La risposta del Miur alle Regioni
La risposta dell'amministrazione – dopo un lungo confronto avvenuto il 7 settembre 2005 – non si fa attendere e contiene la seguente “offerta ”:
i titoli che concludono gli attuali percorsi secondari dovranno essere "commutati" in quelli previsti dal nuovo ordinamento con una tabella di corrispondenza, che metterà in chiaro quali istituti si chiameranno licei e quali resteranno nel sistema di istruzione e formazione professionale;
l'attuazione della riforma del 2° ciclo è subordinata alla programmazione dell'offerta formativa da parte delle Regioni, per cui la trasformazione degli attuali percorsi tecnici o professionali in licei avrà i tempi e le scadenze, che i poteri locali vorranno imprimerle;
la quota di autonomia curricolare delle scuole fissata dal D.P.R. 275 del 1999 nel 15% viene maggiorata al 20%, all'interno di tale quota dovrà esercitarsi il potere delle Regioni di inserire aspetti o "curvature" curricolari di interesse locale;
la chiara affermazione che con la riforma inizia anche il processo di trasferimento delle competenze amministrative agli enti territoriali , così come previsto dalla costituzione e secondo le procedure previste dalla legge "la Loggia".
La risposta non affronta però gli spinosi temi della sperimentazione e della data di avvio della Riforma (2006/07).
E ancora rimangono dubbi e punti oscuri sui contenuti dei curricoli, in particolare non vengono date risposte soddisfacenti sugli istituti tecnici.