5° nodo:
Il ruolo dell'INValSI
Abbiamo visto che la legge 53/03 in vigore e gli specifici decreti attuativi, di cui alcuni ora sospesi, stabiliscono che una parte degli esami sia interna (predisposta dalla commissione d'esame) e una parte esterna predisposta e gestita dall'INValSI.
La Direttiva n. 27 del 14 marzo 2006 inviata dal MIUR all'INValSI stabilisce che l'Istituto deve “predisporre per l'anno scolastico 2006-2007, secondo la normativa attuativa dell'articolo 3, comma 1, lettera c) (nota 1) della legge 28 marzo 2003, n. 53, le prove a carattere nazionale sulla base delle relative indicazioni ministeriali .”
Questa prova, se confermata, si riferirà comunque solo all'esame finale del 1° ciclo (ex 3^ media), dove la riforma è già in vigore.
Ma è giusto che sia l'INValSI a predisporre le prove esterne?
Premesso che l'ADi ha sempre sostenuto con convinzione l'importanza di un rigoroso ed efficace servizio nazionale di valutazione così come dello sviluppo altrettanto rigoroso ed efficace di periodiche valutazioni del sistema scolastico, ha però da subito espresso perplessità sulla norma che attribuisce all'INValSI la competenza di predisporre e gestire parte delle prove degli esami di stato, per i seguenti motivi:
In nessun Paese la predisposizione e gestione di prove dell'esame di stato è affidata all' Istituto o Servizio nazionale di valutazione: ancora una volta un'inspiegabile anomalia italiana.
L'INValSI non ha autonomia scientifica, ma si limita a predisporre le prove “per la loro scelta da parte del Ministro” (Decreto legislativo 19 novembre 2004, n.286 art. 3 comma 1 b). Ora in nessun Paese, la scelta delle prove d'esame è affidata a un ministro-sovrano! Si perpetua in Italia una tradizione che risale ad epoca fascista e che nemmeno Berlinguer pensò di modificare. Questa assurda situazione non si verifica nemmeno nella centralistica Francia, dove tale compito è affidato alle académies (organi periferici regionali del ministero), che predispongono il lungo iter con cui vengono elaborate, testate e scelte le prove (si veda Nota 1).
Riteniamo pertanto che l'INValSI dovrebbe svolgere al meglio la valutazione che gli è propria, ossia forme multiple di controllo e monitoraggio per esaminare i risultati conseguiti da un sistema o dagli alunni di un sistema, che sfociano in apprezzamenti al servizio di politici, amministrazioni e scuole per prendere decisioni fondate e documentate. Non dovrebbe competere all'INValSI l'assegnazioni di voti o giudizi ai singoli alunni ai fini di promozioni o bocciature.