Un pc per ogni studente : dal MIT alle prime esperienze italiane
Paola Limone
Docente della Scuola Don Milani, 1° Circolo di Rivoli (TO)
Il progetto “un computer per ogni studente” ideato da un team di docenti e reso possibile da una rete di relazioni intessute dal Gruppo Consiliare Regionale "Insieme per Bresso" ha previsto l'introduzione nell'anno scolastico 2008-2009 di computer ultraportatili a basso costo nella didattica consegnando ad ogni allievo una macchina e fornendo al docente unità didattiche subito utilizzabili.
La sperimentazione, che si sta svolgendo in tre classi di scuola primaria del Piemonte, consente all'allievo di portare il PC sia a scuola che a casa come un normale libro o quaderno.
L'obiettivo di usare un computer, al pari del materiale scolastico tradizionale e non come strumento accessorio, è certamente ambizioso e non è mai stato realmente sperimentato prima, e si sposa con la certezza che vada superato il modello “laboratorio di informatica”.
Il contributo sul progetto “Un pc per ogni studente” ne descriverà l'idea iniziale, le fasi di progettazione, i rapporti tra gli Enti coinvolti, le modalità di comunicazione.
Saranno inoltre presentate una programmazione di classe, alcuni esempi di attività svolte e le prime riflessioni a cinque mesi dall'avvio della sperimentazione.Una precisazione ADi
Il titolo che abbiamo autonomamente assegnato alla relazione di Paola Limone “Un pc per ogni studente: dal MIT alle prime esperienze italiane” merita da parte nostra un chiarimento. Non c'è collegamento diretto fra l'esperienza del 1° circolo di Rivoli e l'esperienza OLPC (One Laptop Per Child) del MIT ideata e condotta da Nicholas Negroponte. Quell'esperienza è secondo le parole dello stesso Negroponte “una risposta alla sfida globale di combattere l'analfabetismo, l'esclusione sociale e il divario digitale” e si fonda sulla formula “Get One Give One – G1G1”, cioè acquista un computer e regalane un altro, in modo che si possano distribuire gratuitamente nei Paesi in via di Sviluppo . La provincia di Firenze e quella di Brescia hanno fatto una convenzione con il MIT per l'acquisto di questi PC, denominati XO, e donarne altrettanti a un paese in via di sviluppo. Il laptop XO è un computer portatile, progettato a misura di bambino, con l'obiettivo di sfruttare al meglio l'innata capacità dei giovanissimi di imparare, condividere e produrre autonomamente. E' un computer di basso costo ma di discrete prestazioni. E' estremamente leggero e maneggevole e tuttavia molto robusto, resistente agli urti e ha una tastiera impermeabile.
L'esperienza che sarà illustrata da Paola Limone ha utilizzato altri computer, per quanto con caratteristiche simili, e non si fonda su alcuna convenzione con il MIT di Negroponte. Questo era doveroso puntualizzare per non confondere ciò che è stato fatto a Firenze e Brescia, con questo progetto piemontese.