Parte I - Indicazioni politiche

Su questo terreno sono esemplari, e dovrebbero essere prese a modello, le decisioni da tempo assunte da Val d'Aosta e Trento, che, ancor prima della riforma costituzionale del 2001, hanno messo in essere le loro competenze autonome, assorbendo, come si è detto, gli Uffici scolastici regionali all'interno dei propri assessorati.

Ora, se la situazione di stallo presente nel resto d'Italia, dovesse essere confermata nei prossimi mesi, il governo dovrebbe prendere con urgenza alcune decisioni quali:

riconoscere in modo inequivocabile che le competenze gestionali e programmatorie oggi assegnate agli Uffici scolastici regionali e ai CSA non rientrano più nei poteri dello Stato e spettano ad organi di governo decentralizzati

e passare ai fatti, concordando in Conferenza unificata Stato-Regioni tempi e modalità del passaggio delle competenze di tali uffici alle regioni, insieme al trasferimento, totale o parziale, del personale dipendente statale attualmente operante in tali uffici, le cui professionalità devono essere salvaguardate e utilizzate al meglio, per non creare vuoti o destabilizzazioni, pur in un contesto di razionalizzazione del numero degli addetti e di un loro efficace utilizzo.


ADi Associazione Docenti Italiani
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