Dopo Gentile, il degrado

Biblioteche scolastiche: senza legge né anagrafe


Dopo la ciclopica opera di Gentile e molti tentativi falliti (vedi Tabella finale), oggi in Italia non c’è ancora una legislazione specifica sulle biblioteche scolastiche e il loro finanziamento  è a dir poco insufficiente e aleatorio (per non parlare del personale).
Non sappiamo nemmeno quante e dove siano. Si è istituita un’Anagrafe dell’edilizia scolastica, ma questa pone attenzione soprattutto alla sicurezza.

Nel 1997 – durante il regno di Luigi Berlinguer, l’unico ministro che se ne sia seriamente occupato – la Direzione classica promosse un’indagine quantitativa per censire le biblioteche scolastiche, con un questionario a tutte le scuole secondarie superiori e un campione di scuole medie ed elementari: il 97% dei dirigenti dichiarava di avere una biblioteca, ma si va da spazi ben articolati e forniti allo scaffaletto metallico chiuso a chiave (“perché gli insegnanti rubano i libri”), collocato in sala insegnanti (su consiglio del solito Gentile: la biblioteca dei professori dovrà essere situata non troppo lontano dalla presidenza e dalla sala di riunioni dei professori o addirittura in quella stessa sala”)nota 8.

Emblematica la biblioteca del MIUR


Fino alla fine del secolo scorso (mancano informazioni aggiornate), il simbolo “archeologico” di questa trascuratezza era la biblioteca del nostro Ministero dell’istruzione, tanto preziosa da essere stata saccheggiata impunemente da accademici, pedagogisti, ricercatori e laureandi, gestita da personale di infima qualifica con orari da mensa aziendale: due ore il mattino e due il pomeriggio. Oggi conserva quello che resta dopo il passaggio dei Lanzi assetati di cultura, con un arredo che ha il solo pregio del reperto, mentre gli uffici dei Direttori generali e dei Ministri sono stati lussuosamente abbigliati col gusto e i colori della Belle époque.

Assente in Italia la cultura della biblioteca scolastica


Quello che emerge chiaramente è  l’assenza di una cultura della biblioteca come ambiente per l’apprendimento, per una pausa di riflessione, utile per realizzare una didattica attiva della lettura e della riflessione autonoma e libera.
 Laddove in una scuola emerge la necessità di trovare nuovi spazi (l’eterna emergenza dell’edilizia scolastica), la prima a sparire è la biblioteca, che non produce organico, mentre una classe in più anche sistemata in un ambiente precario produce profitto in termini di personale insegnante e non.
Così dobbiamo sopportare, anche in questo campo, la discriminazione degli istituti dove vanno i figli di seconda e terza classe, cioè gli istituti professionali ed anche molti dei tecnici. Lì si accalcano i disabili, i colleghi precari, i figli degli immigrati… in queste scuole non c’è posto per strumenti preziosi come una biblioteca originariamente concepita per l’”emancipazione del popolo” e lo Stato non sa nemmeno dell’esistenza del criterio della discriminazione positiva; in Finlandia questi ragazzi godono del privilegio di ogni cosa che riguardi l’offerta formativa.

Cercasi bibliotecari…


Il vero nodo critico delle nostre biblioteche – nemmeno Berlinguer ci ha pensato seriamente – è l’assenza di bibliotecari… non ci sono proprio.
Gentile aveva affidato la cura della biblioteca al preside e a un insegnante volontario e volonteroso; i ministri delle Repubblica hanno pensato di mettere a capo di questa struttura i soprannumerari (ce ne sono sempre)  e soprattutto gli inidonei all’insegnamento, quei colleghi affetti da invalidità, incapacità o difficoltà psicologiche, relazionali, didattiche di vario tipo.

Questo personale provvisorio, non preparato a questa vera e propria “professione”, senza competenze adeguate e con un orario di lavoro  (18 ore per i soprannumerari) che ha poco a che fare con quello richiesto da un servizio che dovrebbe rimanere aperto almeno 6 ore al giorno. Nessuno di questi colleghi costretti a un lavoro comunque lontano da quello che doveva essere il “Coordinatore dei servizi di biblioteca e il coordinatore di orientamento scolastico nella scuola secondaria superiore”, è in grado di garantire – a parte la strana commistione tra biblioteca e orientamento – non solo la gestione amministrativa, ma anche l’animazione e l’organizzazione fisica e “culturale” della biblioteca come strumento indispensabile all’aggiornamento dei colleghi e alla educazione degli allievinota 9.
E questi colleghi inidonei ad altro lavoro, per difendere il posto e l’attività che svolgono, alla quale magari si sono appassionati, sono gli unici, uniti in una combattiva Associazione, CONBS), che tengono alta la bandiera delle biblioteche nelle scuole nota 10.

Il divario Nord-Sud anche delle biblioteche

  E, da italiani, è difficile sopportare anche il divario Nord-Sud della condizione delle biblioteche, che dall’alto di un secolo e mezzo di “questione meridionale”, sembra quasi senza speranza.

Settant’anni di vita repubblicana non sono riusciti nemmeno a scalfire il fossato tra le condizioni di vita e di lavoro di studenti e insegnanti nel Nord e quelle del Mezzogiorno. In primo luogo perché la classe dirigente a livello centrale (fino al 2000 quasi tutti i nostri direttori generali erano nati nelle regioni meridionali) e nella sua espressione locale, dalle Regioni al più piccolo dei Comuni, e i moltissimi Ministri dell’istruzione di origine meridionale, non hanno ritenuto che una biblioteca scolastica fosse degna di attenzione e oggetto di investimento.

Secondo lo studioso Emanuele Felice si tratta di un deficit di modernizzazione:

Lo conferma la batteria di indicatori, che pure in senso lato definiscono l’accesso alla cultura , ma dove le classi dirigenti locali hanno mantenuto un ruolo decisivo: il numero di biblioteche per abitante, di teatri in attività, più tardi anche di cinema, ma soprattutto i libri pubblicati e i giornali stampati in rapporto alla popolazione. in tutti questi ambiti dall’unità a oggi il divario Nord-Sud non si è colmato, negli ultimi tempi (libri e giornali) è addirittura aumentato”.

E non si tratta di carenza di soldi:

si tratta dell’uso che delle risorse  si scegli di fare. E va anche rimarcato che in tali scelte le istituzioni  locali sono supportate dal sentire generale delle popolazioni, di cui del resto da un certo punto in poi sono espressione, o almeno di una loro quota consistente. E’ la società meridionale nel suo insieme che guarda con sospetto alla modernitànotanota 11.

C’è da scommettere, anche con la Buona-scuola il Sud avrà più bidelli, più maestre, più stabilizzati, più docenti… più organico, ma non avrà uno strumento efficace per risalire la china della sua arretratezza scolastica ed educativa.

Bolzano esempio virtuoso


 Invece, come sempre accade, se la cavano abbastanza bene la Lombardia e il Piemonte (ah, i socialisti!), la Toscana e l’Emilia (ah! i comunisti). Vincono ovviamente questa nobile gara i tedeschi di Bolzano (ah, Maria Teresa!) che guarda caso ha una legge specifica fin dal 1990, che ha permesso a questa Provincia di diventare un modello a livello internazionale. Qui, in terra quasi straniera, alla biblioteca scolastica viene riconosciuta piena dignità, ma… attenzione! qui viene istituita la figura del Direttore, dell’assistente di biblioteca, che “concorrono in maniera integrata – come dice la legge – al raggiungimento degli obiettivi didattici dell’istituzione scolastica e operando in piena collaborazione con le biblioteche del territorioNota 12.


Nota 8: Vedi Regio decreto 26 agosto 1927, n. 1917, sull’”Approvazione del regolamento di custodia, conservazione e contabilità del materiale artistico, bibliografico e scientifico” e con la Circolare 12 settembre n. 87 (“Locali, arredamento e mezzi didattici per le scuole medie”)
Nota 9: esiste un solo testo, non più in circolazione, che parla di questa “nuova figura professionale” del bibliotecario, a cura di Leonardo Trigliuzzi, Le nuove attività della funzione docente, Firenze, La Nuova Italia, 1999.
Nota 10: Sito web: http://conbs.blogspot.it
Nota 11: Emanuele Felice, Perché il Sud è rimasto indietro, Bologna, Il Mulino, 2013, pagg. 117-126.
Nota 12: Sito web: http://www.provincia.bz.it/cultura/temi/biblioteche-scolastiche.asp
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