L’umiliante confronto con gli altri Paesi

Al di là della buona volontà e della dedizione di pochi, resta umiliante il confronto con gli altri Paesi civili.

USA


Gli Usa hanno 94.000 bibliotecari professionali (il 2% dei dipendenti delle scuole), non esiste scuola  che non possa vantare – come talvolta si intravede nei film americani come Breakfast Club del 1984 – un immenso spazio attrezzato per la letturaNota 13: e la vita della scuola.

Francia


La Francia con 4.500 addetti (il 4% dei quadri in organico) stipendia gli addetti ai centri dei CDI (Centre de documentation e d’information)Nota 14; non c’è scuola – sopra i 500 allievi – che non abbia uno spazio ampio ed attrezzato per la lettura, lo studio individuale, l’informazione e la promozione, il prestito e la distribuzione dei libri e che funziona anche come archivio didattico per gli insegnanti;

Québec (Canada)


Nel lontano Québec (900.000 allievi), i bibliotecari sono 1.300 (il 7% dei tecnici), i quali gestiscono ed organizzano una rete di biblioteche che non escludono nessun centro scolastico sia nella capitale che nei piccoli centri.

Gran Bretagna


La Gran Bretagna può vantare il primato dell’invenzione della biblioteca pubblica e scolastica, la Public Library, modello di biblioteca il cui mito aleggiò anche in Italia fin dall’Ottocento nella riflessione e nell’iniziativa di tanti pionieri risorgimentali e postunitari di questo servizio, ai docenti e ai ragazzi di ogni condizione e ai cittadini.

Altri Paesi ancora…

E si potrebbe continuare con tutti i Paesi d’Europa e del mondo, compresa l’Ungheria, le Repubbliche Baltiche e gli stati ex socialisti, per non parlare delle tigri asiatiche. Nel mondo scolastico globale c’è una vera passione per mettere a disposizione di insegnanti e studenti, fin dalla scuola dell’infanzia, tutto lo scibile a disposizione e in tutti i formati possibili. Perfino il Portogallo, nel 2010, ha stabilito che in ogni biblioteca scolastica dovesse esserci un bibliotecario specializzato è c’è un piano di formazione per i bibliotecari in collaborazione virtuosa tra biblioteche scolastiche e pubblicheNota 15.

La biblioteca di Harry Potter

E pure Harry Potter, nel suo college, ha una biblioteca (la Hogwarts Library). Se non siete pratici – Harry non si legge a scuola - si trova al terzo piano del castello; è sorvegliata da una efficiente bibliotecaria come la Signora Prince. E pensate! gli studenti possono leggere o prendere in prestito i libri, non si può portare cibo o bevande in questo tempio della cultura, e quando Ginny porta ad Harry delle uova di cioccolata, la Prince riesce ad animare i libri e i quaderni di Harry che iniziano a rincorrerli. E contiene infiniti stretti corridoi pieni di libri di Magia, e di tavolini ai quali gli studenti si siedono per studiare o leggere. In questo luogo c'è sempre un magico silenzio…

 A volte anche in Italia. Ma poi…


Da noi la biblioteca è un lusso di un numero imprecisato di scuole baciate dalla fortuna e dall’iniziativa di qualche docente o del preside, come quella descritta da una valente autrice italiana, oggi dirigente scolastico, che si riporta prima della triste conclusione. Scrive Maria Pia VeladianoNota 16: in Parole di scuola (Erickson, 2014):

Vent’anni fa il preside, che amava i libri e ne conosceva il potere buono sulla vita dei ragazzi, ha destinato alla biblioteca di Istituto che dirigeva il locale più bello e luminoso (sottratto alla segreteria!): 110 mq. di luce indiretta dall’alto. Ha impegnato il bilancio di alcuni anni per acquistare scaffali aperti, tavoli di legno, sedie ergonomiche. Tutto legno e giallo. Ha destinato due persone della segreteria alla biblioteca, ha favorito la formazione attraverso corsi di biblioteconomia. Ha aperto la biblioteca per 12 ore al giorno. “Vado in biblioteca”, “Resto in biblioteca a studiare”, “Cerco un libro in biblioteca” sono diventate espressioni quotidiane, date e ricevute tra studenti e personale. In biblioteca si andava al mattino prima di scuola, fra l’arrivo dei pullman e la campanella. Al pomeriggio alla fine dell’ultima in attesa di rientrare a casa o di uscire con gli amici. Capitava addirittura che in biblioteca si ‘bruciasse’ scuola – marinare si dice in qualche parte d’Italia. Li trovavamo lì invece che in classe. ‘Ma che fai qui?’, ‘Studio per il compito di domani’. Studiare circondati da libri (20.000 erano!) che si possono prendere in mano, sfogliare, leggere per poche pagine. Poi non ci si può staccare più. Un istituto professionale di 1.400 studenti concedeva stabilmente più di 3.000 prestiti l’anno. Grazie anche ad un sistema di richieste d’acquisto tipo “detto-fatto”; tutte le richieste soddisfatte in pochi giorni, con avviso personale che arrivava in classe: ’Il libro da lei richiesto è disponibile per il prestito in biblioteca’”. Nota 17

Quella biblioteca, dopo trent’anni di onorato servizio, è stata chiusa: c’era bisogno di aule.

Chissà perché in un Paese che crede ancora nei miracoli, dove le madonne piangono e i cuori di Gesù sanguinano, non è possibile che il piccolo miracolo raccontato dalla collega Veladiano non possa riprodursi nella maggioranza delle ottomila scuole del Regno.
Non c’è Fede abbastanza … e così le pochissime biblioteche scolastiche diminuiscono per fame di spazi o perché molti docenti “inidonei” prima utilizzati nelle biblioteche sono transitati nei ruoli amministrativi. Dove si è verificato questo passaggio la biblioteca ha chiuso, oppure ha ridotto drasticamente l’orario di apertura, offrendo servizio in orari minimi o improbabili.Nota 18


Nota 13: per la Francia, gli Usa e il Québec vedi lo studio di Maurice Tardif e Louis Levasseur, La division du travail éducatif, Parigi, Puf, 2010.
Nota 14: per una prima informazione vedi Jacquelin Bayard-Pierlot, Le CDI au coeur du proget pédagogique, Parigi, Hachette, 1991, e successive edizioni.
Nota 15: vedi il Manifesto dell’Unesco ed anche le linee guida dell’Unesco
Nota 16: Maria Pia Veladiano, Parole di scuola, Trento, Erickson, 2014, pagg. 47-49. La collega Veladiano ha scritto un romanzo di grande successo La vita accento, edito da Einaudi nel 2010, seguito da Il tempo è un dio breve, Messaggi da lontano e Ma come tu resisti, vita. Oggi dirige un istituto superiore in provincia di Vicenza
Nota 17:. Il preside di cui si parla nel testo è  Rosario Drago, autore di questa pubblicazione, membro onorario dell’ADi.
Nota 18: Per un prototipo di biblioteca del futuro bisogna andare a Losanna e al suo Learnoin center.
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