La dimensione valoriale/normativa concerne l’etica pubblica e questa riguarda
- il rapporto con le istituzioni (dello stato e del mercato),
- il rapporto con il mondo della società civile (associazionismo e volontariato),
- l’ambito dei rapporti interpersonali, vale a dire la capacità di “stare insieme agli altri”.
Per ognuno di questi ambiti di etica pubblica possiamo individuare una serie di comportamenti osservabili e tentativamente chiederci se si tratta, e in che misura, di reati, di vizi oppure, in qualche caso, di virtù.
Di seguito alcuni esempi :
- Rifiutarsi di andare a votare perché non si crede nell’utilità/efficacia del voto
- Non andare a votare per indifferenza o pigrizia
- Non andare a votare perché si è disgustati dalla politica
- Aiutare un compagno in difficoltà a fare bene un compito in classe per fare in modo che venga promosso
- Falsificare la firma dei genitori per giustificare la propria assenza a scuola
- Allungare l’occhio sul compito del compagno per copiare la soluzione del problema di matematica
- Farsi fare dal medico un certificato di malattia per assentarsi dal lavoro durante un “ponte” tra due festività
- Fare lo sgambetto a un avversario durante una partita di calcio cercando di non farsi vedere dall’arbitro
- Sottrarre da una farmacia un farmaco molto caro per poter curare una persona indigente e priva di assicurazione sanitaria
- Vendere, da parte di un negoziante, a prezzo scontato, un cibo dopo la data di scadenza anche se nin avariato
- Nella redazione del bilancio annuale di un’impresa gonfiare le spese in modo da ridurre il reddito imponibile e pagare meno tasse
- Disperdere nell’ambiente (terra, acqua, aria) sostanze inquinanti
- Prendere in giro un compagno a causa di una sua malformazione fisica
- Viaggiare sui trasporti pubblici senza biglietto
- Saltare la coda per i biglietti alla stazione per non correre il rischio di perdere i treno
- Promettere un regalo al funzionario del Comune per facilitare l’ottenimento di una licenza
- Provocare un danno ad una vettura parcheggiata nel tentativo di parcheggiare la propria e allontanarsi senza lasciare un proprio recapito
- In un dibattito pubblico interrompere frequentemente colui che sta parlando facendogli perdere il filo del discorso
- Varie terapie sono state tentate, il paziente è in coma, il medico decide di sospendere tutte le cure
- E’ giusto reagire anche con la violenza se di subisce un torto o un insulto
Questo elenco è puramente indicativo e potrebbe essere allungato a piacere. Come si vede, è anche molto eterogeneo, alcuni comportamenti riguardano i rapporti con lo stato, altri con il mercato, altri ancora si riferiscono ai rapporti sociali della vita quotidiana che possono capitare a chiunque.
- Alcuni non sono per nulla problematici nel senso che la norma violata è chiara e non si presta a interpretazioni differenti,
- altri sono più controversi nel senso che l’ammissibilità o meno dipende dalle circostanze del contesto,
- altri ancora esprimono dei veri dilemmi etici che si presentano quando il comportamento relativo è posto di fronte a valori contrastanti.
Esercizio del dibattito politico
Ognuno dei comportamenti sopra elencati, e molti altri ancora, si presta come punto di partenza per un’elaborazione didattica e una riflessione collettiva in classe.
Questo è di fatto il nodo centrale dell’intera questione della educazione alla cittadinanza. Infatti, a parte alcuni, peraltro indispensabili, spazi entro i quali trasmettere informazioni organizzate (quella che prima abbiamo chiamato la dimensione cognitiva) e dove si può far ricorso agli strumenti didattici tradizionali (testi e lezioni frontali), questo insegnamento richiede didattiche attive fondate sulla partecipazione diretta dei discenti. Se con una certa periodicità (mettiamo, ogni due settimane), la classe fosse chiamata a discutere di un tema rilevante e/o di attualità, dopo una breve presentazione introduttiva del docente, si creerebbe uno spazio, una palestra, per la formazione delle competenze necessarie all’esercizio della cittadinanza. Il metodo didattico stesso fa parte dei contenuti educativi, la cittadinanza democratica non si fonda su un sapere che viene dall’alto, ma su una pratica che deve essa stessa essere oggetto di addestramento.
Inoltre imparare ad argomentare le proprie idee di fronte a un pubblico è anche un modo straordinario per affinare le proprie competenze linguistiche.