La formazione degli insegnanti
Gli ingredienti per la formazione degli insegnanti
L' insegnante è il cuore del sistema, e ha bisogno di molto aiuto, di molto sostegno. Le foto sopra ci mostrano insegnanti in un corso di formazione che provano, sperimentano per familiarizzare con la scienza e la metodologia di insegnamento.
Sono stati predisposti moduli di formazione per le varie classi, prima, seconda ecc.. . Inizialmente abbiamo utilizzato molti moduli ideati negli USA e poi li abbiamo adattati, perché è fondamentale adattarli alle varie realtà.
Pollèn adatta i moduli, le buone pratiche di questo o quel paese.
Abbiamo prodotto dei kit, abbiamo messo a punto dei centri pilota, dei centri-risorse, con la partecipazione degli scienziati. Abbiamo aperto dei forum di discussione, dei centri di consulenza ed utilizziamo internet. Tutto ciò completa gli strumenti a disposizione per la formazione.
Per quanto riguarda nello specifico i contenuti e i modi della formazione degli insegnanti, va sottolineato che prima di tutto bisogna aiutarli a capire che cos'è la scienza, far capire loro che non è una raccolta di risultati, ma è la capacità d'interrogarsi, che la scienza non ha bisogno di macchine estremamente complicate (che è invece il messaggio che passa attraverso le trasmissioni televisive), ma che la scienza comincia semplicemente dall'osservazione dell'ombra proiettata da un albero sulla terra o dall'osservazione di un bicchiere d'acqua.
Gli ingredienti per la formazione sono la meraviglia, lo scambio, la comunicazione.
Ebbene perché ciò avvenga non c'è nessun altro modo di procedere, se non quello che gli insegnanti stessi pratichino quello che poi chiederanno di fare ai bambini. Questo è ciò che noi chiamiamo la messa in situazione, la contestualizzazione. L'insegnante farà lo stesso percorso d'investigazione, d'ipotesi, d'interrogazione che faranno i suoi alunni. Questo è il cuore di una seduta di formazione.
Ecco, qui vorrei citare il titolo del nostro incontro: "Perché l'acqua bolle?" Si potrebbe rispondere a questa domanda a moltissimi livelli, a livello della scuola primaria, ma anche a livello della meccanica quantistica. Si tratta di una domanda che potremo continuare a porci nei prossimi anni, così come gli scienziati hanno continuato a porsela negli ultimi 200 anni.
Kelvin diceva:"Datemi una bolla di sapone e potrò passarci tutta la vita sopra a studiarla e trarre, l'una dopo l'altra, tutte le lezioni della fisica". Kelvin aveva ragione. Questo significa che non vi è una situazione scientifica vera e propria, privilegiata, eccezionale, ma che tutto fa scienza, tutto si presta alla scienza.
Potremmo anche citare il magnifico esempio del nostro collega fisico Pierre Gilles de Jennes, premio Nobel della fisica, deceduto lo scorso anno, che ha creato l'immenso campo nuovo della scienza della materia molle, di queste forme di organizzazione della materia che troviamo, per esempio nei cristalli liquidi, che rientrano negli schermi dei computer, oppure negli orologi, che troviamo anche in un sacco di sabbia o in un pacco di farina che ci serve per fare la torta. E' indispensabile che tutto ciò venga ben capito dagli insegnanti.
Coaching da parte di scienziati.
Oltre al tipo di formazione che ho descritto, abbiamo predisposto un accompagnamento degl i insegnanti da parte di scienziati veri e propri. Dove è possibile viene fatto localmente, per esempio nelle città universitarie, nei luoghi dove vi sono istituti di ricerca, dove non è possibile viene fatto a distanza. Naturalmente abbiamo cercato di spiegare al governo e al Ministero della Pubblica Istruzione che è importante portare avanti un progetto simile con il sostegno dell'Accademia delle scienze.
Incongruenza fra i tempi delle riforme e i tempi della politica
Ma il rapporto con i politici non è facile.
Il tempo necessario per il cambiamento del sistema di insegnamento delle scienze, ma anche per quello di altre discipline, è compreso tra i dieci e quindici anni, mentre il tempo di permanenza di un politico, normalmente, è compreso tra uno e due anni.
Da quando abbiamo avviato il progetto "Le mani in pasta" ho incontrato ben undici ministri dell' istruzione e ogni volta bisogna spiegare tutto daccapo.
Quindi vi è totale incongruenza fra questi due tempi.
E' pertanto necessario che vi sia un ente in grado di portare avanti un progetto di cambiamento di lungo respiro.