Connessioni tra studenti capaci e riformatori efficaci

Cosa dice il Focus n. 34

immagine

L’importanza di capire  cosa c’è dietro ai risultati PISA

Il rilascio dei  risultati PISA invariabilmente genera vivaci discussioni sulle politiche educative da seguire all’interno dei diversi Paesi partecipanti.
Perché, si chiede OCSE, dovremmo interessarci di quanto si scopre da questa indagine triennale sul successo dei sistemi educativi nel preparare i propri studenti ad una vita piena e produttiva? Perchè PISA non è solo una fotografia delle performance degli allievi, ma è anche uno sguardo verso il futuro.
La recente Indagine Internazionale OCSE sulle competenze degli Adulti (PIAAC ) ha rilevato una forte correlazione fra i risultati nei diversi Paesi delle varie edizioni di PISA e le competenze in Literacy e Numeracy dei corrispondenti gruppi di età più tardi nella vita. I risultati di PIAAC mostrano anche che gli adulti con alte competenze hanno il doppio di possibilità di trovare lavoro e quasi il triplo di guadagnare uno stipendio al di sopra della media di chi ha basse competenze. In altre parole le scarse competenze limitano seriamente l’accesso a lavori meglio pagati e più gratificanti. Inoltre competenze più alte portano i soggetti a sentirsi più protagonisti e meno succubi dei processi politici e ad avere  più fiducia negli altri.  Cosi, correttezza, integrità e partecipazione sono correlate alle competenze dei cittadini.

Molte di queste competenze vengono acquisite durante l’istruzione obbligatoria. PISA non misura solo ciò che sanno gli studenti in prossimità della conclusione dell’istruzione obbligatoria, ma misura ciò che possono fare con quello che sanno.
Di eguale importanza il fatto che, mettendo in relazione le performance degli studenti con i fattori correlati, quali i loro atteggiamenti nei confronti dell’apprendimento, il loro retroterra socio-economico  e le politiche, gli investimenti e le pratiche dei Paesi partecipanti, PISA offre ai politici ed agli educatori uno strumento per identificare le politiche educative più efficaci a livello mondiale, dando loro l’opportunità di adattarle ai contesti locali.

I Paesi con i migliori risultati sono dislocati in diverse parti del pianeta

Nel corso degli anni PISA ha dimostrato che i Paesi che raggiungono i migliori risultatiin educazione – come il Canada, la Finlandia,Hong Kong -China, il Giappone, la Corea, la Nuova Zelanda e Shanghai-China – si trovano in diverse parti del mondo, hanno tradizioni culturali diverse e sono a diversi stadi di sviluppo.

Equità e qualità non si escludono

I risultati di PISA mostrano anche che i buoni risultati  non debbono essere necessariamente acquisiti a spese dell’equità: in alcuni dei Paesi  con alti risultati gli studenti svantaggiati ottengono gli stessi risultati degli avvantaggiati. Per esempio, Canada, Estonia,Finlandia, Hong Kong -China, Islanda, Corea e Liechtenstein mostrano tutti risultati in Lettura sopra la media e si tratta di Paesi in cui lo status socio-economico ha meno impatto che in altri. Equità ed alti risultati dunque non si escludono a vicenda.

Qualunque Paese può migliorare

Ora che PISA ha più di 10 anni si può anche mostrare l’evoluzione nel tempo.
Nel 2009 PISA ha identificato un insieme di Paesi che potrebbero essere considerati  riformatori di successo – Paesi dove i quindicenni alla fine della prima decade del nuovo millennio hanno ottenuto risultati migliori di quelli dei loro coetanei nel 2000.
Delle 26 nazioni con dati comparabili la metà è migliorata in Lettura  fra il 2000 ed il 2009, in particolare Albania, Brasile, Cile, Germania, Ungheria, Indonesia, Israele, Corea, Lettonia,Liechtenstein, Perù, Polonia e Portogallo. Il fatto che un gruppo così diverso di Paesi abbia conseguito questi successi  è una ulteriore indicazione del fatto che qualunque Paese può migliorare, indipendentemente dalla sua cultura, tradizioni, livello di sviluppo o livello di partenza.

Paesi come il Brasile, l’Indonesia ed il Perù sono migliorati al punto che il loro punteggio in Lettura è passato dall’essere molto al di sotto della media nel 2000 all’essere molto vicino alla media dei Paesi partecipanti nel 2009. Questi Paesi hanno ridotto significativamente la percentuale di studenti con bassi risultati in Lettura. Altri Paesi come Giappone e Corea hanno migliorato i loro risultati già buoni, aumentando la percentuale di studenti al più alto livello. In Albania, Cile, Germania e  Lituania, Paesi che inizialmente erano a livelli diversi, è diminuito il condizionamento dello status economico sociale sulle performance in Lettura ed i risultati generali sono migliorati.
Questi esempi dimostrano che si può migliorare a determinate condizioni, che PISA aiuta ad identificare.
Ma  PISA mostra anche che circa la metà dei Paesi non ha migliorato fra il 2000 ed il 2009.

I fattori che inducono miglioramento

Presi nel loro insieme, i risultati dimostrano che migliorare in educazione richiede:

  1. fiducia nelle potenzialità degli studenti,

  2. forte volontà politica,

  3. sforzi sostenuti e concentrati da parte di tutti gli stakeholders,

  4. responsabilità condivise.

Inoltre i risultati dimostrano anche che i Paesi che hanno ottenuto miglioramenti nel tempo lo hanno fatto attraverso:

  1.  riduzione della proporzione di studenti di basso livello,

  2.  aumento della percentuale di quelli di alto livello

  3.  attenuazione dell’impatto dello status socioeconomico sui risultati.

Adattamento degli studenti ad ambienti in rapida evoluzione

PISA cerca anche di cogliere la capacità degli studenti di adattarsi ad ambienti che cambiano rapidamente, innovando essa stessa le proprie indagini. Nel 2009, per esempio,ha testato gli studenti sulle capacità digitali di Lettura (navigazione in materiale on-line ed uso di informazioni acquisite per via digitale). Nel 2012, sono stati realizzate valutazioni digitali in Lettura, Matematica e Problem Solving.
In relazione ai problemi posti dalla crisi finanziaria del 2008 è stata anche realizzata una valutazione di Financial Literacy.

Ecco perché interessarsi ai risultati PISA

Così se vi chiedete perchè interessarsi ai risultati PISA, considerate il futuro dei vostri figli, le vostre stesse performance a scuola o al lavoro e la capacità del vostro Paese di competere. Ecco perché dovreste interessarvene.

Commento

 Prerogative e limiti di un’impostazione volontaristica

Andreas Schleicher – il capo di PISA in persona -riassume in questo Focus gli apriori “politici” di PISA: tutti gli studenti di tutti i Paesi possono raggiungere i più alti livelli purché si attivino le politiche adeguate che PISA cerca di indicare.
Questa impostazione volontaristica è senza dubbio un atto dovuto da parte di una organizzazione come l’OCSE che ha come compito precipuo quello di sviluppare nell’oggi le società umane, ed essere sprone per il futuro. Ed è importante che, come si dice nel Focus, i Paesi che migliorano abbiano tradizioni diverse.
Ma  questa impostazione è del tutto realistica? 
Dall’accademia- non solo italiana – vengono due diversi tipi di obiezioni che possono essere ben esemplificate dai saggi contenuti in un libro di recente pubblicazione: PISA, Power, and Policy. The emergence of global educational governance, a cura di Heinz–Dieter Meyer e Aaron Benavot,Oxford Studies in Comparative Education.
I filoni più ideologizzati del mondo pedagogico -che propendono anche a livello internazionale decisamente a sinistra - contestano che si cerchi di imporre un modello globalizzante di tipo funzionalistico che espunge la “cultura” dalla formazione.
Ma anche chi assume posizioni più laiche contesta che nelle sue analisi e nei suoi consigli PISA non tiene sufficientemente in conto il peso della storia dei popoli ed ancor più delle diverse loro antropologie.
 Come non pensare che nei fuochi di artificio matematici dei Paesi dell’Asia orientale non entri la struttura ancora tradizionale della loro società? Ma parliamo della famosa Finlandia.In un saggio della pubblicazione sopra ricordata si cita en passant il fatto che nel ‘600 in questo Paese luterano, e pertanto dedito alla lettura individuale della Bibbia, come must sociale, per avere l’autorizzazione dai pastori a sposarsi (e perciò riprodursi) si doveva dimostrare pubblicamente di saper leggere. Tre secoli dopo  Curzio Malaparte, inviato di guerra all’assedio di Leningrado da parte dei tedeschi, scrive dei finlandesi loro alleati, in ”Il Volga nasce in Europa”, che ciascuno, accanto alla propria postazione in trincea, aveva una bibliotechina di argomenti tecnici ma anche storico-letterari. E’ la storia, stupido!

(NOTA: adattamento dalla famosa frase di  Clinton “E’ l’economia, stupido”, non vorrei che qualcuno non la ricordasse e pensasse che do dello stupido a Schleicher)

In Italia

Fra i Paesi che non sono migliorati si annovera l’Italia. Precisiamo ancora una volta, perchè troppo spesso ci si dimentica di farlo: l’Italia del Sud! Quella del Nord se la cava più che dignitosamente, mentre quella del Centro continua nel suo complesso a non brillare.

Qui hanno proprio ragione i Focus. Per avere buoni risultati bisogna volerlo, perché si pensa che ci sia qualcosa da migliorare. Qualcosa si è mosso in questi anni, soprattutto in alcune regioni, ma soprattutto per iniziativa del centro nazionale e per la presenza di fondi europei da spendere. Le regioni del Sud hanno a disposizione da parecchie edizioni i loro specifici dati PISA: qualche Assessorato o USR ne ha mai fatto fare una analisi per capire cosa non va?

Pagina avanti
Indice della paginaTorna ad inizio pagina