Parte I - Osservazioni sui dati

Il tema solleva la questione della divisione e in parte sovrapposizione delle competenze fra Uffici Scolastici Regionali dipendenti dal MIUR e Assessorati regionali all'istruzione e alla formazione su cui pochissimo si è discusso e ancor meno deciso. Tale situazione determina confusione politica e incertezza sul futuro.

Le risposte a questo riguardo sono eloquenti.

Nella maggioranza delle regioni (11 su 15) non si è fatto nulla per chiarire questa situazione. Si convive cioè con l'ambiguità. Fra le regioni a statuto ordinario solo una ha deliberato che si dovrebbe superare questa situazione nota 1, ma ancora nulla è stato intrapreso nella realtà. Una situazione totalmente diversa è rappresentata dalla Val d'Aosta e dalla provincia autonoma di Trento dove gli USR, che lì si chiamano “Sovrintendenze”, sono diventati parti dei rispettivi assessorati. La recente riorganizzazione dell'assessorato trentino ha addirittura definitivamente eliminato anche il termine “Sovrintendenza”.

Otto regioni su quindici dichiarano di non avere assunto decisioni in merito per mancanza di chiarificazioni, mentre solo cinque regioni indicano che una delle questioni dirimenti è quella finanziaria.

Alla luce di questi dati complessivi, si potrebbe supporre che il modus vivendi in vigore sia conveniente per molte regioni al punto da renderle per ora poco sensibili nei confronti della costituzione di “un unico soggetto di regia, che assegnerebbe loro responsabilità molto maggiori delle attuali. Il trasferimento delle competenze dall'USR all'assessorato regionale, costituisce infatti il primo fondamentale passo per l'assunzione della piena responsabilità della gestione del personale e di una più rigorosa, efficace ed efficiente politica degli organici.

nota1 La Deliberazione del Consiglio regionale della Toscana del 29 luglio 2003 n. 137 contenente il Piano di indirizzo generale della L.R 26 luglio 2002 n.3 2, recita testualmente a pag.18 “L'integrazione fra sistemi presuppone un unico soggetto di regia operativa. Ecco perché sono ormai superate nei fatti le sedi periferiche del Ministero della pubblica istruzione le cosiddette direzioni regionali. La loro sussistenza contrasta già oggi sia con la ripartizione dei poteri di cui al Titolo V, sia con l'autonomia scolastica confermata e rafforzata costituzionalmente”.

ADi Associazione Docenti Italiani
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