di tempo" per altri;

•  la durata della lezione è troppo breve perché lo studente possa approfondire alcuni contenuti, condurre esperienze nelle discipline tipicamente "sperimentali", fare lavori di gruppo;

•  l'eccessiva concentrazione della didattica nell'"ora di lezione" è un ostacolo all'utilizzo delle nuove tecnologie, che fanno invece parte integrante della vita quotidiana della grande maggioranza degli studenti.

In questa situazione, la massima frustrazione degli studenti è dovuta alle scarse occasioni di lavorare insieme anche da soli, di scambiarsi idee, di discutere e apprendere insieme.

La seconda operazione da compiere (ancora una volta i maggiori ostacoli sono nella scuola secondaria) è il superamento della classe come unico gruppo educativo. In merito occorre ricordare che:

•  La classe è un' unità amministrativa ma non un gruppo educativo. Passare dall'una all'altro non è facile, tenuto conto che comunque la classe rappresenta per molti studenti (bambini e ragazzi) un luogo di sicurezza, prevedibilità, relazionalità anche affettivamente intensa. Su di essa è nata e cresciuta tutta una mitologia (i compagni di classe, la festa della classe, ecc.), che non va sottovalutata, quando ci si dispone al cambiamento.

•  Innanzitutto va ribadito che l'abbandono della dimensione "chiusa" della classe ha bisogno di un intervento intenzionale e sistematico su altri parametri simbolici della vita scolastica, ad esempio la ritualità collettiva (gli incontri, le assemblee, le iniziative comuni, la formazione di squadre, l'associazionismo, ecc.), che possono ben compensare la "perdita" di riferimenti fortemente connotati sul piano relazionale come quelli della classe.

•  Abbandonare la classe amministrata comporta offrire agli studenti una pluralità di situazioni di lavoro stimolanti e pertinenti con il loro progetto di formazione.

Nella ristrutturazione della classe si possono avere molte soluzioni, che debbono comunque riferirsi agli obiettivi della programmazione di istituto; fra questi:

•  Il gruppo di livello, cioè il gruppo organizzato in relazione agli obiettivi di formazione. In questo caso si "rompono" le classi per formare gruppi che seguono programmi a livelli diversi di difficoltà. Ma vanno tenuti presenti tre accorgimenti:

  1. il gruppo non deve essere stabile per tutto l'anno, ma organizzato in funzione di obiettivi parziali, anche se importanti;
  2. non vanno assegnati al gruppo dello stesso livello gli stessi insegnanti , in modo da non creare una specie di "specializzazione" in alto e in basso. Gli insegnanti tendono a deprimersi quando debbono lavorare con ragazzi in difficoltà.
  3. i gruppi di livello non vanno organizzati su tutto il curricolo, ma solo per alcune discipline, moduli o attività didattiche . Ad esempio è ben strano che mentre nell'attività sportiva i ragazzi e le ragazze vengono distinte in grandi coorti d'età (juniores, seniores, ecc.) nella scuola questa attività debba essere legata necessariamente alla classe. Tutte le lezioni di educazione fisica dovrebbero essere quindi definite per squadra o (per i più grandi) per specialità senza alcun nesso "amministrativo" con le classi e le età anagrafiche. Ma questo discorso può valere per tutte le attività integrative (comprese le visite di istruzione) ed anche per molte materie pratiche, a cominciare dalle scuole elementari

•  Classi "aperte". La pratica di ricomporre le classi con gli insegnanti "in contemporaneità" è già abbastanza sperimentata nelle scuole primarie italiane. Forse va ribadito che tale pratica deve essere meglio organizzata in presenza di curricoli che prevedono anche materie opzionali, per cui tutta la scuola dovrà necessariamente organizzarsi con questa modalità.

•  Classi "grandi". Vi sono momenti in cui il numero limite anche superiore del gruppo non deve rappresentare un vincolo. E' possibile infatti programmare alcune iniziative di formazione (anche le lezioni cattedratiche) per platee molto vaste di studenti, e con grande vantaggio pedagogico. Ci sono in ogni scuola insegnanti particolarmente capaci nel rivolgersi ad un pubblico numeroso. Nulla vieta, se esiste un ambiente adatto, di utilizzare questo docente con questa particolare competenza anche per più classi insieme.

Ci sono altre modalità di gestire gruppi di lavoro temporanei nel corso dell'anno e specifici laboratori, importante è che siano chiari gli obiettivi e si inseriscano in una strategia progettuale complessiva.

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