Le vie d'uscita dal “ghetto”

Se si vuole dare un senso alla frase “pari dignità”, bisogna fare dell'istruzione professionale un percorso appetibile, non ghettizzato nè separato. Per raggiungere questo obiettivo devono essere messe in campo diverse strategie.

•  La prima operazione necessaria e indispensabile è quella di attribuire l' amministrazione di tutte le scuole alle Regioni - che devono assorbire gli Uffici Scolastici Regionali - con deleghe agli enti locali e agli istituti scolastici;

•  Si tratta poi di stabilire che tutti i ragazzi indipendentemente dall'indirizzo frequentato (liceale o professionalizzante, nella scuola o nell'apprendistato) acquisiscano entro i 16 anni un nucleo fondante di competenze essenziali comuni, condizione indispensabile per consentire la flessibilità dei passaggi e il lifelong learning;

•  E ancora, occorre superare vecchi pregiudizi e antichi schemi nei confronti della formazione attraverso il lavoro, dedicando il massimo di attenzione e di investimenti al nuovo apprendistato, ossia ad una vera formazione in alternanza, che continua ad essere la grande assente del sistema di istruzione e formazione nel nostro Paese.

•  Va poi superata la così detta integrazione fra istruzione e formazione professionale: costi eccessivi, inutili gonfiamenti degli organici, risultati non apprezzabili. Bisogna dire senza mezzi termini che questa soluzione nulla ha a che fare con questioni educative e formative, ma è solo questione di interessi corporativi;

•  Infine, ma non per importanza, si tratta di valorizzare tutto la filiera dell'istruzione tecnico-professionale, con:


ADi Associazione Docenti Italiani
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