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"L2:
quali saperi irrinunciabili?"
di Luisa Benigni - ADI Perugia
docente
di lingua inglese presso IPSCT "F. Cavallotti " Città di Castello
(PG).
(Da
seminario IRRSAE UMBRIA)
Finalmente, dopo anni ed anni di totale stagnazione nel settore dell'insegnamento-apprendimento delle lingue straniere, nonostante il fervore delle istituzioni europee del centro-nord, le nostre autorità scolastiche hanno recepito i consigli derivanti dagli studi a livello europeo che hanno messo in luce i livelli insoddisfacenti nell' apprendimento delle lingue straniere. Le indagini hanno dato luogo alla messa a punto di utili linee guida che si sono basate sui seguenti principi.
L'apprendimento
delle lingue è [1]
PER TUTTI
Non
più il retaggio di una élite sociale, culturale od intellettuale. E' ora un
bisogno ed un diritto per ogni cittadino d'Europa.
PER LA VITA
Non
uno studio formale di strutture
grammaticali e di opere letterarie ma acquisizione di competenze necessarie per
la comunicazione quotidiana e per
apprendere tutta la vita.
PER IL DISCENTE
Non soltanto risposta
alle richieste della famiglia e della società ma anche agli interessi,
bisogni, desideri, aspettative e potenzialità dei discenti.
Al
centro dell'apprendimento delle lingue c'è la necessità di facilitare la
circolazione di idee e la mobilità delle persone, di rispondere alle attese ed
ai bisogni del futuro cittadino della società civile, dell'Europa e del mondo.
L'approccio che viene ora privilegiato anche a livello istituzionale è quello
di tipo utilitaristico-strumentale, che privilegia un inglese essenziale
finalizzato alla partecipazione attiva a situazioni di relazione interpersonale
e ad ambienti di studio e di lavoro.
Si prende atto finalmente che la conoscenza delle lingue e divenuto un elemento fondamentale nella formazione di base del cittadino.
Perciò
una delle priorità nelle scelte curricolari è
il raggiungimento di una competenza
pragmatica-comunicativa che sia una costante e sistematica attraverso i cicli e
continui nell'età adulta come apprendimento per tutta la vita.
Per
prima cosa cerchiamo di fare luce
su termini che sono usati correntemente in ambito-educativo didattico ma che non
sempre risultano avere gli stessi connotati per tutti
Competenza [2]:
ciò che una persona sa
fare, anche intellettualmente, in modo efficace, in relazione ad un determinato
obiettivo, ad un compito o ad
un'attività in un determinato ambito disciplinare o professionale.
Abilità:
unità di misura, specifica e limitata della competenza. Per essere competenza
ci vogliono varie abilità. E' possibile che un alunno sia abile nel coniugare i
verbi ma non sia competente nella traduzione, perciò non possiede l'abilità di
trasferire le conoscenze nell'ambito applicativo. Un alunno può leggere in modo
scorrevole e sicuro senza afferrare il senso di ciò che legge.
Conoscenza:
è il carburante che
alimenta abilità e competenze. Le conoscenze non costituiscono finalità
educative e formative ma strumenti per acquisire competenze. Conoscenze non come
fine dell'attività didattico-educativa ma come strumento per attivare abilità
e competenze specifiche delle singole discipline o trasversali a più ambiti
disciplinari.
L'esame
di stato si propone di verificare conoscenze,
competenze e capacità.
Queste
ultime sono spesso interpretate come " potenzialità" ma questa
concezione è soltanto parziale poiché la capacità si sviluppa e diventa
valutabile attraverso la competenza.
Questo ha infatti creato dei problemi ai commissari d'esame nella definizione degli strumenti e dei criteri di valutazione. Infatti non è pensabile di valutare le capacità se non ci sono le competenze. Le capacità si possono valutare soltanto attraverso la competenza (capacità creativa, applicativa, critica, i analisi, di sintesi, ecc.)
Capacità: comportamento
intellettuale o pratico che si rivela attraverso la competenza. Le
competenze hanno numerosi connotati che condizionano la programmazione
curricolare. Sono di vario genere: trasversali, generali o specifiche
dell'indirizzo di studi.
Per
sviluppare le competenze è necessario ricorrere a più discipline perciò è
necessario coordinare gli obiettivi della programmazione didattica. Gli alunni
più bravi riescono ad intuire i legami e le connessioni, integrando abilità e
conoscenze nella loro prestazione.
Ma
non tutti gli alunni hanno queste capacità e perciò la loro competenza risulta
spesso, incompleta e frammentaria.
Che
posto hanno dunque le conoscenze?
La
competenze richiedono conoscenze. Possiamo oggi dare per acquisita la
definizione di "sapere
minimo" come competenza, abilità, capacità di fare e
di essere.
Quali
competenze irrinunciabili, dunque, nella lingua straniera? Ma è possibile individuare competenze che siano obiettivi comuni a
tutti gli indirizzi sia in verticale che in orizzontale?
Possiamo
dire di avere oggi, finalmente dopo aver lavorato tra mille incertezze, un
quadro ben preciso di riferimento che può essere un ottimo sostegno alla libera
progettazione dei percorsi della lingua straniera incentrati su competenze
comunicative.
Le indagini condotte dalle commissioni in ambito europeo hanno dimostrato che gli studenti italiani non acquisiscono una competenza pragmatico- comunicativa nemmeno in una lingua straniera.
Questo
come è evidenziato nel libro Bianco di Cresson
dove si afferma che la scarsa conoscenza delle lingue impedisce la
mobilità lavorativa e perciò penalizza i nostri laureati o diplomati.
Anche
nel documento dei saggi si legge che ogni insegnante all'interno delle proprie
discipline deve enucleare ciò che "serve" per muoversi agevolmente
nella società di oggi.
Anche
il Ministro Berlinguer nella presentazione del progetto, evidenzia l'importanza
del possesso sicuro della lingua straniera, e dice "la
maggior parte degli alunni europei completa il livello dell'obbligo con un
livello di competenza insoddisfacente nell'unica lingua straniera studiata
……..non è ulteriormente sopportabile
per la società italiana che i
nostri allievi siano cosi fortemente penalizzati rispetto ai propri pari
europei……..[3]"
Ma
perché i nostri studenti non parlano le lingue? Quali sono le variabili che
influenzano negativamente il processo di apprendimento? Certamente non si
limitano all'insegnamento ma si estendono a tutto il sistema scolastico
tradizionale. Eccone alcune.
Classi numerose
Livelli eterogenei. Se si riparte da zero il monte ore stabilito per la
lingua è sicuramente insufficiente, se invece si intende valorizzare le
competenze esistenti l'estrema eterogeneità dei livelli rende il compito molto
difficile
Distribuzione oraria rigida
Struttura classe rigida
Scarsa assistenza, coordinamento a livello locale e anche nazionale per
veicolare informazioni, materiale e per promuovere l'auto aggiornamento.
Insufficiente attenzione alle abilità audio-orali in vista delle
verifiche scritte in uscita.
Discontinuità tra i vari cicli. La mancanza di raccordo con la scuola
media e la conseguente impossibilità di valorizzare le competenze possedute
suscita abbassamento della motivazione, false partenze, ripetizioni inutili. E
che cosa accade quindi? Scarsa abitudine alla progettazione modulare sia
disciplinare che interdisciplinare
Mancata sistematicità nell'esercitazione di competenze
pragmatico-comunicative.
Necessità di privilegiare lo scritto anche in vista di un esame finale
Mancanza di descrittori o livelli
ai quali fare riferimento per misurare le competenze in uscita
Mancanza di enti specializzati o accreditati per la certificazione delle
competenze raggiunte
Curricoli basati spesso sulle predilizioni dei docenti anziché sui
bisogni formativi degli studenti
L'analisi
di questa situazione problematica è stata
il punto di partenza del Progetto lingue 2000.
Questa
è la finalità che il progetto si propone:
PROGETTO LINGUE
2000
Finalità
dell'apprendimento: "Apprendere la lingua straniera in vista di competenze
pragmatico - comunicative, come costante dell'intero percorso
formativo”.
L'
innovazione che viene proposta ha lo scopo di sperimentare nuove modalità e
nuovi percorsi che costituiscono un' inversione di rotta nell'insegnamento
tradizionale delle lingue straniere in Italia. Già nella finalità che si
propone abbiamo una chiara indicazione della strada maestra per l'insegnamento
della lingua straniera per tutti
gli ordini di scuola: i saperi irrinunciabili e costanti sono quelli di tipo pragmatico - comunicativo
Come
afferma ancora il ministro…… i
risultati potranno indicare quali vie percorrere per migliorare e potenziare la
prassi di insegnamento/ apprendimento a scuola……..
Queste
perciò le novità:
PRINCIPALI
INNOVAZIONI DEL PROGETTO LINGUE 2000
gruppo di apprendimento - di consistenza numerica ridotta, 15/20 allievi, raggruppati per livelli di competenza omogenei;
uso sistematico delle tecnologie didattiche;
ipotesi di strutturare un percorso modulare;
la possibilità di certificazioni delle
competenze anche parziali rilasciate da organismi internazionali accreditati
formazione degli insegnanti coinvolti con percorsi definiti a livello
nazionale
costituzione di gruppi e centri per l'assistenza ai docenti e la
veicolazione dei materiali.
E come novità assoluta
parametri e i descrittori
per l'individuazione delle competenze in uscita definiti dal Consiglio
d’Europa.
Prescindendo
comunque dall'essere o meno scelti per la sperimentazione ogni scuola o gruppo
di docenti di lingue può creare percorsi innovativi in virtù delle opportunità
offerte dalla legge 440/97,dal D.M 251/98 e
dal D.M 275/99 che consentono tra queste:
la flessibilità oraria (15% in più o in meno del monte ore)
la possibilità di lavorare per gruppi classi aperte
la possibilità di ampliare l'offerta formativa
E'
comunque chiaro che tutti i percorsi individuati a tutti i livelli, pur con il
rispetto delle specificità degli indirizzi e degli ordini,
devono comunque avere come obiettivo irrinunciabile e costante il
raggiungimento di competenze linguistiche pragmatico-comunicative.
Una
delle fonti di recente pubblicazione che può sicuramente darci una mano è Il
portfolio linguistico europeo che è stato compilato nel mese di marzo 1999 e
avrà la sua forma definitiva nel 2000.
Sono
indicati sei descrittori :
A1,A2,B1,B2,C1,C2., per tre livelli di competenze: livello base, livello
autonomo, secondo la terminologia del Progetto Lingue 2000.
Livelli di competenze in uscita proposti nel quadro comune europeo di riferimento [4]
LIVELLI |
SOTTOLIVELLI |
Età Ipotizzabile |
||
A | Base | A1 |
introduttivo
o di scoperta |
6-13 |
A2 | Intermedio o di sopravvivenza | 13-14 | ||
B | Autonomo | B1 | Soglia | 14-16 |
B2 | Avanzato indipendente | |||
C | Padronanza | C1 | Autonomo | 16-18 |
C2 | Padronanza |
SEZIONE DI GRIGLIA CONTENENTE ESEMPI DI DESCRITTORI DI LIVELLO PER LE COMPETENZE COMUNICATIVE NELLA LINGUA STRANIERA.[5]
A1 | A2 | A3 | |
LIVELLI DI COMPETENZA |
Prima fase del livello base (competenze in uscita dal
ciclo primario 6-13) |
Seconda fase del livello base (competenze in uscita
dal primo o secondo anno del biennio del ciclo secondario 13-14 [6]) |
Prima fase del livello autonomo (competenze in
uscita dal primo anno del triennio 14-15) |
Sono in grado di capire espressioni familiari e
quotidiane come anche frasi molto semplici, per esempio delle
indicazioni brevi e semplici, a condizione che il discorso sia
articolato lentamente e in modo chiaro |
Sono in grado di capire singole frasi e parole
usate correntemente, se si tratta, ad esempio, di informazioni semplici
che riguardano la persona, la famiglia, le spese, il lavoro e l'ambiente
circostante. Capisco inoltre l'essenziale di un messaggio semplice,
breve e chiaro. |
Sono in grado di capire i punti essenziali di un discorso, a condizione che venga usata una lingua chiara che tratta argomenti familiari inerenti al lavoro, alla scuola, al tempo libero ecc. Sono in grado di capire l'informazione principale di molti programmi radiofonici o televisivi su avvenimenti di attualità o su argomenti che riguardano la mia sfera professionale o di interessi, a condizione che il discorso sia articolato in modo relativamente chiaro e lento. |
|
COMPRENDERE
|
Sono in grado di assimilare i singoli nomi
familiari, parole e frasi molto semplici come ad esempio quelle sulle
insegne, sui manifesti o sugli opuscoli. |
Sono in grado di leggere un testo molto breve e
semplice e individuare informazioni concrete e prevedibili intesti
quotidiani semplici (per esempio un annuncio, un prospetto, un menu o un
orario); sono inoltre in grado di capire una lettera personale semplice
e breve. |
Sono in grado di capire un testo che presenta
soprattutto un linguaggio corrente o professionale. Sono in grado di
capire la descrizione di un evento, un sentimento un desiderio in una
lettera personale. |
Le
linee guida e il portfolio linguistico emanati dal Consiglio d'Europa offrono
un notevole aiuto per costruire i percorsi didattici incentrati sulle
competenze comunicative di base. Gli spunti che offrono riguardano le singole
abilità, il grado di acquisizione, i contesti sociali di riferimento, gli
argomenti essenziali, ma ci sono numerosi suggerimenti relativi a strategie
didattiche ed alle nuove
metodologie
Qui
di seguito è presentato un'ipotesi di percorso
progettuale legato alle linee indicate dal Consiglio d'Europa. Non tutte le
parti sono state sviluppate ma l'impianto generale e definito nella sua
globalità.
Nella
prospettiva della riforma dei cicli il modello elaborato , che comunque è
solo parziale, può essere di aiuto per uniformare i percorsi didattici dal
ciclo primario al ciclo secondario sull'acquisizione delle competenze
comunicative di base.
Dopo tutto questo comunque resta ancora aperto un ambito molto importante che è quello della necessità di far luce sul processo di apprendimento e di adottare strategie e tecnologie didattiche che incidano con efficacia sui percorsi di apprendimento.
[1]
Dai
Principi chiave posti dal Consiglio d'Europa per l'insegnamento delle lingue
Straniere"
Key principles in Council Europe work in modern languages". Education
Committee Strasbourg, 1996
[2]
da
"La nuova maturità" di R. Drago, editore Erikson
[3] Presentazione del Progetto Lingue 2000
[4] Quadro comune europeo di riferimento del consiglio d'Europa http://culture.coe.fr/lang
[5] Pagina riadattata Estratti da "Portfolio linguistico europeo" Marzo 1999-2000
[6]
Le
opzioni dipendono dalle variabili: discente, indirizzo studi, situazione
socio-ambientale etc.