I sindacati scuola dal 1944 ai primi anni Sessanta
Uno dei primi, importanti atti politici compiuti nell'Italia liberata è stato l'avvio della ricostruzione dei sindacati (settembre 1944). Fin dal primo congresso della CGIL (Napoli 28 gennaio-1 febbraio 1945) si forma la Federazione italiana della scuola (FIDS). Nel 1946 si costituiscono il Sindacato della scuola elementare, SINASCEL; quello della scuola media, SNSM; dell'università, SUN, e della scuola privata.
Ma la rottura dell'unità sindacale, che ha inizio con la fine dei governi di unità nazionale e si consuma dopo l'attentato a Togliatti del 1948, coinvolge tra i primi proprio i sindacati della scuola (elementare e media).
Il SINASCEL rompe con la Confederazione immediatamente dopo l'attentato a Togliatti. Il SNSM invece si limita a sospendere i rapporti e rimanderà l'uscita definitiva al congresso di Roma del dicembre 1948.
Al Ministero della Pubblica Istruzione comincia, dal 1946 con Guido Gonella,l'era democristiana della scuola, che durerà, con poche eccezioni, fino alla metà degli anni Novanta. Gonella trova in questi sindacati ora autonomi, guidati da uomini del suo stesso partito, un indubbio aiuto, sia nel sostegno allo sviluppo della scuola privata, sia nel porre a fondamento della stessa scuola pubblica le religione cattolica (è esemplare da questo punto di vista la riforma della scuola elementare del 1955).
L'azione della CGIL è del tutto inadeguata a fronteggiare questa nuova situazione.
Il problema per gli insegnanti che si sono opposti alla rottura sindacale di rimanere o uscire dai sindacati autonomi si pone ripetutamente, ma non viene risolto. In un convegno del 7-8 gennaio 1950 a Roma si decide di dare vita ai GUC (Gruppi Confederali della Scuola), pur rimanendo all'interno dei sindacati autonomi.
Nella riunione interviene Di Vittorio che precisa in questi termini la posizione della Segreteria della CGIL: "Nei sindacati della scuola (e questo fatto lo consideriamo una seria disgrazia) noi siamo in minoranza. Tuttavia vi abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere ai nostri militanti di rimanere nei sindacati diretti dai democristiani, da coloro cioè che hanno abbandonato la Confederazione del lavoro, siano essi autonomi o aderenti alla CGIL. Noi quindi siamo unitari sia sul terreno confederale e di classe, che su quello di categoria" (N. Di Schiena-M. Mascellani, 1973).