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CORONA VIRUS: guardando oltre le attuali controversie Ministero/Sindacati

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Assistiamo, nonostante i tempi drammatici, al solito balletto Sindacati/Ministero. Alcune considerazioni e alcune proposte.

Controversia Sindacati/Ministero

1aAlla nota Comunicazione del 17 marzo 2020 di viale Trastevere a firma del nuovo capo dipartimento Marco Bruschi, che chiede che le lezioni online vadano oltre “il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti” e prevedano anche la valutazione, hanno reagito pesantemente i sindacati scuola con una Nota unitaria chiedendo il ritiro della circolare e un’immediata convocazione sindacale.

A questa reazione sono seguite varie controreazioni, tra cui quella dell’ANP che, con toni sarcastici, bolla così la reazione dei sindacati scuola: “E’ tanto immediata ed automatica da evocare riflessi pavloviani, in un momento e in un contesto in cui sarebbero invece auspicabili atteggiamenti ben più meditati e consoni alla gravità del passaggio in cui ci troviamo”.

 Di fronte a questa sconcertante situazione due considerazioni in premessa:

  1. Limitarsi oggi a fare una battaglia contro il Ministero dell’istruzione è come “sparare sulla Croce Rossa”. Cosa ci si aspetta da un Ministero che non ha mai avuto né una visione strategica, né strumenti per realizzarla? Il suo compito è sempre stato, purtroppo, la pura amministrazione burocratica delle scuole e soprattutto del personale, così oggi, come del tutto prevedibile, non riesce a sollevare lo sguardo e guardare oltre.
  1. I sindacati scuola farebbero bene a tacere e cogliere l’occasione per fare un’analisi dei guasti che hanno loro stessi alimentato in tutti questi anni, pretendendo sanatorie su sanatorie, impedendo che una nuova organizzazione del lavoro si realizzasse nelle scuole autonome con lo sviluppo di una leadership intermedia, sprezzantemente chiamata “caporalato”.

Che fare?

2a

Ciò detto, ribadiamo da un lato una questione che proponiamo da anni, ossia l’esigenza di un nuovo rapporto tra Ministero e scuole autonome, che sottragga al centro tutti gli aspetti burocratico – amministrativi e gestionali, per assegnargli solo compiti strategici e di valutazione del sistema; dall’altro avanziamo alcune considerazioni in relazione alla situazione data:

1) Esame di stato. La prima considerazione riguarda l’esame di stato al termine della scuola secondaria di 2° grado. Come in tempo di guerra, la commissione dovrà essere tutta interna, senza nemmeno il presidente esterno, e dovrà tenere conto di tutti gli elementi di giudizio in suo possesso

2) Ammissione alla classe successiva e ristrutturazione del curricolo. Tutti gli altri studenti dovranno essere ammessi alla classe successiva senza corsi di recupero o simili. L’anno scolastico 2020-2021 dovrà essere anticipato all’inizio della seconda settimana di settembre, lasc iando la prima all’avvio della ristrutturazione del curricolo. E’ una ”occasione storica” per tornare a riflettere sul concetto di nuclei essenziali e sull’introduzione dell’apprendimento sociale ed emozionale entro ciascuna disciplina. Sarà importante discutere e mettere in pratica una combinazione di pedagogie (oracy e debate, project based learning, storytelling, gamification) e un uso efficace della pedagogia digitale per poter davvero personalizzare l’apprendimento, di cui c’è oggi più che mai bisogno.

3) Autonomia delle scuole e collaborazione fra scuole. Mai come in questo momento si sente il bisogno dell’assunzione diretta di responsabilità da parte delle singole istituzioni scolastiche, guidate da dirigenti illuminati che sappiano valorizzare il lavoro dei migliori insegnanti attorno a cui orientare le attività di tutti gli altri in termini collaborativi. Ugualmente importante è la richiesta e l’offerta di collaborazione fra istituti.

4) Digitalizzazione delle scuole. Abbiamo già perso troppo tempo, non si diano “mance a pioggia, ma il Ministero attraverso gli USR, le Regioni e i Comuni, porti a compimento il piano di digitalizzazione delle scuole

Un memento

3aLa conclusione di questa pandemia porterà con sé una pesantissima crisi economica e nuove povertà.

Come sempre chi ne farà le spese saranno i più deboli e deprivati.

Mai, come in questa situazione, la scuola dovrà esercitare l’etica della responsabilità, cercando di sopperire a quello che sempre più bambini e ragazzi non troveranno nelle proprie case.

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