TABELLE E GRAFICI

 Tabella 1 Evoluzione organici nel periodo 1991/92 - 2000/01.
Serie storica. (Numeri indici a.s. 1991/92 = 100).
I dati non comprendono quelli relativi alle province di Bolzano e Trento.

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 Fonte: Elaborazione su dati del sistema informativo del MIUR.
 Al fine di rendere comparabili i dati nel decennio, nell'anno scolastico 200/01 al totale del personale sono state detratte le 72.000 unità di ATA trasferite dagli Enti Locali.
È evidente come le classi siano diminuite di circa il 12%. Le altre linee hanno un andamento di discesa più "lenta", soprattutto quelle del personale e mostrano una inversione di tendenza a partire dal 1997/98. Da questo anno succede l'impossibile: la finanziaria programma una riduzione del 4% del personale in tre anni e, invece, succede esattamente il contrario. La differenza alla fine del decennio è rilevante. L'aumento incontrollato del personale ha assorbito in stipendi la quasi totalità del bilancio dell'istruzione. ( Nota: OD=Organico di Diritto)



 Tabella 2 Andamento dei rapporti Alunni/classi, Alunni/insegnanti, alunni/Totale personale nel periodo 1991/92 - 2000/01.
(Il dato relativo ai docenti comprende anche i supplenti riportati a posto intero- gli stipendi interi pagati per ciascun anno-).

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 Fonte: Elaborazione su dati del sistema informativo del MIUR.


 Tabella 3

Comparazione fra i risultati previsti dalla legge finanziaria del 1998 e la situazione reale nel triennio 1998-2000.
(numeri indici a.s. 1997/98 = 100).

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 Fonte: Elaborazione su dati del sistema informativo del MIUR.
Il grafico mostra in modo inequivocabile lo scarto fra previsioni di bilancio e spesa. Il bilancio preventivo prevedeva entrate corrispondenti alla riduzione del 4% di personale mentre il consuntivo porta un aumento del 5,75% generando un "buco" nel bilancio pari quasi al 10% del personale. Dove sono stati presi i soldi? Non ci sono soluzioni diverse da nuove tasse oppure tagli altri servizi, oppure producendo debito. Una parte è stata recuperata, sicuramente, dalla riduzione degli stipendi individuali.


 Tabella 4

Evoluzione organici nel periodo 1991/92 - 2000/01.
Personale docente. Serie storica.
(Numeri indici a.s. 1991/92 = 100).
I dati non comprendono quelli relativi alle province di Bolzano e Trento.

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 Fonte: Elaborazione su dati del sistema informativo del MIUR.
Dal grafico si evince come le classi siano calate per effetto del decreto Jervolino (1992). L'andamento dei posti in organico di diritto (O.D.), al momento delle iscrizioni, è sempre sopra la linea delle classi, così come quello del personale di ruolo (tempo indeterminato). La variabile "impazzita" appare quella del personale a tempo determinato (supplenze), anche in situazione di coerenza tra organico di diritto e personale di ruolo. Dal grafico si vede, infatti, che a fronte di una certa stabilità fra classi, posti e personale di ruolo si riscontra, soprattutto a partire dal 1996/97 - coincidente con i Governo dell'Ulivo-, un aumento incontrollato del personale supplente e dell'intera gestione degli organici. A giudicare dall'andamento delle altre curve ed in considerazione che nello stesso periodo il Governo aveva previsto la riduzione del 4% di personale, l'assunzione di tale personale non era necessaria, atteso, altresì, che le curve del personale e dei posti in O.D. sono comunque al di sopra o pressoché coincidenti con quella delle classi.


 Tabella 5

Personale docente precario: indagine conoscitiva degli aspiranti inclusi nelle graduatorie permanenti.

Distribuzione degli aspiranti

per area geografica di nascita e per ordine di istruzione

Materna

Elementare

Secondaria di I Grado

Secondaria di II Grado

TOTALE

v.a.

%

v.a.

%

v.a.

%

v.a.

%

v.a.

%
Nord

14.642

20,2%

15.138

18,4%

31.196

29,3%

44.794

27,9%

105.770

25,1%
Centro

10.007

13,8%

10.307

12,6%

17.595

16,5%

25.175

15,7%

63.084

14,9%
Mezzogiorno

46.570

64,1%

54.782

66,7%

55.354

52,0%

86.716

53,9%

243.423

57,7%
Estero

1.401

1,9%

1.887

2,3%

2.349

2,2%

4.119

2,6%

9.756

2,3%
Totale

72.620

100%

82.114

100%

106.494

100%

160.804

100%

422.033

100%

Distribuzione degli aspiranti per sesso e per ordine di istruzione

v.a.

%

v.a.

%

v.a.

%

v.a.

%

v.a.

%
Donne

71.785

98,85%

79.280

96,55%

84.007

78,88%

115.077

71,56%

350.149

82,97%
Uomini

835

1,15%

2.834

3,45%

22.487

21,12%

45.727

28,44%

71.883

17,03%
Totale

72.620

100%

82.114

100%

106.494

100%

160.804

100%

422.032

100%

 

 

 


 Tabella 6

Spese per l'Istruzione in percentuale rispetto al PIL

Spese per l'Istruzione in percentuale rispetto al PIL
Spese riparametrate rispetto alla popolazione in età scolare (1999)
 Paese

 Percentuale della popolazione
(5-19 anni)

 Spesa in % in rapporto
al PIL
Coefficiente correzione rispetto alla popolazione

 Spesa in %
al Pil
corretta
 Francia

 20

 6,2

 -0,2

 6,0
 Germania

 17

 5,5

 0,7

 6,2
 Italia

 15

 5,0

 1,1

 6,1
 Giappone

 16

 4,7

 0,6

 5,3
 Spagna

 17

 5,3

 0,5

 5,8
 Regno Unito

 19

 4,9

 0,1

 5,0
 Stati Uniti

 22

 6,4

 -1,2

 5,2
 Media OCDE  

 5,7
   

Fonte: elaborazione su dati OCDE 2001. Regards sur l'éducation.
 La prima colonna rappresenta la percentuale della popolazione in età scolare dai 5 ai 19 anni. La seconda colonna rappresenta la percentuale del PIL rispetto al complesso della popolazione. La terza è un indice correttivo calcolato riparametrando la percentuale del PIL sulla popolazione in età scolare. La quarta colonna è la percentuale corretta, data dalla somma algebrica fra il valore della seconda colonna più il coefficiente di correzione.
Se si considerasse la popolazione scolarizzata, per l'Italia, la percentuale aumenterebbe di un valore pari a 0,1 portando il valore di riferimento a 6,2 e per la Germania, avendo questo paese una percentuale molto alta di scolarizzati fino a 18-19 anni, l'investimento scenderebbe attorno al 6%.


 Tabella 7 Spese per studente in rapporto al PIL per abitante (1998)

Fonte: elaborazione su dati OCDE 2001, Regards sur l'éducation.
La composizione della ripartizione degli investimenti rispetto agli ordini di scuola fornisce ulteriori spunti di riflessioni che confermano l'ipotesi per cui in Italia la spesa è proprio fuori controllo. L'investimento nella scuola dell'obbligo supera abbondantemente la media dei paesi OCDE e risulta i più elevato. Si vede chiaramente che un alunno di scuola elementare costa quasi quanto uno studente universitario. Quello di scuola media costa, addirittura, molto di più. Quanto influiscono gli organici? Basta verificare il rapporto alunni insegnanti in questi ordini di scuola (cfr-. Tabella 8). Quali sono i risultati di questi massicci investimenti di personale nella scuola dell'obbligo? È possibile valutare l'incidenza qualitativa sui risultati? Siamo proprio convinti che a più personale corrisponde un servizio qualitativamente più elevato?
Nel secondo ciclo della secondaria, il nostro investimento è pari alla media OCDE e siamo superati soltanto dai paesi che hanno il sistema duale, Germania, Austria e Svizzera. Spendiamo quanto gli altri e non abbiamo un sistema di formazione alle professioni adeguato ad un paese industrializzato.
Il dato relativo all'università si commenta da solo. A fronte di una media del 44 noi spendiamo il 28, la Francia il 34, la Germania e il Giappone il 41, il Regno Unito il 45 e gli stati Uniti il 61. Siamo a livello dei paesi sottosviluppati. La soluzione appare scontata: liberare risorse per investimenti e pervenire ad una composizione interna che abbia un minimo di coerenza.


 Tabella 8

Rapporto comparativo alunni/insegnanti nell'ultimo decennio

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 Fonte: Elaborazione su dati del sistema informativo del MIUR.
I valori del rapporto nella scuola dell'obbligo, in particolare nella scuola media, dovrebbero portare ad una attenta riflessione sulla gestione degli organici. La scuola media si porta dietro il soprannumero determinato alla fine degli anni '80 che non è stato riassorbito.