LE RISPOSTE DELLE SINGOLE SCUOLE ALLE DIVERSITÀ
Abbiamo visto le risposte dei sistemi scolastici all'eterogeneità della popolazione scolastica, analizziamo ora come rispondono le singole scuole. Si verificano fondamentalmente due tipi di strategie:
1) Strategie di omogeneizzazione
2) Strategie verso la personalizzazione
1) Le strategie di omogeneizzazione
Le strategie di omogeneizzazione più conosciute sono 1) la ripetenza, 2) il raggruppamento per livelli di abilità.
1) La ripetenza
Nessuno dice agli insegnanti quanti ripetenti ci debbano o possano essere in una classe o in una scuola, questa è una responsabilità tutta loro.
In base a quali criteri si giustifica la ripetenza?
La ripetenza ha fondamentalmente quattro motivazioni:
- È bene per il gruppo avere un livello di preparazione uniforme, quelli di livello basso "sono un ostacolo". Ma cosa significa in realtà? Gli alunni che non seguono, perché le spiegazioni del docente sono standardizzate, uguali per tutti, disturbano e dato che disturbano il clima della classe è cattivo. Pertanto, è dannoso per il gruppo. Così l'alunno che va male e disturba viene bocciato, ma il problema viene semplicemente trasferito alla classe dove ripeterà l'anno..
- È bene per l'alunno che "i suoi compagni nel gruppo" abbiano un livello di preparazione simile, avrà risultati migliori. Ora che l'alunno debba stare con i suoi pari è acclarato, ma non uguali da un punto di vista dei problemi, delle esperienze, degli apprendimenti. Anche questo punto è stato molto dibattuto nella letteratura pedagogica ed è dimostrato che non è vero che si hanno risultati migliori se gli alunni sono omogenei per livello di apprendimento.
- Vi sono alunni che sono differenti e che "hanno bisogno di più tempo degli altri per apprendere", "ripetere qualcosa più volte" è un buon modo di apprendere. Non vi è dubbio che vi siano alunni che hanno bisogno di più tempo per apprendere rispetto ad altri, ma non è la ripetenza la soluzione. Bisognerebbe pianificare l'apprendimento in maniera diversa.
- Le scuole (gli insegnanti) non sono concepite per adattarsi agli alunni ma perché gli alunni si adattino ad esse. Come possiamo creare una scuola che si adatti agli alunni? Come possiamo chiedere ai docenti che loro si adattino agli alunni e non viceversa? Oggi, in presenza di processi di standardizzazione dell'insegnamento, e non di personalizzazione dell'apprendimento, devono essere gli alunni ad adattarsi e questo porta ai fallimenti noti.
Da un punto di vista internazionale risulta chiaro che la ripetenza non è efficace né da un punto di vista pedagogico, né da un punto di vista economico . Nell'ultima analisi dell'OCSE sulla ripetenza è stato calcolato che un ripetente costa $ 20.000 più di un non ripetente. Se moltiplichiamo questa cifra per il numero dei ripetenti, che in alcuni Paesi è addirittura attorno al 25%, il costo delle ripetenze risulta enorme.
La ripetenza è quindi questione molto seria che va riesaminata.
Sotto il tasso di ripetenza nelle regioni italiane secondo l'indagine PISA 2006

2) Il raggruppamento per livelli
La seconda strategia adottata da parecchie scuole a livello internazionale è rappresentata dai gruppi di livello. Il raggruppamento per livelli è una forma di individualizzazione collettiva, ma occorre considerarla con molta attenzione e da molteplici angolazioni.
Le motivazioni addotte sono di norma le seguenti:
a) i gruppi per livello aumentano l'eccellenza educativa del sistema. Attenzione però, anche qui la ricerca educativa è molto chiara nel denunciare che questo non è vero.
b) I gruppi per livello sono uno stimolo per quelli di livello più basso, poiché rappresentano una sfida a passare l'anno seguente a un gruppo di livello superiore. Anche questa affermazione è opinabile. Quando un ragazzo viene mandato al gruppo C, già "bollato" come gruppo debole da cui non ci si aspetta gli stessi risultati degli altri, che stimolo può avere? Quale speranza può avere di potere un giorno ipotetico passare al gruppo B o addirittura al gruppo A. Si tratta di una valutazione molto discutibile. Ci sono situazioni in cui i ragazzi del gruppo C possono passare al gruppo B e poi al gruppo A, ma sono casi assolutamente eccezionali. Cosa succede al gruppo dei ragazzi che rimangono al gruppo C? Sono individuati istituzionalmente come "falliti". In letteratura, la ricerca indica la scarsa efficacia didattica di questa strategia basata sui processi di omogeneizzazione, non di personalizzazione.
L'altra questione è se i gruppi di livello debbano essere stabili, come li ho finora indicati, oppure se possano essere temporanei (ad esempio per 2 - 3 settimane) e solo per alcune materie, per permettere di approfondire determinati contenuti con alcuni ragazzi, ai fini sia del recupero sia della valorizzazione delle eccellenze. Questo è, evidentemente, tutt'altro discorso, è un tentativo di farsi carico delle diversità senza segregazioni vere e proprie.
2) Strategie verso la personalizzazione
Ci sono diverse strategie che "tendono" alla personalizzazione dell'educazione, anche se difficilmente si può parlare di vero e proprio apprendimento personalizzato.
Se ne citano alcune:
Esperienze di prevenzione dell'insuccesso individuale
Attività di sostegno, accompagnamento e recupero individuale
Corsi opzionali per gli alunni: di scoperta di nuovi contenuti, di approfondimento di contenuti già oggetto d'insegnamento,
Lavoro cooperativo, come aiuto fra pari che sono fra loro eterogenei.