La situazione attuale

Gli studenti iscritti ai CFP o ai corsi regionali negli IPS (Lombardia) conseguono l'obbligo.

Le 21 qualifiche professionali triennali ed i 21 diplomi professionali quadriennali (3° e 4° livello europeo EQF) sono erogati esclusivamente dalle Regioni, nel rispetto degli standard nazionali di uscita.

Gli studenti iscritti agli Istituti Professionali sono iscritti ad un corso quinquennale per il conseguimento di un titolo di 4° livello europeo. Potranno acquisire la qualifica ed il diploma solo a seguito di accordi MIUR - Regioni secondo modalità da definirsi.

Rispetto al disegno originario di Moratti ed a quello dei sostenitori della istruzione centralizzata nazionale si è realizzata di fatto una ipotesi intermedia .

La Istruzione Tecnica è rimasta centralizzata e statale per le pressioni di Confindustria, che non si è fidata di affidarla alle Regioni. Ma la licealizzazione delle recenti Linee guida per l'attuazione dei Regolamenti non la danneggerà? E la tendenza ad una licealizzazione light non continuerà a depauperarla quantitativamente?

La Istruzione Professionale ha ottenuto con Fioroni di rimanere centralizzata nell'ambito dell'Istruzione ma, per effetto delle norme dettate dalla stessa maggioranza quasi 10 anni prima, ha dovuto perdere per strada la qualifica triennale. Riuscirà ad attirare utenza lo stesso? Molti presidi, forti dell'alto tasso di passaggio al 4° e 5° anno degli allievi, hanno scommesso su questo. E la cura licealizzante imposta anche qui nelle recenti Linee Guida lo consentirà? I primi dati sulle iscrizioni nazionale non sembrano confortare questa scommessa.

Il destino degli Istituti Professionali dipenderà soprattutto dagli accordi a livello regionale che permetteranno di rilasciare qualifica di 3° anno e diplomi di 4° anno.

Si delineano 5 ipotesi, peraltro in continuità con quanto già fatto nella fase sperimentale durata dal 2003 al 2009:

•  la Regione attribuisce questa offerta formativa solo ai suoi enti tradizionalmente accreditati. Sembra che sia il caso della Regione Veneto, con una prospettiva di sostanziale sparizione della IPS

•  la Regione, priva di una propria rete di Centri, definisce convenzioni con gli IPS esistenti definendo proprie condizioni attraverso sue norme che potranno ricalcare le norme nazionali ma potranno anche discostarsene (vedi il caso lombardo). Non è difficile prevedere che sarà il caso del Sud

•  la Regione si convenziona con gli IPS per i primi due anni di obbligo, su cui tiene ferma la decisione di attribuirli solo al sistema di istruzione, e riserva al sistema regionale dei Centri il 3° e 4° anno di qualifica e diploma. La Regione Toscana potrebbe proseguire su questa strada

•  la Regione insiste sull'ipotesi di un sistema integrato fra IPS e CFP, come potrebbe fare l'Emilia Romagna

•  la Regione attribuisce sia ai Centri che agli IPS la possibilità di erogare i corsi di IeFP, in una situazione di reciproca concorrenza, secondo norme regionali. E' il caso della Lombardia

Non va sottovalutata l'importanza del diploma di 4° anno che fino a questo momento era stato realizzato solo in Lombardia, Trento e Bolzano, senza ratifica normativa nazionale e perciò senza l'ufficialità del titolo, che invece sembra ora autorizzato fin dalla sessione di esami del giugno 2010.

Esso permetterà di erogare un titolo di 4° livello europeo, che fino a questo momento sembra essere collocabile nella stessa categoria di quello rilasciato, dopo 5 anni, da Istruzione Tecnica ed Istruzione Professionale.

Permetterà inoltre di accedere direttamente al segmento di livello terziario di IeFP e, dopo un anno di colmatura per la preparazione all'Esame di Stato, anche all'Università.

In questo modo si delinea un sistema parallelo che arriva fino ad esiti di istruzione post-diploma in parallelo all'Università, avendo come asse la cultura tecnico-professionale.

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