Osservazioni sui dati

Il QS non ha affrontato l'articolazione gestionale tra autonomia e decentralizzazione, ma ha puntato i riflettori su tre diversi aspetti della decentralizzazione:

Dalle risposte al QS non si percepisce per ora nessuna tendenza in un senso od in un altro.

Le intenzioni sulle strategie da applicare a proposito delle quote regionali dei piani di studio potrebbero offrire indizi in materia, ma questi sono assai labili per trarre una conclusione netta su questo punto. Delle regioni a statuto ordinario, quattro dichiarano di voler utilizzare la propria quota parte, mentre altre quattro rifiutano tale possibilità, ritenendo di dover assegnare questa competenza alle scuole autonome. Infine due non hanno ancora assunto decisioni in merito. Questa diversità di atteggiamenti rivela la presenza di un disaccordo notevole tra gli assessorati regionali circa lo statuto e le competenze delle scuole autonome. Per contro tutte le regioni a statuto speciale e le province autonome sono del parere di utilizzare la propria quota dei piani di studio.

Sulla questione delle “quote” occorre sottolineare che la normativa introdotta dal Dlgs 226/05 ripresa dal DM del 28-12-2005 e confermata dal ministro Fioroni con DM 47 del 13-06-06, attribuisce il 20% della quota dei piani di studio alle istituzioni scolastiche nell'ambito degli indirizzi definiti dalle Regioni, modificando, modifica l'impostazione della legge delega 53/03 che all'art. 2 comma l stabilisce "i piani di studio ... prevedono una quota, riservata alle regioni ..."

Per quanto concerne le reti di scuole, le informazioni ricevute dal questionario sono poche o nulle.

Molto eloquenti sono le risposte sugli interventi di sostegno all'autonomia. La grandissima maggioranza delle regioni a statuto ordinario e tutte le regioni a statuto speciale nonché le province autonome è favorevole a programmare interventi di sostegno all'autonomia. Questa risposta rivela la consapevolezza dell'importanza di un compito che potrebbe essere centrale nel trasferimento di competenze al livello regionale, ma alla domanda sulla tipologia degli interventi la maggioranza si limita a segnalare la formazione dei docenti e dei dirigenti, il che indica una notevole difficoltà a tratteggiare la sfera complessiva delle competenze regionali in materia. La similitudine delle risposte rivela anche poca creatività dal punto di vista amministrativo.


ADi Associazione Docenti Italiani
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