L'uso delle tecnologie da parte degli insegnanti

(Teachers' Technology Use: Beliefs, Practices, and Expertise)

Le relazioni di questa sessione hanno riguardato indagini tese a conoscere i comportamenti, i pregiudizi, le opinioni e le pratiche degli insegnanti rispetto alle TIC. I promotori della generalizzazione delle TIC nelle scuole primarie e secondarie sottovalutano, in genere, le reazioni degli insegnanti, non conoscono attraverso quali vie gli insegnanti si preparano a servirsi delle TIC o come le integrano nella loro pratica, oppure le rifiutano. Prima di lanciare riforme su vasta scala di generalizzazione delle TIC nelle scuole o di innovazione dell'insegnamento e dei curricoli mediante l' adozione di nuove tecnologie è indispensabile perciò conoscere le opinioni degli insegnanti, osservare come reagiscono quando hanno a che fare con le TIC nel loro lavoro.

In questa sessione sono state presentate due ricerche, una californiana e una inglese che meritano attenzione non tanto per i risultati ma per i metodi d'indagine utilizzati, come del resto ha sottolineato alla fine Natalie Milman, professore associato all'università George Washington (nmilman@gwu.edu), che aveva l'incarico di commentare le due indagini.

Le due relazioni sono state le seguenti:

1) Techno-Reform: The Intersection of Teacher Practice and Technology-Enhanced Curriculum Delivery and Assessment. A cura di Juna Z. Snow (University of California - Berkeley, jsnow@innovatedconsulting.com)

2) Digi-Teachers: Technology and Practice. A cura di Andrew C. Goodwyn (University of Reading - a.c.goodwyn@reading.ac.uk), Carol L. Fuller (University of Reading - c.l.fuller@reading.ac.uk), Aristidis Protopsaltis (University of Reading - aprotopsaltis@gmail.com)

Nella discussione, Natalie Milman ha insistito sull'importanza degli strumenti da utilizzare per captare le pratiche e le opinioni degli insegnanti: ne occorrono molti, diversi, complementari tra loro.

L'indagine californiana di Snow

L'indagine californiana di Snow è particolarmente apprezzabile per avere condotto osservazioni per ben tre semestri, anziché limitarsi, come succede spesso, a interviste più o meno strutturate con gli insegnanti.

Milman ha inoltre sottolineato l'importanza in ogni scuola dei percorsi dell'innovazione e dello sviluppo professionale degli insegnanti: come sono giunti in quella scuola, da dove provengono, quali esperienze hanno alle spalle, quale è stata la loro formazione, dove si sono formati, ecc... Questi fattori devono essere presi in considerazione, variano da scuola a scuola, influenzano potentemente le pratiche degli insegnanti. I ricercatori devono evitare di procedere alla cieca, seguendo un proprio schema teorico tradotto nei questionari o nelle domande delle interviste. Sarebbe uno spreco di tempo e di energie e il fallimento sarebbe garantito.

L'indagine inglese di Goodwyn

L'indagine pilotata da Goodwyn in Inghilterra ha il pregio di essersi concentrata sugli “insegnanti digitali” ossia sugli insegnanti che hanno la passione per l'informatica, quelli sui quali fare affidamento per contagiare gli scettici e trascinare le scuole nel mondo delle nuove tecnologie.

Obiettivo della ricerca: capire le motivazioni degli insegnanti identificati come “fuori dal comune” nell'uso delle TIC nell'insegnamento. La ricerca è stata condotta su insegnanti inglesi della scuola primaria. Il problema evidenziato nella discussione è stato quello dei criteri e della procedura seguiti per identificare i "digit-teachers". In Inghilterra questi insegnanti sono stati segnalati dai dirigenti e i ricercatori hanno dovuto fare affidamento sulle loro indicazioni.

La ricerca ha rilevato che il modo con il quale le TIC sono usate conta di più della quantità di attrezzature possedute dalle scuole. Nelle scuole primarie inglesi, ci sono buone attrezzature per quel che riguarda le nuove tecnologie (lavagne luminose, computer, WiFI, ADSL, tavolette numeriche. ecc), ma è raro un uso appropriato ed efficace delle TIC.

Quindi non è l'attrezzatura che conta ma la competenza, la bravura, la professionalità degli insegnanti.

Un altro problema metodologico rilevante è quello della definizione delle buone pratiche nell'uso delle TIC. L'osservazione e l'analisi delle buone pratiche degli “insegnanti digitali” sono un passaggio obbligato per impostare ulteriori indagini su vasta scala che mettano in grado di formulare le competenze che devono possedere gli insegnanti in riforme che si basino sull'uso delle TIC.

Nell'indagine inglese sono state contattate 250 scuole e sono stati segnalati dai dirigenti scolastici 93 insegnanti-digitali, ritenuti eccellenti sia per l'uso didattico delle TIC, sia per i risultati scolastici dei loro allievi.

Il 60% degli insegnanti che hanno partecipato all'indagine (54 in tutto, di cui 26 di scuola primaria e 28 di scuola media) ritiene che il mondo sociale e culturale degli studenti sia profondamente cambiato rispetto ad alcuni anni fa. I nativi digitali vogliono imparare in un altro modo e chiedono un insegnamento diverso.

Il commento di Milman ha messo in evidenza alcuni punti critici di questa ricerca inglese: come sono state condotte le interviste con gli insegnanti digitali? I dirigenti che hanno segnalato i docenti esperti hanno ricevuto tutti la stessa griglia di analisi, gli stessi criteri di selezione, le stesse definizioni? Le osservazioni in classe fatte con video erano sufficientemente lunghe?

In conclusione

Questa sessione ha permesso di elencare una serie di questioni alle quali si deve prestare attenzione prima di partire lancia in resta con programmi ambiziosi, spettacolari, che costano milioni di euro per attrezzare le scuole con strumenti tecnologici che spesso non sono utilizzati o sono utilizzati male.

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