GLI INSEGNANTI E LA PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA
Che ripercussioni ha la personalizzazione degli apprendimenti sul ruolo degli insegnanti?
La prima considerazione è che la personalizzazione li spiazza, nel senso che mette profondamente in discussione la loro funzione tradizionale.
Vediamo allora alcuni dei possibili effetti.
1) La personalizzazione presuppone aspettative nuove e diverse: tutti gli alunni possono riuscire
Le aspettative determinate dalla personalizzazione sono diverse rispetto a quelle che i docenti hanno sempre nutrito all'interno della scuola tradizionale.
La personalizzazione si basa sul principio che tutti sono in grado di imparare.
Questo non significa che tutti raggiungeranno lo stesso livello, ma che tutti potranno/dovranno acquisire sufficienti livelli di apprendimento.
Se si è convinti di questo principio, la questione delle aspettative cambia e diventa fondamentale, poichè gli insegnanti dovranno alimentare attese di riuscita nei confronti di ciascun alunno.
La ricerca pedagogica ha dimostrato che avere aspettative positive verso gli studenti è condizione necessaria e indispensabile per avere buoni risultati.
2) La personalizzazione presuppone un nuovo rapporto pedagogico con gli allievi
La personalizzazione richiede anche un nuovo rapporto pedagogico con gli allievi.
Vediamone alcuni aspetti:
a) Dalla classe entità singola uniforme alla classe gruppo di diversi.
Si passerà dalla classe concepita come entità singola uniforme, alla classe intesa come gruppo di diversi. Non è più possibile un approccio unico per tutta la classe e se sicuramente non scomparirà un discorso comune, questo non sarà più il solo.
b) Dagli alunni davanti all'insegnante, all'alunno insieme all'insegnante.
Si passerà dalla lezione ex cathedra, cioè dagli alunni davanti all'insegnante, all'alunno che lavora e studia insieme all'insegnante.
c) Il gruppo come fonte di risorse.
Un altro aspetto nella relazione con gli allievi è che il gruppo non è più concepito come un insieme di soggetti a cui "dare" impegno e risorse, ma diventa esso stesso fonte di risorse. Si tratta di un vero e proprio cambiamento di prospettiva. Significa fare leva sull'apprendimento fra pari, concepire che ci possano essere alunni che in un dato momento insegnano ad altri alunni o imparano con gli altri. In questo senso il gruppo diventa una risorsa per l'apprendimento.
d) Dall'insegnamento collettivo all'apprendimento cooperativo.
Anche questa prospettiva è importante e si collega alla precedente.
3) Sguardo personalizzato sulla valutazione
Fra i cambiamenti indotti negli insegnanti dobbiamo anche considerare uno sguardo più personalizzato nei confronti della valutazione. La valutazione stessa può e deve essere personalizzata.
Ma cosa significa valutazione personalizzata?
Significa valutare i progressi degli alunni da due punti di vista:
a) individualmente, considerando da dove ciascuno è partito e dove ciascuno è arrivato;
b) socialmente, considerando i progressi del singolo rispetto al gruppo.
Attualmente la tendenza è quella di concentrarsi solo sul secondo elemento, trascurando il primo, ma questo metodo valutativo non può essere assunto in un'educazione personalizzata.
4) Nuove relazioni con gli altri insegnanti e gli altri agenti educativi
La personalizzazione richiede anche che si stabiliscano nuovi rapporti con gli altri insegnanti e gli altri agenti educativi . Su questo tema ci sono ricerche importanti, come quelle di Christian Maroy dell'Université Louvain-la-Neuve, che pongono l'accento sull'esigenza di svolgere un lavoro meno cellulare da parte degli insegnanti e più a livello di équipe educativa.
5) Cambiamenti indotti da una nuova edilizia scolastica adeguata alla personalizzazione
Ci sono poi cambiamenti che il docente non può controllare, ma che avranno comunque riflessi sulla sua professione, per esempio una nuova configurazione degli spazi scolastici, che la personalizzazione necessariamente indurrà.
Finora l'edilizia scolastica è stata standardizzata, aule e corridoi, nessuno spazio dove l'alunno possa svolgere un lavoro individuale, separatamente dal resto della classe, o in piccoli gruppi.
Non c'è nelle scuole attuali la possibilità di lavorare autonomamente senza disturbarsi reciprocamente.
Una nuova architettura scolastica si intreccerà inevitabilmente con una diversa organizzazione del lavoro degli insegnanti.
6) L'insegnante come direttore d'orchestra
In ultima analisi, se dovessi esprimere con una metafora il ruolo dell'insegnante all'interno di un'educazione personalizzata, direi che è quello di un direttore d'orchestra.
Proverò a chiarire cosa intendo.
Per prima cosa dobbiamo chiederci se vogliamo un'orchestra con molti strumenti oppure se vogliamo delle sotto orchestre - il gruppo dei tromboni, quello delle trombe, quello dei sassofoni, quello dei violini - con un direttore d'orchestra per ciascun sottogruppo omogeneo di musicisti. Ovviamente un vero direttore d'orchestra dirige tutti i gruppi insieme.
Per seconda cosa dobbiamo chiederci se vogliamo che suonino solo una partitura o tante partiture diverse, perché ci possono essere partiture musicali per i violinisti che non sono adatte per i trombettisti. Una vera orchestra dispone di diverse partiture.
Per terza cosa dobbiamo chiederci se vogliamo che risaltino solo i solisti o i gruppi, cioè se ad esempio va valorizzato solamente un trombettista molto bravo oppure deve risaltare tutto il gruppo dei sassofonisti? In una vera orchestra il direttore sa valorizzare entrambi.
Infine, per poter avere una orchestra che funzioni ciascun musicista deve esercitarsi individualmente con il suo strumento, nessuno può farlo al suo posto, poi deve imparare a suonare con altri che hanno il suo stesso strumento, poi dovrà imparare a suonare anche con musicisti che suonano strumenti diversi dal suo, infine dovrà suonare nell'orchestra. Un bravo insegnante dovrebbe condurre ciascuno allievo lungo questo percorso.
In conclusione: una rivoluzione copernicana
Provate ora ad immaginare le conseguenze che tutti gli elementi sopra indicati potrebbero avere su insegnanti abituati alla lezione ex cathedra e a considerare la classe in termini di insegnamento uniforme.
Pensate alle ricadute che potrebbero avere sulla formazione iniziale dei docenti, sui centri per la loro formazione e sui criteri per il loro reclutamento.
Possiamo dire senza esagerazioni che se si assumesse davvero la personalizzazione come principio informatore dell'educazione, ci troveremmo in presenza di una vera e propria rivoluzione nei modi di concepire non solo l'organizzazione degli studi degli studenti ma anche e soprattutto l'organizzazione del lavoro degli insegnanti e la loro preparazione.