Il pasticciaccio dell'istruzione professionale

Una chiara dimostrazione della mancanza di chiarezza nella nuova ripartizione delle competenze fra Stato e Regioni, la si ha analizzando il processo che riguarda l'istruzione professionale. Il motivo principale che l'ha relegata a segmento residuale è stata la convinzione (praticata) che il sistema dei licei sia tuttora amministrato dalla Stato, e che la sola istruzione professionale debba essere gestita dalle Regioni, confinandola ad una sorta di ghetto rispetto alla restante istruzione.

Ma vediamo innanzitutto il destino subito negli anni dall'istruzione professionale

L'istruzione professionale dal 1948 ad oggi

1948 - Titolo V Art. 117. L'articolo stabilisce che la Regione emana norme legislative, nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sull' istruzione artigiana e professionale.

1978 - Legge n. 845. Solo negli Anni Settanta, con l'istituzione delle Regioni, cominciarono a prendere corpo le norme costituzionali sull'istruzione professionale. Fu la legge 845/1978 “Legge quadro in materia di formazione professionale”, a dare applicazione, dopo 30 anni, all'art. 117. Gli Istituti Professionali, però, cresciuti nell'alveo dell'istruzione statale, si schierarono contro la propria regionalizzazione. La legge 845 sancì allora la distinzione fra “formazione professionale” , termine non presente nella norma costituzionale, e “istruzione professionale” assegnando la prima alle Regioni e mantenendo la seconda in capo allo Stato.

1998 - Decreto legislativo n. 112. Bassanini, dopo avere tentato di rilanciare il passaggio alle Regioni di tutta l'istruzione professionale, incappò nella stessa opposizione di vent'anni prima, e alla fine alle Regioni furono trasferite solo poche decine di Istituti Professionali, quelli privi di corsi quinquennali.

2001 – Nuovo Titolo V art. 117. Nonostante questi precedenti e questi inequivocabili segnali la Legge n.3 di riforma costituzionale ha riproposto sia l'anomalo dualismo fra “formazione” e “istruzione” professionale , sia la separazione dell'istruzione professionale dal resto dell'istruzione secondaria superiore, senza sancire con estrema chiarezza che l'amministrazione di tutte le scuole è regionale, che i docenti e i dirigenti dell'istruzione professionale non saranno giuridicamente e contrattualmente separati dagli altri docenti ai quali sono da sempre uniti. Solo così, non si sarebbe generata la reazione verso una regionalizzazione vissuta come “ghettizzazione”.


ADi Associazione Docenti Italiani
Torna ad inizio pagina