Personale docente
PERSONALE DOCENTE - Sintesi del testo |
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Commento ADi
Un'impostazione vecchia che non risolve ma aggrava i problemi.
Le modalità con cui il piano vuole razionalizzare gli organici appartengono a un'impostazione antica che non risolve ma acuisce i problemi. Infatti l'aumento, all'interno dell'attuale rigida struttura organizzativa, del numero massimo di alunni per classe (oggi 28 scuola infanzia, 25 scuola primaria e secondaria di 1° grado, 28 scuola secondaria di 2° grado) , acuirebbe una situazione già molto pesante. Occorre voltare pagina e valorizzare l'autonomia delle scuole, che il piano al contrario svilisce.
E' tempo di demolire l'ingessata impalcatura delle classi e fare avanzare modelli nuovi, molto più snodati e aperti, che ciascuna scuola possa organizzare sulla base del proprio piano didattico e dei bisogni della propria utenza.
Si chiarisce quanto segue :
L'organico va definito per istituto e non per classi, sulla base di un indicatore che stabilisca il rapporto fra numero complessivo di allievi frequentati e numero di insegnanti.
L'organizzazione degli studi deve fondarsi su gruppi articolati che superino sia in orizzontale che in verticale la rigida struttura della classe. Devono potersi costituire gruppi sulla base dei diversi bisogni (sia degli alunni più deboli che delle eccellenze), o delle diverse competenze, ad esempio per l'apprendimento della lingua straniera (in nessuna scuola di lingue i raggruppamenti avvengono per età), per attività sportive, per l'apprendimento della lingua italiana da parte di alunni stranieri, ecc…,
E ancora devono potersi costituire gruppi piccoli in fase di primo accesso ad una scuola, bilanciati da gruppi più ampi in fase avanzata degli studi (oggi avviene, con gravi danni, l'esatto contrario: prime classi numerosissime che approdano in quinta in numero ridottissimo a causa della selezione in itinere, di cui la più pesante avviene proprio al primo anno)
A tutto questo si aggiunga che solo un'organizzazione così snodata consentirà l'introduzione di discipline opzionali che oggi appare ineludibile.
Occorre, senza più indugi prendere atto che la rivoluzione digitale ha sconvolto negli ultimi 15 anni i modi di apprendere delle nuove generazioni, introducendo modificazioni così profonde che la scuola non può più ignorare. Sta prendendo corpo ormai in molti paesi anche una radicale revisione dell'architettura scolastica, come ben chiarisce Paolo Ferri nel suo libro La scuola digitale. Sarà proprio la rivoluzione digitale a imporre, in tempi molto più ravvicinati di quanto non si pensi, un totale ribaltamento nell'organizzazione tradizionale dell'insegnamento/apprendimento dentro e fuori la scuola.