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RELAZIONI INTERPERSONALI
Quadro comparativo delle relazioni degli adolescenti con la famiglia e i coetanei nei paesi dell'OCSE
La qualità delle relazioni interpersonali dei bambini è tanto difficile da misurare quanto è importante per il loro benessere. Ciò nondimeno, è stato considerato un fattore troppo importante per essere omesso del tutto e quindi si è fatto un tentativo di misurare la qualità dei "rapporti con la famiglia e con i coetanei" utilizzando dati sulle strutture familiari insieme alle risposte fornite dai bambini alle domande dell'indagine.
La tabella qui sotto mostra la posizione approssimativa di ogni paese in relazione alla media rilevata per tutta l'OCSE.
La tabella è ordinata in base alla distanza di ogni paese dalla media OCSE di 100.
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La valutazione delle relazioni interpersonali dei bambini e degli adolescenti
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Le relazioni con la famiglia e gli amici sono molto importanti per i bambini, sia sul momento che per lo sviluppo emozionale e psicologico a lungo termine. Perciò, nonostante gli ovvi problemi di definizione e misurazione, è stato fatto un tentativo di registrare alcuni aspetti di questa essenziale dimensione del benessere dei bambini.
In base ai limitati dati disponibili, sono stati scelti tre aspetti per rappresentare questa dimensione: la struttura familiare, i rapporti con i genitori, e i rapporti con gli amici ed i coetanei. La figura 4.0 combina questi aspetti nel tentativo di fornire un quadro d'insieme per i paesi OCSE della dimensione "Relazioni interpersonali" del benessere dei bambini.
Struttura della famiglia
Usare dati sulla proporzione di bambini che vivono in famiglie composte da un unico genitore e in famiglie acquisite come indicatore del benessere può sembrare ingiusto ed insensibile.
Moltissimi bambini con una famiglia composta da due genitori subiscono i danni provocati dalla relazione dei loro genitori, mentre moltissimi bambini in famiglie di un unico genitore o acquisite crescono sicuri e felici. E poi, i termini"famiglie monoparentali" e "famiglie acquisite" non rendono giustizia ai tanti tipi diversi di unità familiari che si sono diffuse negli ultimi decenni. Però a livello statistico ci sono evidenze che giustificano l'associazione tra il fatto di
crescere in una famiglia composta da un singolo genitore o in una famiglia acquisita con maggiori rischi per il benessere dei bambini, quali il rischio di abbandonare la scuola, di uscire precocemente dalla casa dei genitori, di avere cattiva salute, un basso livello di qualificazione e una bassa retribuzione.
Inoltre questi rischi sembrano persistere anche quando si tiene conto dell'effetto sostanziale causato dai maggiori livelli di povertà che caratterizzano le famiglie monoparentali e acquisite (anche se si potrebbe notare che la ricerca che ha individuato quest'associazione è stata condotta per lo più negli Stati Uniti e nel Regno Unito, e non è detto che lo stesso modello prevalga in tutti i paesi dell'OCSE).
E' in questo contesto che le figure 4.1° e 4.1b presentano dati di 25 paesi OCSE per illustrare la proporzione di adolescenti di età 11, 13 e 15 anni che in ogni paese vive con un genitore singolo oppure in una famiglia acquisita.
Le due tabelle mostrano raggruppamenti di paesi piuttosto diversi da quelli di molte altre classifiche di quest'analisi, con i paesi dell'Europa meridionale che dominano i primi posti della tabella. In generale , circa l'80 per cento dei bambini nei paesi in esame vive con entrambi i genitori. Ma la gamma di variazioni è notevole: da oltre il 90 per cento in Grecia e Italia a meno del 70 per cento nel Regno Unito e del 60 per cento negli Stati Uniti13.
Tempo dedicato dai genitori
Cercando di analizzare in maniera più dettagliata la questione della qualità delle relazioni familiari, le figure 4.2a e 4.2b offrono una misura del tempo che le famiglie dedicano alla conversazione e all'interazione con i bambini. I dati di queste due tabelle si basano sul Programma di valutazione internazionale degli studenti (PISA), menzionato in precedenza, che, oltre a valutare il rendimento dell'istruzione, poneva agli studenti partecipanti all'indagine una serie di domande sulla vita in famiglia.
Tra quelle domande:
- In genere, quanto spesso i tuoi genitori consumano il pasto principale seduti insieme a te intorno ad una tavola?
- In genere, quanto spesso i tuoi genitori passano del tempo a parlare con te senza fare altro?
Le figure 4.2a e 4.2b mostrano la percentuale di giovani che in ogni paese ha risposto a queste domande spuntando la casella contrassegnata "varie volte la settimana". Anche nei paesi con il punteggio più basso, quasi due terzi dei bambini consumano
ancora il pasto principale della giornata insieme alla famiglia, tradizione mantenuta con maggiore tenacia in Francia e in Italia. Però esistono differenze significative tra le due tabelle.
Un numero di bambini molto inferiore riferisce di parlare regolarmente con i genitori, proporzione che scende quasi al 50 per cento nel caso di Germania, Islanda e Canada. Il Regno Unito e gli Stati Uniti sono nella metà superiore della classifica "parlare regolarmente".
L'Italia è l'unico paese OCSE posizionato ai vertici delle graduatorie di entrambe le tabelle.
Altri dati su questo argomento sono disponibili nello studio dell'Organizzazione mondiale della sanità Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) [Il comportamento salutare dei bambini in età scolare]. Tra i risultati di questo studio si trova che i giovani, e in particolare le ragazze, trovano più facile parlare con le madri piuttosto che con i padri, e che le diffi coltà di comunicazione con i genitori aumentano in misura considerevole tra gli 11 e i 15 anni di età.
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Rapporti con gli amici
Quando i bambini crescono, i rapporti esterni alla famiglia acquistano un'importanza sempre crescente.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità " Essere apprezzati e accettati dai pari " è " essenziale per la salute e lo sviluppo dei giovani, e coloro che non sono socialmente integrati hanno molte più probabilità di manifestare difficoltà a livello di salute fisica ed emozionale ." Perciò è stato fatto un tentativo per incorporare nel presente rapporto anche un indicatore riferito ai rapporti con gli amici e i coetanei.
La figura 4.3 utilizza i dati dello studio HBSC e mostra i risultati di un'indagine su adolescenti di 11, 13 e 15 anni in più di 30 paesi che poneva la domanda "In genere trovi che i tuoi coetanei sono gentili e disponibili?" Più della metà delle risposte sono state "sì" in quasi tutti i paesi dell'OCSE, fatta eccezione per la Repubblica ceca e il Regno Unito. La Svizzera e il Portogallo dominano la classifica con punteggi intorno all'80 per cento.
Queste diverse serie di dati cercano di rappresentare una dimensione del benessere dei bambini che è difficile da definire, misurare e comparare tra i diversi paesi. In alcuni singoli paesi dell'OCSE, tuttavia, si stanno rendendo disponibili informazioni più indicative.
Il National Family and Parenting Institute del Regno Unito, per esempio, ha condotto indagini per stimare il numero di bambini che erano in grado di rispondere affermativamente a domande (riferite sia ad un singolo genitore che a due genitori) quali:
- • i miei genitori sono sempre disponibili per me quando ho bisogno di loro (76 per cento);
- • i miei genitori mi fanno sentire amato e provvedono a me (65 per cento);
- • posso parlare con i miei genitori di qualunque problema io possa avere (56 per cento);
- • io e i miei genitori abbiamo molti contrasti (20 per cento);
- • i miei genitori non mi danno tutta l'attenzione di cui ho bisogno (11 per cento);
- • i miei genitori mi fanno sentire a disagio per come io sono (7 per cento).
Mancando dati altrettanto dettagliati per gli altri paesi dell'OCSE, questo tentativo di includere le "relazioni interpersonali" nel rapporto sul benessere dei bambini dovrebbe essere considerato come un primo passo verso il monitoraggio di questa dimensione del benessere dei bambini.
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