Il dopoguerra: le associazioni degli insegnanti
dalla fase unitaria alla contrapposizione politico-ideologica
Uno dei primi eventi dell'Italia post-fascista è la rinascita delle associazioni degli insegnanti, insieme a numerose riviste di vecchie e nuove testate. È del tutto comprensibile che così accadesse dopo un lungo periodo in cui era stata negata la libera espressione di stampa, e la cultura, in generale, era stata sottoposta a una sorta di libertà vigilata. Gli insegnanti, seguendo i più diversi orientamenti, riprendono subito un filo da troppo tempo interrotto, ed esprimono istanze o progetti di rinnovamento.
Dopo una prima fase di attività unitaria, il clima di "guerra fredda" determina nel 1948 la rottura dell'unità sindacale, e ciò ha un effetto diretto sull'associazionismo degli insegnanti, che a questo punto si disloca secondo una logica di schieramento politico e di contrapposizione ideologica.
Uno degli aspetti fondamentali del panorama dell'associazionismo del dopoguerra è costituito dalla caratterizzazione delle associazioni in cattoliche e laiche, la cui attività è stata perlopiù svolta in termini contrappositivi. Ciascuna aveva i propri referenti pedagogici:
- i laici hanno fatto conoscere Dewey attraverso la loro più importante rivista, "Scuola e città";
- il Movimento di cooperazione educativa è stato ispirato dalle esperienze di Elise e Célestin Freinet;
- i marxisti hanno fatto circolare le opere di Makarenko
- i cattolici quelle di Maritain.
Non intendiamo qui soffermarci sull'attività delle numerose associazioni rinate o fondate in questo periodo; forniamo solo alcuni dati su alcune tra le più importanti.
I principali punti di riferimento associativo culturale e professionale degli insegnanti secondari sono stati nel dopoguerra:
la FNISM, che si ricostituì nel 1946 a Milano ad opera di Antonio Basso e di altri insegnanti che avevano militato nei Comitati di Liberazione; dopo un'iniziale esperienza unitaria si verificò la frattura tra la componente laica e quella cattolica e la confluenza di ciascuna di esse in associazioni diverse ;la FNISM è rimasta legata soprattutto alla tradizione del laicismo di tipo repubblicano;
l' UCIIM, Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi, fondata da Gesualdo Nosengo il 18 giugno 1944, aderente alla Consulta della pastorale ecclesiastica della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), costituita da ispettori, presidi e docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.
I maestri furono rappresentati da:
l' AIMC (Associazione Maestri Cattolici), un'altra importante associazione cattolica nata nel 1946, la quale ha esercitato una grande influenza nella scuola elementare fin verso la fine degli anni Sessanta.
il MCE (Movimento di cooperazione educativa), laico di sinistra nato nel 1951; un'associazione prevalentemente anche se non nesclusivamente di maestri; protagonista di battaglie come quelle per il tempo pieno e l'integrazione degli alunni handicappati
Negli anni Settanta, in un periodo di progressivo offuscamento dell'associazionismo e di dirompente protagonismo sindacale, viene costituito a Roma (1972) il primo centro CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), promosso da due dirigenti del PCI, Bice Chiaromonte e Luciana Pecchioli. Il CIDI si proponeva essenzialmente di contribuire a realizzare una scuola democratica nelle strutture, nei rapporti interni ed esterni, operando sugli stili di insegnamento e sull'aggiornamento delle pratiche didattiche, senza però intervenire sulla professionalità docente nei suoi aspetti giuridico-economici, ormai considerati di esclusiva competenza sindacale.