Copiare a chi/a cosa nuoce?

Il senso che gli alunni assegnano alla violazione del divieto di copiare appare chiaro dalle risposte alla domanda: “Chi danneggia copiare in classe?” Per due alunni su tre non ci sono dubbi, copiare nuoce allo studente stesso che prendendo un buon voto inganna se stesso. Il 13% individua il bersaglio della violazione in quelli che hanno studiato e non copiano, intendendo forse rendere omaggio al valore dell'impegno. Il 6% sceglie la persona dalla quale si copia, quasi a segnalare il senso di un'appropriazione indebita. La risposta il professore della materia, in cui affiora il senso di colpa per averla fatta in barba al docente, ottiene il 2%.

L'ultima modalità di risposta, copiare non danneggia nessuno, rovescia il senso della domanda. Il fatto che raccolga solo il 6% è positivo, mostra che tra le scolaresche non sussistono ampi spazi di cinismo. Ma non c'è da rallegrarsene troppo non appena si rileva che la modalità l'interesse comune all'onestà e alla correttezza è sottoscritta da un misero 5% degli alunni.

Potrebbe sorgere il dubbio che quest'affermazione suoni astratta e incomprensibile ai rispondenti perché concettualmente troppo ardita per le capacità intellettive degli alunni, particolarmente dei più piccoli della V elementare. A contrastare tale ipotesi c'è però il fatto che il numero degli alunni che la sottoscrivono è uguale o maggiore tra i bambini più piccoli rispetto ai più grandi (il 6% tra gli scolari di V elementare e tra i 10-11enni, il 4% tra i 15enni degli alunni della III media). Piuttosto che rispecchiare i limiti dello sviluppo cognitivo degli alunni, lo scarso seguito di questo tipo di risposta è forse il contrassegno culturale di una società scarsamente dotata di senso pubblico che non può trasmettere ai giovani il misero patrimonio che possiede.

Le differenze tra gli alunni e gli studenti nell'identificare la “parte lesa“ dal copiare sono consistenti. A cominciare dal fatto che pochi alunni (3%), ma parecchi studenti (27%) si sottraggono, forse infastiditi, alla domanda. Venendo ai vari tipi di risposta, Lo studente stesso che copia passa da 65% degli alunni al 27% degli studenti, le altre risposte variano in misura contenuta. I mutamenti rispecchiano lo sviluppo psicologico dei giovani. Con il crescere dell'età diminuiscono le espressioni autoreferenziali, aumenta l'importanza dei rapporti con gli altri - gli insegnanti e i compagni – si rafforza il riconoscimento delle regole della convivenza; cresce l'indicazione dell'interesse comune all'onestà come “parte lesa” dal copiare: passa dal 5% di consensi tra gli alunni al 9% tra gli studenti.

La maturazione delle coscienze, di per sé fisiologica, non riesce a nascondere l'estrema modestia delle dimensioni che raggiunge. Nella maggior parte dei casi al crescere dell'età si sviluppano forme ideologiche e tratti culturali che legittimano il copiare e determinano il proliferare delle pratiche di raggiro. Da un certo punto di vista questa tendenza può anche non destare meraviglia, i comportamenti trasgressivi diventano più frequenti man mano che i ragazzi crescono e passano dall'infanzia all'adolescenza. Non ci pare però che questa sia una buona ragione per minimizzare la portata del fenomeno di cui ci stiamo occupando, ma semmai una ragione di più per studiarlo, prevenirlo e contrastarlo.

L'analisi dei dati mostra che la pratica e la cultura del copiare sono socialmente trasversali. Variano scarsamente con l'appartenenza nella stratificazione sociale. Non conta l'occupazione dei genitori. Sul piano della rappresentazione di ciò che il copiare lede non emergono differenze né di classe di né di ceto.

La magra percentuale di risposte che mettono in conto “l'interesse comune all'onestà e alla correttezza” è uguale per tutti. Soltanto il grado d'istruzione dei genitori e il rendimento scolastico che a esso si collega influenzano moderatamente sia la pratica sia il giudizio relativi al copiare, nel senso intuitivo che più alto è il titolo di studio, più bassa la frequenza del copiare e più severo il giudizio. Però il legame con queste variabili è presente esclusivamente tra gli alunni, tra gli studenti delle superiori la trasversalità socioculturale è totale. E' opportuno indagare che cosa accade nel grado precedente della scolarità.

Grafico N. 8 - Chi/cosa è danneggiato dal copiare?

Grafico N. 9 - Chi/cosa è danneggiato dal copiare? Tendenza per gli alunni

Grafico N. 10 - Chi/cosa è danneggiato dal copiare? Tendenza per gli studenti

video (3/3) di un passaggio significativo (3 min 34 sec.):

 

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