Trarre ispirazione da come eravamo

Marcella Ciari moglie e testimone dell’opera di Bruno Ciari

L’arrivo a Bologna

Siamo stati a Bologna, dove Bruno Ciari diresse le istituzioni educative comunali, dal gennaio ‘66 all’agosto ‘70.

Venivamo dalla Toscana, da Certaldo.

Chi aveva la responsabilità di meditare e decidere verso quali direzioni doveva rivolgersi la politica scolastica comunale lo chiamò a Bologna: l’assessore Tarozzi, che in un ricordo di Bruno, disse:
“Venendo a lavorare a Bologna - comune democratico, retto da anni dalle forze di sinistra - Bruno non si è trovato di fronte a un terreno fertile solo da arare. Ha trovato delle zone d’ombra, ha trovato delle difficoltà, ha trovato dei sassi e dei macigni, a volte anche sul piano politico. Bruno ha affrontato una lotta dura per conquistarsi lo spazio, per poter tradurre in pratica il suo impegno di pedagogista”.

Bruno portò a Bologna il patrimonio della sua esperienza di partigiano, di assessore al Comune
di Certaldo, di uomo di cultura e di azione.

I grandi temi che Bruno affrontò

Gestì grandi temi: scuola dell’infanzia, Tempo Pieno, contenuti pedagogici, tecniche e modi dell’insegnare, selezione scolastica, gestione sociale.

In “Le Nuove Tecniche Didattiche” - di recente ristampato - è raccontata diffusamente la sua esperienza fatta nella scuola elementare di Certaldo che,con giusti adattamenti, è trasferibile verso il basso e verso l’alto.

A Bologna impostò la scuola a nuovo indirizzo che partiva da quella dell’infanzia (anzi dal nido) e si proiettava verso l’alto (elementare, media...).
Sperimentò, primo in Italia, il Tempo Pieno, in un’ottica di continuità sostanziale, su una impostazione teorica e su motivazioni psico-socio pedagogiche e politiche.

Le tecniche” non sono pratiche neutre

La scienza e la tecnologia sono andate avanti, ma i fondamenti di quelle idee e quelle pratiche valgono ancora.
Le tecniche di cui si parla nel libro, dice Bruno, “non possono costituire uno strumento neutro.
Esse non servono ai valori, ma sono i valori stessi che si fanno azione e vita vissuta
”.
Il titolo, "Le Nuove Tecniche Didattiche”, potrebbe indurre a una concezione solo strumentale, buona per ogni tipo di scuola. No, non sono un involucro, una imbellettatura superficiale: esse esprimono valori e rispondono alla psicologia del bambino.

La tecnica del testo libero, ad esempio, consente veramente una libera espressione orale o scritta o disegnata, liberamente prodotta e offerta al gruppo per il piacere di raccontare e farsi ascoltare, ma anche di far sorgere liberi pareri dai compagni.
La cooperazione, tecnica essenziale, tra Bruno e il corpo docente e degli insegnanti fra loro; l’inserimento nei dibattiti delle dade, delle famiglie, dei rappresentanti dei quartieri, di medici, psicologi, architetti fu punto nodale del suo lavoro.

Il lavoro degli insegnanti in un clima collaborativo, di rete

Nel bagaglio di formazione degli insegnanti ci fu l’acquisizione di competenze prima riservate agli specialisti, e la collaborazione scuola-università: una osmosi tra basi teoriche e ricerca laboratoriale nelle classi.

E’ necessario trovare equilibrio tra le risposte ai bisogni del bambino e le strutture dei saperi per partecipare e capire il mondo in cui viviamo”. Diceva.

E le Istituzioni furono sistematicamente coinvolte, per lavorare insieme con tutti i componenti della comunità, e in coerenza e condivisione sui progetti ad ampia visuale pedagogica e socio-politica, che giustificava le priorità degli impegni economici, che previdero anche nuovi spazi, arredi, materiali didattici.

Ciascuno responsabile del proprio settore, ciascuno in rete con gli altri.
Bologna fece scuola.

Oggi  insegnanti demotivati e soli

Anche il Ministero della Pubblica Istruzione si sensibilizzò e pensò di avallare una sperimentazione sul Tempo Pieno. Ho paura che oggi, Tempo Pieno, Istituti Comprensivi, ecc - fatte salve alcune oasi felici - abbiano insegnanti, spesso oberati da scartoffie, stanchi, demotivati, e soli.

Demotivazione può essere vissuta anche dalle Istituzioni, che rischiano di frammentare e dissipare quanto faticosamente si era costruito.

Si rischia di perdere completamente lo spirito cooperativo che è stato fondamento del lavoro e delle gratificazioni di tanti insegnanti, e non.

Recuperare la tensione ideale e morale di quell’esperienza

Se di recupero dell’esperienza di Bruno si può parlare è specialmente di quella sua tensione ideale e morale che, accompagnando la vita di ciascuno, scandisce i comportamenti di fronte al fluire delle cose e degli avvenimenti.
Il suo lavoro era militante, legato alla realtà e ai suoi mutamenti e si realizzava nella costante ricerca contemporanea e attuale.
Una pedagogia non teorica, ma pensata e praticata in ampio respiro.

Costruire l’unità di tutti gli interlocutori su una cultura alta

In quest’ottica, le Istituzioni, gli Enti Locali divengono interlocutori importanti.
Occorre costruire l’unità delle forze che vogliano veramente la trasformazione della scuola e della società al meglio.

Le risposte ai problemi non possono essere automatiche, obbligate.
Certe soluzioni non sono “fatali”.

Sono necessarie le mediazioni e il cemento del consenso, ma la costanza del colloquio con tutti i protagonisti, tradizionali e nuovi, deve basarsi su una cultura alta e una intenzionalità educativa lungimirante.

In un film a 8 mm. il frammento di uno stage di formazione sulle colline bolognesi

Ho recuperato lo spezzone di un film a 8 mm (Video), che ho fatto trasferire in dvd, su uno degli
stage di aggiornamento di un gruppo di insegnanti. Se ne fecero molti.
Peccato che non ci sia il sonoro e che il tempo e il passaggio abbiano reso questo documento piuttosto sfuocato, ma un’idea la dà.

Il sapere scientifico è uno dei punti focali del pensiero di Bruno.
Significa processo continuo di conoscenza: è apprendimento delle connessioni fra le cose, è passaggio dagli effetti alle cause e utilizzo delle cause per produrre effetti, dominando e prevedendo, per quanto possibile, gli eventi.

Senta l’Ente Pubblico l’esigenza di rilanciare una linea educativa per le sue scuole


DVD del filmato in 8 mm. di uno stage di formazione sulle colline bolognesi, a Castelluccio

Credo che l’Ente Pubblico debba sentire l’esigenza, anzi il privilegio, l’esclusività, coerente e garante, di una linea educativa verso le sue scuole.

 


indice della paginaTorna ad inizio pagina