La scuola comunale dell’infanzia a Milano

Relazione di Paolo Carli

Direttore generale dei servizi all’infanzia del Comune di Milano

Grazie dell’invito e della brillante presentazione che forse non merito del tutto.

Stamattina sono partito da Milano immaginando un convegno dove si parlava di cose difficili, che hanno travagliato una città con un dibattito culturale intenso, ma anche con tante passioni e momenti di forte impegno. E mi sono chiesto quale contributo potevo dare.
Io sono un poeta oltre che un pedagogista.
Ho provato ad immaginare come potevo raccontarvi la poesia che abbiamo cercato, che stiamo cercando, di costruire a Milano.

 Ve la racconto così.

Stamattina proprio qui davanti al portone, mentre tutti eravamo in attesa che si aprisse, ansiosi di entrare, davanti alla grande statua del Nettuno c’era un bambino col suo papà, mano piccola nella grande, che se la raccontavano. Chissà che mondo incantato avevano, quasi facevano invidia. Avevano un sogno, un sogno che era anche realtà, perché probabilmente il papà gli stava raccontando cosa era quella statua, cosa aveva rappresentato, che stimoli voleva dare, perché era così robusta e imponente.

A Milano abbiamo voluto darci un sogno

Bene, noi a Milano abbiamo voluto darci un incanto analogo, un sogno, un sogno che ha comportato fatica, forse anche qualche lacrima da parte di qualcuno, ma ci sta pagando tanto.
 Il risultato di avere assunto lo scorso anno  150 educatrici (nota 1) di ruolo e 150 educatrici a tempo determinato, 250 a tempo determinato  (altre 100 di ruolo ne stiamo assumendo quest’anno memtre prevediamo anche 197 educatrici supplenti), è un gran risultato, ma esteriore rispetto al lavoro che io sento nel cuore. E’ come la cornice di un quadro, perché il vero quadro è il sogno che abbiamo cercato di costruire.
 Lo abbiamo costruito con timore e tremore. 
Timore di prendere decisioni sbagliate, perché innanzitutto c’era il problema di avere una politica compatta con noi. La politica non era fatta  solo dalla Giunta che sposava le idee che sono nate da 3100 educatrici -  poi vi racconterò come - ma la politica era fatta di tutta  la compagine che c’è nel consiglio comunale, addirittura anche al di là del consiglio, nella provincia e nella regione.  E noi volevamo rendere consapevole  la politica di un proposito senza rischiare di creare sogni che potevano infrangersi, perché nel cuore di ciascuno di noi non c’è niente di più brutto di un sogno infranto.

Costruire una città per i bambini

 Allora,  il nostro obiettivo è stato quello  - direbbe il pedagogista -  di mettere il bambino al centro.
In realtà abbiamo osato molto di più: abbiamo tentato di iniziare a costruire una città che sapesse, che sentisse che vivesse per i suoi bambini. Una scuola che vivesse con i suoi bambini.
 Io ho ascoltato con grandissimo interesse la chiara esposizione del professore di diritto come degli altri relatori. Vi voglio però dire che  nel mio animo ho una legge semplice, che so che non basta, ma che probabilmente sarebbe sufficiente non solo per  fare assumere tante persone ma anche per  migliorare le nostre scuole: la scuola dell’infanzia deve essere una scuola per i bambini,  non deve essere una scuola di interessi diversi. Oggi abbiamo di fronte molto spesso  una scuola di interessi diversi. 

176 Scuole dell’infanzia articolate in 876 sezioni

A Milano abbiamo 176 scuole dell’infanzia che si articolano in 874 sezioni. Vi parlo solo delle scuole dell’infanzia perché il mondo dell’educazione è molto più vasto e molto impegnativo.  
Ho preso l’incarico  di direttore dei servizi educativi all’infanzia del comune di Milano, dopo aver lavorato nella direzione  del personale prima a Genova poi a Milano, per molti anni, e aver svolto altre  attività,  sempre all’interno dei  comuni. Due anni, fa per le mie credenziali curricolari, hanno deciso di affidarmi i servizi educativi all’infanzia del comune di Milano. Ho cominciato a riunire le educatrici: sono poco più di 3100 e non è stato facile. Insieme abbiamo iniziato  un percorso. Coordinati da un team di esperti del mondo accademico e socio-culturale dovevamo creare un manifesto pedagogico che rinnovasse le nostre scuole. Abbiamo realizzato degli incontri a livello delle varie zone della città, dove vi partecipavano educatrici, responsabili delle scuole, genitori forze sociali, associazioni di quartiere e poi, a seguito di ciascuno di questi incontri le nostre educatrici e i nostri responsabili si sono divisi in gruppi di lavoro e hanno iniziato a produrre tanti documenti splendidi. Questi i documenti ci hanno permesso di dare concretezza al nostro sogno.

L’educazione è un investimento non una spesa

Piano piano, la politica che ha visto questi interventi ha capito che investire sull’educazione era un vero investimento, non era una spesa.
Investire sull’educazione significava investire su un capitale che è si invisibile, ma che il frutto non lo dà domani, lo dà da oggi. Un bambino integrato è un bambino che richiede l’impegno oggi  minori risorse rispetto a un bambino che è a rischio di disadattamento, che è disorientato, che non sa affrontare la città.
Siamo riusciti a condividere questa nostra impostazione con la politica e ciò ha portato a dei risultati.

La formazione delle insegnanti

Ma abbiamo voluto fare di più: abbiamo investito 900 mila euro in corsi di formazione per le nostre educatrici, corsi qualificati fatti con gli esperti, con l’università.
Corsi che non erano lezioni in aula, ma percorsi di ricerca azione su temi specifici.
Sta scaturendo un mondo incredibile: scuole con atelier che non hanno nulla a che vedere, con quelli che conosciamo tutti di Reggio Emilia, ma sono frutto della nostra storia.
Milano come Bologna e Reggio hanno storie diverse e probabilmente partiamo quindi  da punti di vista diversi e riusciamo anche ad arrivare a risultati diversi, pregevoli, ma diversi.

Gli atelier e la scuola di teatro

Le nostre educatrici stanno progettando scuole che al mattino sono una normale scuola dell’infanzia, ma nel pomeriggio si specializzano.
C’è l’atelier di ceramica, con l’atelierista,  lo stanno pensando e progettando e vedremo  nel futuro se riusciremo  a metterlo in piedi. 
C’è il progetto dell’ l’atelier di musica,
dell’atelier di pittura;
Stiamo pensando di fare una scuola di teatro, nelle scuole d’infanzia.
La scuola di teatro è una cosa che mi affascina, perché  quello che mi hanno insegnato le nostre educatrici è che  quando una bambino nasce entra in scena, si fa attore, si fa personaggio ed è su quel parametro  che noi vogliamo ricostruire la nostra città.

Governare con l’intelligenza e con il cuore, secondo norme di retta ragione

Vogliamo ricostruire la nostra città dal dentro, dal cuore delle persone, perché siamo convinti che le leggi siano uno strumento,  ma se le leggi non sono governate oltre che dall’intelligenza  dal cuore, dalla passione, da quell’amore folle che ci prende di fronte ai bambini,  possono essere perfide.

In filosofia del diritto -  mi corregga il professore - si studia quella definizione di legge come norma di retta ragione promulgata da chi ha cura della comunità e finalizzata al bene comune.
Troppo spesso oggi manca la retta ragione, e prevalgono interessi fuorvianti.
Io non voglio tediarvi di più,  perché è stato faticoso per tutti questo mattino. Spero che le poche parole che vi ho detto vi sappiano trasmettere tutto l’entusiasmo e tutta la passione di una città, dove ci sono   3500 persone che sono passate dal dimenticatoio ad essere protagoniste con i loro bambini, nella loro stessa città.

NOTA INFORMATIVA

Il COMUNE DI MILANO E’ SUDDIVISO IN 9 ZONE  Di DECENTRAMENTO.

Entro le 9 zone le scuole dell’infanzia e i nidi sono suddivisi in 80 Unità Educative.

 Ciascuna Unità Educativa è composta da scuole dell’infanzia e nidi.

A capo di ciascuna Unità educativa  c’è il “responsabile dell’Unità educativa”, che cura e risponde della gestione pedagogica e amministrativa. E’ coadiuvato da personale amministrativo a supporto della segreteria

A Milano  le maestre hanno il contratto dell’Ente Locale, sono denominate “educatrici” come le colleghe dei nidi di infanzia

^ nota 1: A Milano le insegnanti di scuola dell’infanzia sono denominate “educatrici”, come le educatrici dei nidi. Sono presenti a tempo indeterminato circa 1900 educatrici di scuola dell’infanzia e circa mille educatrici di asilo nido
indice della paginaTorna ad inizio pagina