La ripetenza nel rapporto 2011 di Eurydice
Probabilmente è anche per questi interessi di carattere sistemico che nel gennaio 2011 è uscito un quaderno Eurydice sul tema “Grade Retention during Compulsory Education in Europe: Regulations and Statistics” reperibile in traduzione sul sito INDIRE con il titolo “La ripetenza nella istruzione obbligatoria in Europa: normativa e dati statistici”.
L'analisi delle leggi e della realtà della ripetenza si ferma - come spesso nei Quaderni Eurydice - al livello dell'obbligo, cioè ai 15-16 anni.
Il testo è al solito ricco di particolari sui diversi aspetti della questione e presenta grafici significativi che illustrano la consistenza del fenomeno nei diversi paesi presi in esame.
In sintesi, le conclusioni principali cui arriva sono le seguenti:
In Europa sono presenti due modelli:
- o è normata la progressione automatica (come in Islanda, Norvegia, Bulgaria ed informalmente nel Regno Unito)
- o viene permessa la ripetenza.
Ma non c'è una relazione lineare fra la previsione della bocciatura nella legislazione ed un suo reale utilizzo nella pratica. Infatti, le scuole dei diversi Paesi si comportano in proposito in modo molto diverso.
Le bocciature nella scuola primaria vanno dal 2% della Grecia al 22% dell'Olanda; nella scuola secondaria di 1° grado si va dallo 0,5% della Finlandia al 31,9% della Spagna.
La ragione delle differenze è l'esistenza o meno nei diversi Paesi di una cultura della ripetenza, cioè dell'idea che ripetere un anno sia utile per l'apprendimento degli allievi. E' questa che determina le dimensioni del fenomeno, molto più delle leggi.
Più che di cambiare le norme, la sfida dunque, secondo Eurydice, è quella di mettere in discussione alcune opinioni e credenze aprioristiche a proposito dell'utilità della ripetenza e definire un approccio alternativo per gestire le difficoltà di apprendimento degli allievi.