Scuola e finanziaria: ma chi dirige l’istruzione?
Ancora una volta sono provvedimenti economico-finanziari a delineare il quadro della riforma scolastica (anche tutti i provvedimenti Fioroni sono stati contenuti in 2 finanziarie); questo la dice lunga sulla capacità del ministero dell'istruzione di delineare autonomamente una politica credibile e di largo respiro.
Le finanziarie del governo Prodi
La legge Finanziaria 2007 intervenne con pesanti tagli alla spesa del personale scolastico, senza prevedere nessuna seria riorganizzazione strutturale, quindi incapace di realizzare un reale e stabile contenimento della spesa sugli organici. In considerazione di questa acclarata incapacità (negli ultimi dieci anni la maggior parte dei risparmi preventivati sul personale non si è mai realizzata), il ministro dell'Economia e della Finanza Padoa Schioppa introdusse una specifica clausola di salvaguardia (“ in caso di accertamento di minori economie si provvede alla riduzione della dotazione di bilancio del Ministero della pubblica istruzione, ad eccezione di quelle relative alle competenze spettanti al personale della scuola,.., fino alla concorrenza degli importi determinati dal comma 620” ). Rispetto alla riduzione prevista nel 2007 e 2008 per complessive 43.000 unità di personale si ebbe una rinegoziazione nell'agosto 2007 fra MPI e MEF che stabilì una progressione più graduale dei tagli. Nonostante tale gradualità , gli obiettivi non sono stati rispettati.
La “visione” dell'istruzione del ministro Gelmini nell'intervento del 10 giugno
Ora il ministro dell'Economia ripropone nuovi e più pesanti tagli. Ciò avviene senza che il ministro dell'istruzione abbia prima delineato la sua politica, considerato che l'unico intervento generale di politica scolastica del ministro Gelmini il 10 giugno 2008, fu del tutto vago ed edulcorato fino a vagheggiare di “stipendi” europei”, senza porsi l'irrilevante problema di come reperire le risorse.
Così, ancora una volta, la “riforma della scuola” (ci si passi l'eufemismo) prende corpo attraverso provvedimenti economici, dettati da un altro ministero.
Gli interventi del ministro dell'economia e delle finanze Tremonti
Ma vediamo ora cosa dice sulla scuola il Decreto-legge 112/2008, ora disegno di legge C. 1386 (Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria) in discussione alla Camera.
La parte dedicata all'istruzione è l'art. 64. Esso prevede:
- Un incremento graduale di un punto del rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011/2012
- una riduzione complessiva del 17% della dotazione organica del personale ATA nel triennio 2009-2011
- un piano programmatico di interventi volti ad una maggiore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
- uno o piu' regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto in modo da assicurare la puntuale attuazione del piano con cui si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri:
- razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti;
- ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;
- revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi;
- rimodulazione dell'attuale organizzazione didattica della scuola primaria;
- revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
- ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa.
Si tratta dunque di una vera e propria riforma che pare riproporre quanto contenuto nei decreti attuativi della legge Moratti, e riagganciarsi in qualche modo a ciò che aveva decretato Fioroni sull'istruzione tecnica e professionale, su cui aveva trovato diverse convergenze anche con l'opposizione in primo luogo con l'On. Aprea.
Ed è l'On. Aprea che da Presidente della VII Commissione Cultura e Istruzione della Camera pare oggi dettare il ruolino di marcia delle azioni del MIUR.
La VII Commissione Cultura della Camera nella seduta del 9 luglio 2008 ha espresso parere favorevole al disegno di legge con le seguenti condizioni:
- dalla riduzione dell'organico del personale ATA devono essere escluse le figure amministrative necessarie allo sviluppo dell'autonomia;
- i tempi previsti per la predisposizione del “piano programmatico di interventi” devono essere raddoppiati (da 45 gg. a 90 gg.) al fine di consentire anche un esame approfondito da parte del Parlamento;
- nel Piano programmatico deve essere previsto l'assolvimento dell'obbligo di istruzione anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale non più solo in via transitoria per i percorsi sperimentali
- la predisposizione dei regolamenti deve prevedere il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia;
- la razionalizzazione e l'accorpamento delle classi di concorso devono avere come obiettivi una maggiore flessibilità nell'utilizzo del personale e una consistente riduzione delle discipline, in modo da orientare il curricolo nazionale sulle otto competenze di base indicate dall'Europa;
- i piani di studio e i relativi quadri orari comprensivi delle attività opzionali dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore tengano conto dell'organizzazione prevista per il secondo ciclo dal decreto legislativo n. 226 del 2005 (attuativo della legge Moratti, sospeso, modificato ma non abrogato da Fioroni ndr);
- la riforma degli istituti tecnici e professionali consenta di ridurre complessivamente il numero degli indirizzi, di eliminare le duplicazioni dei percorsi, di ridurre significativamente le ore di lezioni teoriche a favore di attività laboratoriali e di alternanza scuola-lavoro, armonizzando le disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 226 del 2005 (Moratti ndr) con quelle contenute nel decreto legge n. 40 del 2007 (Fioroni ndr);
- la competenza dello Stato nell'assegnazione del personale alle scuole si limiti all'80 per cento del curricolo nazionale e il restante 20% di curricolo dell'autonomia sia lasciato alla competenza delle scuole;
- la revisione dei criteri per la formazione delle classi consenta di assegnare le risorse umane alle scuole partendo dal numero degli alunni, dalla tipologia dell'offerta formativa e lasciando alle scuole la piena autonomia organizzativa delle classi medesime (per età e/o per livelli di competenza o secondo altre scelte dettate dai bisogni degli studenti);
- nella rimodulazione dell'organizzazione didattica della scuola primaria siano valorizzati i principi di flessibilità e di personalizzazione dei piani di studio previsti dal decreto legislativo n. 59 del 2004 (Dlgs. attuativo della riforma Moratti ndr);
- una ulteriore quota delle economie di spesa, pari ad almeno il 20% per cento delle medesime economie, sia destinata al miglioramento della qualità dei servizi scolastici ed al miglior funzionamento delle scuole e ai finanziamenti destinati alle scuole paritarie, incrementando sia le spese di parte corrente sia le spese in conto capitale;
- appare necessario, inoltre, che le disposizioni dell'articolo 72 non si applichino al personale della scuola e, in particolare, quelle del comma 11 ai dirigenti scolastici.
In tutto questo, dobbiamo dire che non ci preoccupa la sterile polemica sull'obbligo di istruzione nella formazione professionale, sorta dopochè è stato recepito nel maxiemendamento la richiesta della VII Commissione di assolvimento dell'obbligo anche nei percorsi di formazione professionale. E' un rispolverare la vecchia ambiguità fra obbligo scolastico e obbligo di istruzione, quando già il governo Prodi si era pronunciato per l'obbligo di istruzione, avvallando l'espletamento dell'obbligo nei percorsi triennali sperimentali di formazione professionale.
Ciò che preoccupa è il navigare ancora a vista sull'istruzione tecnica e professionale, non risolta né dalla riforma Moratti, che aveva licealizzato gli istituti tecnici, né dal ministro Fioroni che ha omologato gli istituti professionali ai tecnici, sottraendo loro la possibilità di impartire autonomamente le qualifiche. E non è risolta la costituzione dell'alta formazione tecnico-professionale non universitaria, considerato che il DPCM con cui il governo Prodi ha istituito gli Istituti Tecnici Superiori è del tutto inadeguato, come dimostra in modo illuminante l'intervento del francese Jacques Mazéran, uno dei maggiori esperti in materia a livello internazionale, che è in pubblicazione su questo sito.
Infine, è noto che una corretta soluzione dell'istruzione e formazione tecnica e professionale chiama in campo le nuove competenze costituzionali delle regioni. E allora, ci chiediamo, sarà anche in questo caso un altro ministro ad assumere l'iniziativa? In altre parole dovremo affidarci al ministro Bossi per vedere applicato il Titolo V nel campo dell'istruzione?
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(21 luglio 2008) |
Shakespeare for alla ages and stages
(Shakespeare per tutte le età e gradi scolastici)
Il governo inglese ha deciso di introdurre Shakespeare a scuola a tutte le età a partire dai 5 anni. Ciascuna scuola riceverà un libro con i consigli pedagogici e dei DVD per adattare l’opera alle diverse età degli allievi.
Lo scopo è di valorizzare l’esperienza educativa di Shakespeare, fornendo una mappa di opportunità per un’educazione che abbia carattere permanente e che stimoli il piacere nella fruizione dell’opera shakespeariana.
Si tratta di un tipo di insegnamento progressivo, strutturato cioè in modo che ogni livello costruisca l’insegnamento su ciò che è stato appreso prima e sia la base per ciò che sarà appreso dopo.
Il libro comprende un quadro di opportunità e di suggerimenti per fare fare agli allievi esperienze significative con Shakespeare attraverso i vari stadi scolastici (Key stages), pur rimanendo ancorati al curriculum esistente. Il testo fornisce esemplificazioni di approcci attivi, fantasiosi e partecipativi a tutte le opere di Shakespeare, dove è possibile.
Questo libretto è il frutto della collaborazione, durante l’anno scolastico 2007-2008, fra l’Agenzia inglese per il curricolo (QCA, Qualifications and Curriculum Authority), insegnanti, il mondo del teatro, in particolare il Shakespeare’s Globe, il Globe Education e i media.
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- Shakespeare for alla ages and stages (Shakespeare per tutte le età e gradi scolastici), testo inglese
LINK
1) QCA, Qualifications and Curriculum Authority
2) Shakespeare’s Globe
(20 luglio 2008) |