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Notizie in breve ...

Gennaio 2008


Veneto: un'importante delibera bipartisan sulla decentralizzazione

La regione Veneto ha assunto un'importante delibera sulla decentralizzazione, di cui un capitolo è dedicato all'istruzione. La cosa che va maggiormente rimarcata è che la delibera è stata presa quasi all'unanimità (55 presenti: 53 SI, 1 No, 1 astenuto).

Per quanto riguarda la scuola si afferma che il Veneto richiede una maggiore autonomia regionale in tema di istruzione, scolastica ed universitaria, ritenendo che l'acquisizione di competenze rafforzate in questa materia, potrà consentire alla Regione di realizzare, nell'ambito del proprio territorio un sistema educativo/formativo che, tenendo conto anche delle specifiche vocazioni del sistema economico/sociale veneto, preveda percorsi organici orientati all'eccellenza formativa e alla creazione di professionalità richieste dal mondo del lavoro, ferma restando la finalità del sistema di istruzione di assicurare a tutti gli strumenti adeguati per essere cittadini consapevoli e responsabili.”

Si tratta ancora di una delibera di intenti, ma l'assunzione quasi unanime di questo atto, dice che i tempi, per quanto lentamente, vanno cambiando e le Regioni cominciano a rivendicare con minor timidezza le proprie competenze.

A questo proposito non è stata sufficientemente sottolineata la nota scritta nel dicembre scorso dall' Assessore del Lazio Silvia Costa, coordinatrice della Commissione istruzione della Conferenza delle Regioni. La Costa ha scritto ai colleghi per denunciare l'inerzia rispetto ai processi attuativi del Titolo V e stigmatizzare il fatto che la legge finanziaria scalza per alcuni aspetti le competenze delle Regioni e configura “qualcosa che non è coerente con l'attuazione del Titolo V.”

> Leggi delibera Veneto (parte su istruzione)Torna home page
> Leggi Nota Assessore Costa


Piero Cipollone nominato Presidente dell’INVALSI: una svolta importante per l'istituto nazionale di valutazione

Prima del suo scioglimento, il 25-01-08, il consiglio dei Ministri ha nominato presidente dell'INVALSI Piero Cipollone, uno dei tre commissari straordinari ai quali era stato affidato l'istituto dopo la “liquidazione” della gestione Elias. Si tratta, una volta tanto, di una nomina coraggiosa perché Piero Cipollone è un economista che viene dalla Banca d'Italia, una persona dunque che non appartiene a nessuna “casta” pedagogica, che è al di fuori di quella ristretta cerchia italiana che si occupa di valutazione che non è mai stata capace di costruire nel nostro Paese una comunità scientifica specializzata nel campo della valutazione, come invece ce ne sono, e di grande spessore, all’estero.

Non è un segreto che l'ADI ha criticato il decreto legislativo del ministro Moratti istitutivo dell’INVALSI; un "pasticciaccio" si è detto e così è stato. I progetti pilota dell'INVALSI, in particolare il primo e il secondo, sono stati un esempio eclatante di dilettantismo. E tutte le successive operazioni, anche ambiziose, sono state fatte senza preparazione, senza poter contare su nessuna tradizione nazionale nel campo della psicometria, isolate dal contesto internazionale e con pochissimi specialisti nel campo della valutazione di sistema.

I commissari, subentrati con il ministro Fioroni, hanno avuto il mandato di cominciare a risistemare la situazione e porre le basi per creare un nuovo INVALSI. Non sappiamo quale sia stato il lavoro da loro compiuto negli scorsi mesi, ma si ha l'impressione, almeno guardando dall'esterno, che qualcosa stia cambiando.

L'ADI ha contestato a suo tempo la subordinazione dell'INVALSI al ministero e ha auspicato la piena autonomia dell'istituto. Anche senza farne una pregiudiziale, il problema resta sul tappeto. Abbiamo motivo di credere che il nuovo Presidente, che ha peraltro il vantaggio di avere alle spalle la Banca d'Italia, riuscirà a tenere fuori dalle secche ministeriali l'istituto che gli è stato affidato.
Il compito assunto dal nuovo Presidente richiede tempo e lungimiranza. Non si ricostituisce in breve tempo un istituto partito con il piede sbagliato. Ci vorranno anni innanzitutto per costruire una massa critica di ricercatori ed analisti specialisti nel settore della valutazione, che per il momento non ci sono; e ci vorrà molto più tempo per stabilire un rapporto di fiducia con le scuole e con le regioni, per cambiare le mentalità ed instaurare, nella scuola italiana una sana, vivace, critica cultura della valutazione.
Torna home pageBuon lavoro Presidente Cipollone.


La scuola nel Rapporto Attali

Il 23 gennaio 2008 la Commissione Attali ha consegnato al Presidente Sarkozy il proprio Rapporto “Liberazione della crescita francese
La Commissione di 42 membri insediata il 30 agosto u.s., annovera tra gli altri gli italiani Mario Monti e Franco Bassanini.
I giudizi sul Rapporto sono diversi, c’è chi lo giudica un documento complessivamente modesto e chi come il Corriere della Sera un insieme di “300 proposte, ambiziose e dettagliate” che hanno il merito di essere state “formulate consensualmente da un gruppo di persone molto diverse per esperienza professionale e convinzioni politiche”.
Il rapporto dedica un ampio spazio alla scuola, che viene trattata nel primo capitolo, che comprende 3 grandi Obiettivi e 10 Decisioni. In particolare:

1) OBIETTIVO: Dotare tutti i bambini degli strumenti necessari per vivere in questo mondo:

  • DECISIONE 1
    Migliorare la formazione delle educatrici dei nidi e delle maestre della scuola dell’infanzia
  • DECISIONE 2
    Ripensare lo “zoccolo” comune di conoscenze per inserirvi “il lavoro di gruppo”, l’inglese, l’informatica e l’economia
  • DECISIONE 3
    Fornire i mezzi per evitare che i bambini ripetano l’anno nella scuola primaria e secondaria

2) OBIETTIVO: Impegnare le scuole primarie e secondarie per il successo di tutti gli alunni

  • DECISIONE 4
    Dare più autonomia alle scuole primarie e secondarie
  • DECISIONE 5
    Valutare i docenti sulla base dei risultati degli alunni
  • DECISIONE 6
    Permettere ai genitori di scegliere liberamente la scuola dei propri figli

3) OBIETTIVO: favorire nella scuola secondaria la valorizzazione di tutte le intelligenze

  • DECISIONE 7
    Rifondare l’orientamento e tenere conto delle attitudini non accademiche
  • DECISIONE 8
    Sviluppare stage nelle imprese
  • DECISIONE9
    Lanciare concorsi per l’innovazione
  • DECISIONE 10
    Attivare a livello di collège il servizio civile settimanale (assistenza agli anziani, agli handicappati, ristrutturazioni di alloggi ecc ...)

Al di fuori dell’ambito dell’istruzione si segnalano quelle che RAINEWS 24 ha definito le 10 proposte shock, alcune delle quali richiamano il dibattito italiano

  1. Facilitare l'immigrazione grazie ad un rilascio di permessi più flessibile, soprattutto in quei settori dove c'è carenza di manodopera.
  2. Eliminare entro i prossimi dieci anni i dipartimenti - le province francesi - per rafforzare le regioni e le aggregazioni fra comuni.
  3. Spostare l'età limite lavorativa al di là dei 65 anni, lasciando la libera scelta di continuare un'attività senza limite di età e togliere gli ostacoli al cumulo lavoro-pensione.
  4. Creare una Iva sociale per ridurre il costo del lavoro.
  5. Aprire alla concorrenza alcune professioni regolamentate (farmacisti, taxisti, veterinari, parrucchieri, notai...).
  6. Ripristinare la libertà di prezzo e d'installazione dei settori della distribuzione, dell'alberghiero e del cinema.
  7. Permettere alle imprese di venire meno alla durata legale del lavoro a condizione che la deroga sia prevista da un accordo di settore e fondata su un accordo a maggioranza nell'impresa.
  8. Mantenere il ruolo del nucleare e il ritmo di costruzione delle centrali.
  9. Rendere sicuro lo scioglimento consensuale del contratto di lavoro.
  10. Fare valutare tutti i dipartimenti, diretti o indiretti, di un servizio pubblico (professore, funzionario, medico) dai propri superiori ma anche dagli utenti.

Leggi il capitolo del Rapporto Attali sulla scuola (in francese)
LTorna home pageeggi l’intero Rapporto Attali (in francese)


Ogni anno quasi 10 milioni di bambini muoiono prima dei 5 anni (23-01-08)

Il rapporto Unicef 2008 sulla condizione dei bambini nel mondo, reso noto il 21 gennaio 2008, è agghiacciante:9.700.000 bambini muoiono ogni anno prima dei 5 anni, di questi oltre 6 milioni sarebbero assolutamente curabili, si tratta infatti di malattie come polmonite, diarrea e malaria. La metà delle altre morti derivano da cause indirette: conflitti, AIDS, denutrizione, mancanza d’igiene, scarsità d’acqua.
La mortalità infantile è diminuita del 25% dal1990, un ritmo insufficiente, se si vuole ridurre almeno a 4 milioni il numero dei decessi dei bambini di meno di 5 anni, cioè a meno del 50% rispetto ad oggi, come è avvenuto in America Latina e nell’Asia dell’est.
Con qualche modesto investimento in più, la situazione potrebbe migliorare di molto, sostiene l’Unicef, che stima che con un costo di 2-3 dollari in più a persona rispetto ai programmi già adottati, in Africa subsahariana si avrebbe un calo del 30 per cento dei decessi fra i più piccoli, e del 15 per cento per le madri, percentuali che salirebbero al 60% di calo della mortalità per mamma e bambino con un investimento ulteriore di 12-15 dollari pro capite.
Il problema purtroppo , non detto, sta anche nel modo in cui i fondi e i vari aiuti internazionali vengono utilizzati, e molto spesso dissipati per altri scopi, esattamente come avviene nel campo dell’educazione.

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Per i docenti recupero parziale delle spese di autoaggiornamento: prodotti editoriali, corsi ecc.. (18-01-08)

Nella news del 17 gennaio 2008, la Erickson, con il cui Centro Studi l’ADi collabora, ha ricordato le nuove agevolazioni previste per i docenti per il proprio autoaggiornamento.

La legge finanziaria (art. 1 comma 207) ha stabilito che per l’anno 2008 i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, anche non di ruolo purché con incarico annuale, potranno recuperare il 19% delle spese sostenute per l’autoaggiornamento e per la formazione, documentate ed effettivamente rimaste a carico, fino a un massimo di € 500,00 con la dichiarazione dei redditi (Mod. 730 o Mod. Unico) che verrà presentata nel 2009.

Rientrano, tra l’altro, in queste spese prodotti editoriali e corsi.
Occorre ricordarsi di fare mettere il proprio codice fiscale sulla ricevuta.

Finanziaria 2008
Articolo 1 comma 207
Per l'anno 2008 ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, anche non di ruolo con incarico annuale, ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, spetta una detrazione dall'imposta lorda e fino a capienza della stessa nella misura del 19% delle spese documentate sostenute ed effettivamente rimaste a carico, fino a un massimo delle stesse di € 500,00, per l'autoaggiornamento e per la formazione.

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Inghilterra: poliziotti furiosi contro gli aumenti retributivi degli insegnanti (15-01-08)

In Inghilterra e Galles gli insegnanti avranno aumenti retributivi del 2,45%, superiore al 2% dell’inflazione, posto dal Primo Ministro Gordon Brown come limite massimo per gli aumenti nel settore pubblico. Gli aumenti, per la prima volta impostati su 3 anni, saranno così distribuiti: 2,45% a Settembre 2008, 2,3% a Settembre 2009 e 2010.
La proposta fatta dallo School Teachers' Review Body- l’Agenzia che ha il compito di stabilire gli adeguamenti retributivi degli insegnanti- è stata sostenuta dal ministro dell’istruzione Ed Balls, il quale ha dichiarato che gli insegnanti sono “la spina dorsale del nostro sistema educativo”.
Questo aumento segna il primo round della nuova impostazione pluriennale degli aumenti contrattuali, decisa per tenere bassa l’inflazione e aiutare i ministeri a pianificare più efficacemente i loro bilanci.

Se i sindacati scuola hanno reagito in modo differenziato a questo inaspettato aumento, i sindacati delle altre categorie pubbliche sono insorti. In particolare i portavoce dei corpi di polizia si sono dichiarati traditi e furibondi, poiché a loro, i primi a chiudere i contratti pubblici, sono stati negati aumenti superiore al 2%.

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Il primo ministro inglese Gordon Brown lancia il 2008 Anno della Lettura (15-01-08)

Gordon Brown e il ministro dell’istruzione Ed Balls sono stati raggiunti al n.10 di Downing Street da un gruppo di alunni e di scrittori per ragazzi per il lancio su You Tube dell’Anno Nazionale della Lettura.
La decisione di lanciare il 2008 Anno Nazionale della Lettura è stata presa per sviluppare in tutto il Paese la passione per la lettura, il miglior passatempo per bambini, famiglie e adulti.

Ed Balls ha fatto appello a ogni datore di lavoro, ad ogni scuola, ad ogni biblioteca, ad ogni comunità locale per il sostegno e il coinvolgimento in questa campagna che ha un proprio sito National Year of Reading website , a cui ha chiesto di registrarsi.
Ha detto Ed Balls: I libri sono al centro delle attività di questo Anno, ma tutte le letture contano:giornali, riviste, poesie, testi per canzoni, file dei computer, blogs. Tutto farà parte delle attività di questo Anno.
Campagne e iniziative per stimolare la lettura saranno condotte, nel corso di tutto il 2008, da 146 “Coordinatori di lettura”, che lavoreranno con le Autorità Locali. Le attività proposte comprendono tra l’altro la richiesta ai datori di lavoro di trasformare le vecchie sale per fumatori in mini biblioteche, e l’incoraggiamento ai genitori a trascorrere dieci minuti al giorno a leggere con i loro figli.



> Watch the video of the National Year of Reading Torna home page
> 2008 Anno Nazionale della lettura


Comunicato di Save the Children Italia: il diritto all’istruzione va garantito a tutti i bambini indistintamente (10-01-08)

"Il diritto all’educazione per ogni bambino è sancito dall’articolo 28 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Lo stesso articolo inoltre vincola gli Stati a garantire pari opportunità e uguaglianza di accesso a tale diritto per ogni minore.

La decisione del Comune di Milano di non accettare iscrizioni alla scuole comunali per l’infanzia di bambini figli di immigrati non in possesso del permesso di soggiorno, è dunque in contrasto con i principi sanciti dalla Convenzione Onu poiché non garantisce a tutti i minori pari diritti e, in particolare, il diritto all’educazione.

E' corretto e condivisibile quindi l’intervento del Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni che ha dato al Comune di Milano dieci giorni di tempo per revocare la circolare e tornare sulle sue decisioni.

Il diritto all’educazione per ogni bambino, a prescindere dal suo status sociale o giuridico, è, tra l’altro, sancito nel DPR 394 del 1999 ai sensi del quale tutti i minori presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della loro posizione di soggiorno.

Sin dal 1919, anno della sua nascita, Save the Children è impegnata a promuovere e sostenere il diritto all’educazione, consapevole che la possibilità di accedere alla scuola e a un’istruzione di qualità determini prospettive di vita migliori per ogni bambino e bambina, e anche per l’intera società."

Comunicato Save the Children Italia del 10-01-08

> Note alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia Torna home page
> ONU- Convenzione sui Diritti dell’Infanzia 1989


Il destino degli Istituti Professionali affidato a una commissione di 37?

Si è insediata il 19-12-2007 la Commissione per l'istruzione tecnica e professionale, composta da 37 persone, presieduta dal Prof. Alberto Felice De Toni, preside della Facoltà di Ingegneria di Udine e coordinata dal Prof. Arduino Salatin direttore dell'IPRASE del Trentino. Una commissione pletorica che lavora a titolo gratuito (in nessun altro Paese civile le commissioni che operano a tali progetti sono catalogabili fra “i gruppi di volontariato”) e che, ancora una volta, non si sa bene quanto conterà.

L'art. 13 della legge 40/07 ha dettato disposizioni per il riordino degli istituti tecnici e professionali, dopo aver mantenuto in capo allo stato gli istituti professionali, privandoli della possibilità di impartire autonomamente sia le qualifiche triennali, sia i diplomi professionali quadriennali istituiti dalla legge 53/03 entrambi di competenza regionale. Questa omologazione dei professionali ai tecnici è stata una decisone nefasta volta solo a soddisfare le corporazioni non certo i bisogni del paese e degli studenti, né questioni di spesa pubblica. E' arcinoto infatti che laddove si è attuata la così detta “integrazione” fra scuola e formazione professionale (e questo si dovrà fare in molti istituti per poter continuare a impartire qualifiche) si è proceduto per “aggiunte”, affiancando a un organico scolastico immutato nuovo personale regionale.

La logica che sottende questo provvedimento è la stessa che portò il ministero Moratti a licealizzare gli istituti tecnici. La licealizzazione fu indotta dalla volontà di mantenere in capo allo stato gli istituti tecnici, così come ora la sottrazione delle qualifiche agli istituti professionali è dettata dalla stessa volontà di mantenere statali queste scuole. La cosa inconcepibile è che queste acrobazie nascono tutte dalla viscerale opposizione all' applicazione del Titolo V della Costituzione varato dallo stesso centrosinistra. Secondo la Costituzione in vigore, allo Stato competono solo le “norme generali”, i “principi fondamentali” e la definizione dei “livelli essenziali delle prestazioni”, non la gestione e amministrazione del personale!! Finchè la gestione di tutta l'istruzione non sarà decentralizzata non si potrà mai nemmeno tentare di superare separatezze e gerarchie fra i percorsi e di riscattare e valorizzare tutta l'istruzione e formazione professionale.

Ora la commissione dovrà arrampicarsi sugli specchi per definire in che cosa gli istituti professionali differiscono dagli istituti tecnici, dopo che struttura e titoli di studio finali sono stati omologati.

I tempi di tutta l'operazione sono stretti perché il termine ultimo per approvare i regolamenti è il 31 luglio p.v. e prima ci deve essere il passaggio nelle commissioni parlamentari.

Intanto il ministero ha programmato per il 7 febbraio un altro seminario sul tipo del Laboratorio dell'Istruzione Tecnica e professionale del 15 e 16 maggio 2007.

> Leggi il decreto istitutivo della commissione con i 37 componenti
> Leggi art. 13 legge 40/07 Torna home page

 


Il decreto sugli Istituti Tecnici Superiori (ITS)

Abbiamo sempre sostenuto che ci sono due pilastri mancanti nel sistema di istruzione in Italia, un serio apprendistato e l'istruzione tecnico-professionale terziaria non universitaria. Non possiamo quindi che salutare con grande soddisfazione la decisione di istituire gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori. Accanto alla soddisfazione c'è però una grande preoccupazione da un lato per la fretta e la poca trasparenza con cui ancora una volta si è proceduto, dall'altro per i contenuti che si stanno imponendo. Non intendiamo però anticipare giudizi e commenti.

L'ADi, dopo avere già fornito un importantissimo contributo con il seminario internazionale dello scorso anno concluso dal Presidente del Consiglio Romano Prodi, ha costituito nel mese di dicembre 2007 un apposito gruppo di lavoro, composto da quattro esperti di chiara fama, Norberto Bottani, Michele Pellerey, Livio Pescia e il francese Jacques Mazeran consulente in questo campo a livello internazionale e autore del recentissimo Les enseignementes supérieurs professionels courts-Un défi educatif mondial edito da Hachette, e dalla presidente dell'ADi Alessandra Cenerini. L'ADi si riserva pertanto di intervenire dopo un'ulteriore consultazione del gruppo di lavoro.

Ritiene comunque opportuno fare circolare fra i colleghi il testo del Decreto, nella versione contenente il primo testo ministeriale, le osservazioni delle Regioni avanzate nella Conferenza unificata del 20-12-07 e il nuovo testo emendato. Le Regioni hanno fatto sapere che quella che hanno dato il 20 Dicembre è comunque un'intesa “condizionata”, come si legge in Regioni.it

Il testo, licenziato dal Consiglio dei Ministri è ora al vaglio del Consiglio di Stato che dovrebbe valutarlo il 28-01-08. Poi ritornerà al CdM che esaminerà gli eventuali rilievi.

> Leggi testo comparato del decreto Torna home page

 


Pubblicate le linee guida sull’obbligo a 16 anni

Il 27 dicembre 2007 il ministro Fioroni ha firmato il decreto con cui vengono impartite a tutte le scuole le linee guida sull’obbligo d’istruzione. Il decreto si compone di una Premessa, di 7 punti e di un allegato per la rilevazione dati.

E’ un documento che non dice nulla di nuovo rispetto al decreto del 22 agosto 2007, e più che linee guida per l’oggi, appaiono linee di intenti prossimi futuri. Per l’immediato le scuole devono “arrangiarsi” e fare raggiungere agli studenti le agognate “competenze” all’interno dei vecchi programmi e delle vecchie modalità di valutazione e certificazione, che le linee guida ribadiscono essere pienamente in vigore. Non pare esista nessun altro paese al mondo che adotti questa metodologia, attribuendo, in ultima analisi, ai propri insegnanti abilità di giocolieri o illusionisti.

Per tutto questo l’ADi è impegnata in corsi di formazione in cui insieme ai colleghi approfondisce il lungo percorso compiuto a livello internazionale dalle competenze nei curricoli scolastici, chiarisce il concetto di competenza chiave, così come l’esigenza di tradurre le competenze in standard, suggerisce alcune limitate scelte che si possono oggi tentare all’interno degli attuali programmi e quali competenze trasversali sia opportuno privilegiare per sostenere l’apprendimento.

Ma veniamo ai 7 punti delle linee guida:
1) Il contesto di riferimento: si accenna a tutti i documenti europei e nazionali già citati nel precedente decreto e si ribadisce che all’interno della vigenza dei vecchi programmi e delle vecchie valutazioni bisogna fare raggiungere agli studenti di tutti gli ndirizzi le stesse competenze comuni essenziali.
2) Aspetti generali: si attribuisce specifica responsabilità al collegio dei docenti di realizzare l’interazione disciplinare, gli aspetti fondanti dei 4 assi culturali, l’apprendimento per competenze, l’utilizzazione della flessibilità curricolare del 20%. Non c’è che dire, è l’Elogio del Docente Italiano.
Ci sono centri di ricerca che in altri paesi hanno impiegato anni per definire ad esempio i nuclei fondanti della matematica, invece qui, sul suolo patrio, i docenti realizzeranno il tutto nel corrente anno scolastico a partire dall’8 gennaio! Quando si dice il genio italico!
3) Orientamento e recupero, solite invocazioni
4) Formazione, idem come sopra
5) Valutazione e certificazione: per ora nulla cambia, ma c’è impegno a costruire un nuovo modello nazionale per la certificazione delle competenze quando si andrà a regime
6) Sostegno e osservazione del processo: cosa si fa in Italia quando non si sa che fare? Si fanno commissioni e gruppi di lavoro. Qui ce ne sono a go go: nazionali, regionali, provinciali , locali e di singole scuole. Cosa verrà fuori da questa orgia di gruppo lo sapremo nel 2009-2010, con la messa a regime, sempre che nel frattempo non ci siano altri stop and go.
7) Finanziamenti: ci si deve avvalere dei finanziamenti già assegnati alle scuole

Scheda di rilevazione allegata: le scuole devono compilare e restituire la scheda fra il 21-01-08 e il 24-04-08. Si chiede sostanzialmente di indicare quali attività di informazione sono state realizzate, le modalità usate per la lettura delle Linee guida (individuale , di gruppo ecc.), se si sono attivate sperimentazioni sulle competenze relative agli assi culturali, se è stata utilizzata la flessibilità del 20%.

> Leggi le linee guida sull’obbligo Torna home page

> Leggi l’allegato


Dopo PISA il ministro disse: “Non servono riforme escatologiche” e ordinò tanti corsi di recupero

Il ministro Fioroni ha reagito in due tempi agli allarmanti risultati di PISA 2006. Nel suo intervento del 4 dicembre 2007 ha affermato: Non serve un’ulteriore riforma escatologica della scuola italiana. Ciò che serve è ripristinare il principio del merito. E ha citato il proprio provvedimento sul recupero dei debiti nella scuola secondaria di secondo grado. Quindici giorni dopo, quando si è sparsa la voce che oltre il 60% dei quindicenni nostrani non sa perché notte e giorno si alternano, il Ministro ha pensato che non bastavano i recuperi nella secondaria superiore e che bisognava farli anche nella scuola media.

Detto fatto, con la velocità con cui è solito prendere provvedimenti, il 19 Dicembre ha emanato una Direttiva per corsi di sostegno e recupero nella scuola media in matematica e italiano. Siamo felici che si comincino finalmente a delineare quali sono le competenze chiave, ma forse era opportuno fare chiarezza nelle Indicazioni (una chiarezza che non c’è) e smettere di credere che il miglioramento passi unicamente attraverso ore aggiuntive, con aumento complessivo dell’orario, proprio per quegli studenti che da scuola vorrebbero il più delle volte fuggire.

Leggi Direttiva sui recuperi scuola media del 19-12-07 Torna home page