Abstract della relazione di Marcello Dei

Notizie sul relatore

Marcello Dei è un sociologo notissimo nel mondo della scuola fin da quando condusse con Marzio Barbagli la famosa ricerca sugli insegnanti, Le Vestali della classe media, 1972.

Professore dell'Università di Urbino, è autore di numerose opere tutte edite da Il Mulino, tra cui ricordiamo:
La scuola in Italia,
2011;
Economia e società nella cultura dei giovani.
Rappresentazioni e credenze degli studenti medi,
2006;
Colletto bianco, grembiule nero.
Gli insegnanti elementari italiani tra l'inizio del secolo e il secondo dopo guerra,
1994.
Infine
Ragazzi si copia.
A lezione di imbroglio nella scuola italiana
del 2011, da cui abbiamo tratto il titolo e il contenuto della sua relazione.

Ragazzi si copia!


Copiare in Italia. Il fenomeno è tanto diffuso quanto ignorato dalle autorità scolastiche, dai pedagogisti, dai sociologi, forse per la convinzione che copiare in classe il compito o qualsiasi altra prova di valutazione rientri nell'ordine naturale e immutabile delle cose. Bullismo e violenza degli studenti hanno polarizzato l'attenzione dei media, relegando in secondo piano altre forme di comportamento deviante non altrettanto vistose, ma non meno dense di effetti. Copiare è un compendio di imbrogli e trucchi che falsificando la verifica degli apprendimenti svuota di senso la regola che la istituisce e cancella il merito.

Dio ci guardi dall'istituire un cortocircuito tra il copiare a scuola e gli episodi di quotidiano malcostume pubblico e privato. Tuttavia, nella nostra immaginazione serpeggia il dubbio che le copiature scolastiche abbiano qualche attinenza con certi frequenti casi di cronaca: prove di concorso fraudolente, giochi televisivi truccati, false prescrizioni mediche, test di ammissione alle facoltà taroccati, falsi invalidi, per non parlare di evasione fiscale, di abusi edilizi, di false attività finanziate dall'Ue e via elencando. Non è insensato supporre che qualche nesso di interdipendenza tra i due fenomeni sussista e che in parecchi casi la tendenza a imbrogliare si sviluppi oltre i compiti e oltre la soglia della classe più che in altri Paesi a noi vicini.

La ricerca

Abbiamo osservato il fenomeno del copiare in due fasi della vita e dell'esperienza scolastica degli allievi realizzando due ricerche campionarie riguardanti:

I risultati dell'indagine sugli studenti del triennio della secondaria di II grado hanno messo in evidenza tre caratteristiche. Copiare in classe è un comportamento:

I risultati degli alunni della scuola secondaria di primo grado e della V elementare presentano caratteristiche simili a quelle degli studenti, sebbene meno intense. Gli alunni copiano e giustificano il copiare in misura inferiore rispetto agli studenti.

Pur diverse tra loro per vari aspetti, entrambe le indagini utilizzano la medesima metodologia nelle parti cruciali di cui daremo notizia:

  1. la frequenza del fenomeno,
  2. le emozioni e i sentimenti che gli alunni provano dopo aver copiato,
  3. il giudizio sul copiare,
  4. la rappresentazione della “parte lesa” dal copiare.

E' possibile quindi mettere a confronto i risultati dei due campioni e osservare concordanze e differenze che emergono circa la diffusione e il significato del fenomeno tra gli alunni della media e tra gli studenti del triennio della superiore. Grazie alle fasce d'età degli allievi della media e della 5^ elementare (10-13enni) e del triennio della secondaria superiore (16-19enni), il confronto può dare un'idea della dinamica del copiare nel corso della vita dall'infanzia all'adolescenza.

Copiatori si diventa

L'arte di copiare non è né estemporanea, né casuale. E' il frutto di un processo di apprendimento e di socializzazione che inizia nelle elementari, dove probabilmente persistono incertezze cognitive circa le regole sociali e il loro significato, si sviluppa negli anni della crescita e nel corso della frequenza scolastica fino a raggiungere il livello più alto nell' ultima classe della secondaria superiore.
Non si esaurisce nella prassi e nella tecnica della copiatura.

Collocandosi sullo sfondo di immagini collettive, di credenze e di atmosfere condivise, comprende gli stati d'animo, il giudizio morale e il modo di rappresentare la “parte lesa”.
Si diffonde e si radica gradualmente con il succedersi delle classi, con il trascorrere della vita dell'individuo dall'infanzia fino alla soglia dell'età adulta, seguendo il trend dei comportamenti trasgressivi su cui pesa la “tempesta ormonale” dell'adolescenza.

Lo specifico scolastico

Se un sistema sociale – sia esso la famiglia, un gruppo, un'istituzione, il vicinato, la società – non sa instillare nella gioventù un senso di finalità e comunitario, una cospicua percentuale di adolescenti (…) inevitabilmente diventerà un problema per quella società.

Copiare varia scarsamente con l'appartenenza sociale.

Soltanto il grado di istruzione dei genitori influenza moderatamente la frequenza e il giudizio sul copiare, nel senso intuitivo: più alto il titolo di studio, più bassa la frequenza del copiare (mediata dal miglior rendimento scolastico) e più severo il giudizio.

Sul piano della rappresentazione di ciò che il copiare lede non emergono differenze né di classe di né di ceto.

La magra percentuale di risposte che mettono in conto “l'interesse comune all'onestà e alla correttezza” è uguale per tutti.

 

Nota metodologica

Per la raccolta del materiale empirico si è impiegato un questionario che studenti e alunni hanno compilato in classe sotto la sorveglianza di un insegnante referente in luogo di un'ora di lezione.

La prima tranche della ricerca (2000), sezione di un survey sui valori civici, si è valsa di un campione nazionale di 4.032 studenti del triennio della scuola secondaria superiore del Nord, del Centro e del Sud, rappresentativo dei diversi tipi e indirizzi di scuola.

La seconda tranche (2004), inserita in un'indagine sulla cultura economica dei giovani del triennio delle superiori, ha utilizzato un campione nazionale di 2804 studenti distribuiti nei diversi tipi e indirizzi di scuola delle aree geografiche del Paese.

La ricerca sugli alunni della scuola media e della quinta elementare “Pratica e rappresentazioni del copiare in classe” ha utilizzato un questionario semi-strutturato, che è stato somministrato ad un campione nazionale di 5.645 alunni delle scuole delle diverse aree geografiche del Paese.


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