INTRODUZIONE

Così è se vi pare

a cura dell'ADi

La formazione-aggiornamento, attività fondante della funzione docente, è un diritto-dovere? "Così è se vi pare"

Nel Bel Paese ogni scuola dà una propria interpretazione. E' un diritto? Non sempre. E' un dovere? Quasi mai. E' un diritto-dovere? Dovrebbe, ma il termine appare esoterico.

In questo relativismo, vi è comunque una tendenza dominante: l'esclusione di qualsiasi obbligo di servizio in materia di formazione-aggiornamento.

Perché si è in questa situazione? Perché la formazione-aggiornamento, su cui dovrebbero poggiare riforme e innovazioni, è così poco praticata nelle scuole e quando lo è rimane il più delle volte un optional per i docenti ?

Forse una spiegazione va ricercata in 34 anni di norme pasticciate, nonché in enti preposti alla formazione che si sono rivelati inadeguati.

Non entriamo per ora nel merito degli organismi, ex INDIRE e IRRE ora ANSAS, che meritano un discorso a parte, ci limitiamo qui all'aspetto del diritto-dovere dei docenti, a partire dall'ultima norma varata: il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) per la Formazione, firmato il 18 marzo 2008. Un testo che, dopo la solita retorica sull'importanza della formazione, conclude genialmente che essa costituisce diritto per il docente e dovere solo per l'Amministrazione. Tradotto significa che la scuola deve organizzare e finanziare i corsi di formazione-aggiornamento, ma poi li frequenta chi vuole.

Ricordiamo, al riguardo, che all'inizio del 2008 il problema è stato sollevato in occasione di un incontro tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Forum delle associazioni professionali; di fronte a chi faceva osservare l'incongruità di mantenere la formazione come attività facoltativa, sia il Viceministro Bastico che il Direttore generale Cosentino si sono stretti nelle spalle, asserendo che in contrattazione non l'avevano "spuntata".

Ma è possibile tutto questo? Non si tratta ancora una volta di un'ingerenza delle organizzazioni sindacali su di una materia delegata alla legge? Il Testo Unico all'art. 282, non abrogato, afferma senza ombra di dubbio che l'aggiornamento è un diritto-dovere.

Crediamo sia dunque tempo di definire con chiarezza in che modo si esplica sia il diritto che il dovere. Ed è ora che la Pubblica Amministrazione si faccia garante contestualmente del riconoscimento di una professionalità, che non può essere ulteriormente impoverita, e del diritto dei cittadini ad avere un'educazione di qualità, che può essere impartita solo da docenti ben formati e periodicamente aggiornati.

Per meglio affrontare l'argomento, anche dal punto di vista giuridico, abbiamo chiesto un approfondimento al Prof. Carlo Marzuoli, Ordinario di Diritto Amministrativo alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze, che ancora una volta ci ha fornito un'analisi ampiamente documentata e argomentata di grandissima utilità. Mentre ringraziamo sentitamente il Prof. Marzuoli per questo nuovo prezioso contributo, ci auguriamo che esso possa sollecitare la riapertura della questione sia a livello nazionale che di singole scuole, e facilitare appropriate e qualificate soluzioni.

Di seguito sono pubblicate:

•  Uno schema panoramico di 34 anni di norme legislative e contrattuali, dai Decreti delegati del 1974 al recentissimo CCNI del 18 marzo 2008

•  La relazione del Prof. Carlo Marzuoli, Contrattazione collettiva e formazione-aggiornamento: un ulteriore immiserimento della funzione docente?


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