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BENESSERE NEL SISTEMA SCOLASTICO

Quadro comparativo del benessere dei bambini nel sistema scolastico nei paesi OCSE

La classifica che segue intende illustrare la prestazione di ogni paese sul piano del "benessere dei bambini nel sistema scolastico" in relazione alla media dei paesi OCSE presi in esame. I punteggi assegnati corrispondono alla media dei tre aspetti scelti per rappresentare questa dimensione del benessere dei bambini (vedi il riquadro più sotto). In questa graduatoria generale i paesi sono ordinati secondo la posizione di ognuno di essi rispetto alla media OCSE pari a 100.

Figura 3.0 Quadro comparativo del benessere dei bambini nel sistema scolastico nei paesi OCSE

La valutazione del benessere nel sistema scolastico

Una misura del benessere generale dei bambini deve comprendere la considerazione di come i bambini siano preparati dai sistemi dell'istruzione nei quali trascorrono una parte tanto importante della loro infanzia e dai quali una gran parte del loro futuro benessere probabilmente dipende. Idealmente, una misura del genere dovrebbe rispecchiare il grado in cui ogni paese rispetta i propri impegni ai sensi dell'articolo 29 della Convenzione sui diritti dell'infanzia che invoca " lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità ".

La figura 3.0 riunisce in una classifica dei paesi dell'OCSE i tre diversi aspetti scelti per rappresentare il benessere dei bambini nei sistemi dell'istruzione. Il Belgio e il Canada si piazzano ai primi posti della classifica. Invece il Regno Unito, la Francia e l'Austria, insieme ai quattro paesi dell'Europa meridionale, si trovano in fondo alla classifica. Ma il risultato più notevole è forse quello registrato per la Polonia, che occupa il terzo posto della classifica nonostante il fatto di essere di gran lunga il più povero dei 24 paesi elencati (con un PIL pro capite11 pari a meno della metà dei due soli paesi che la superano nella classifica).

Rendimento scolastico

Il primo aspetto scelto per rappresentare questa dimensione del benessere dei bambini è il rendimento scolastico dei giovani in lettura, matematica e scienze. Ciò è reso possibile dal Programma di valutazione internazionale degli studenti (PISA) dell'OCSE, che ogni tre anni misura " il grado in cui i sistemi dell'istruzione nei paesi partecipanti preparano i propri studenti all'apprendimento continuo e a svolgere ruoli costruttivi come cittadini nella società" 12. Per quest'indagine, circa 250.000 studenti in 41 paesi sono sottoposti ad un esame di due ore concepito per misurare le loro capacità nella lettura, nella matematica e nelle scienze. L'esame è elaborato da un gruppo internazionale di esperti che comprende sia datori di lavoro che pedagoghi, e si basa sulla capacità di applicare conoscenze basilari di lettura e scrittura, aritmetica e scienze alle esigenze della vita quotidiana.

La figura 3.1 combina i risultati in una classifica generale del rendimento scolastico.

Alcuni aspetti salienti:

 

Idealmente, una sintesi del benessere nei sistemi dell'istruzione avrebbe dovuto includere anche una misura del grado in cui i vari paesi dell'OCSE evitano che gli alunni con il minore profitto rimangano troppo indietro rispetto al livello medio di rendimento.

Questo problema è stato trattato nella Report Card n. 4 (2002), che ha rilevato ampie variazioni nello svantaggio educativo tra i paesi dell'OCSE. Lo stesso studio ha anche rilevato che elevati livelli assoluti di rendimento scolastico non sono incompatibili con bassi livelli di disparità relativa, vale a dire che i migliori sistemi d'istruzione consentono ai migliori alunni di sviluppare tutte le proprie potenzialità pur non consentendo agli altri di rimanere troppo indietro.

Oltre le conoscenze di base

Chi oggi cresce nei paesi OCSE ha a che fare con un mondo in cui la vita di tutti i giorni - lavoro e carriera, famiglia e vita domestica, finanza e banche, tempo libero e vita civica - diventa sempre più complicata. Questo comporta che coloro che hanno capacità e qualifiche minori dovranno subire uno svantaggio sempre maggiore. Le nozioni di base in lettura, matematica e scienze misurate nella figura 3.1 sono indispensabili per far fronte a queste esigenze. Ma per consentire ai giovani di affrontare le richieste di un mercato del lavoro in continua mutazione sono necessarie capacità sempre più avanzate.

Una misura delle capacità "oltre alle conoscenze di base" è presentata dalla figura 3.2 che mostra la percentuale di alunni che proseguono gli studi dopo l'età della scuola dell 'obbligo. Anche in questo caso, la metà superiore della classifica è occupata dai paesi dell'Europa settentrionale.

Il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro

Il successo con cui i giovani riescono ad affrontare la transizione dalla scuola al lavoro è il terzo aspetto scelto per rappresentare la dimensione del benessere nei sistemi dell'istruzione.

Ovviamente, la transizione verso il lavoro retribuito non dipende solamente dalle capacità e qualifiche acquisite a scuola, ma anche dalle opportunità di formazione e di impiego disponibili in seguito. Ciò nonostante, la transizione verso l'indipendenza economica è uno dei risultati più importanti dell'istruzione e costituisce una fase critica nella vita di quasi tutti i giovani. Per rappresentare questa transizione, sono stati selezionati due indicatori complementari.

Il primo di questi indicatori è la percentuale di giovani di età tra i 15 e i 19 anni che in ogni paese non frequenta la scuola, una formazione professionale oppure non lavora (figura 3.3a). Il secondo indicatore è la percentuale di giovani che in ogni paese alla domanda "Che tipo di lavoro ti aspetti di avere quando avrai circa 30 anni?", risponde facendo riferimento ad un'occupazione che richiede un basso livello di qualificazione (figura 3.3b). L'occupazione che richiede un basso livello di qualificazione è definita sulla base di un indice internazionale standardizzato ed è quella che "non richiede ulteriore formazione o qualifica".

I ragazzi che smettono di studiare che non seguono una formazione professionale, né sono impiegati sono ovviamente soggetti ad un maggiore rischio di esclusione o emarginazione.

La figura 3.3a è quindi fonte di preoccupazione per quei paesi che si trovano in fondo alla classifica, come Francia e Italia. L'esistenza di elevate percentuali di quindicenni che si aspettano di avere un lavoro scarsamente qualificato sembra essere anche una causa di preoccupazione per i mercati del lavoro nei quali molti posti di questo tipo sono minacciati dall'esternalizzazione, dall'innovazione tecnologica o da entrambe queste tendenze. In paesi come la Francia, la Germania e il Regno Unito, la proporzione di giovani che ha la prospettiva di un lavoro di qualifica non superiore alla minima è più del 30 per cento. Negli Stati Uniti è inferiore al 15 per cento. 

Prima infanzia

In questo tentativo di delineare un quadro generale del benessere dei bambini nei sistemi dell'istruzione nei paesi OCSE risulta con evidenza un'omissione.

Per vari decenni, la ricerca nel campo dell'istruzione ha costantemente segnalato che le basi dell'apprendimento si creano nei primissimi mesi ed anni di vita e che lo sforzo per dare ad ogni bambino il migliore possibile avvio nella vita deve essere iniziato molto prima degli anni dell'istruzione formale. Questa crescente consapevolezza, combinata con altri cambiamenti, come il rapido aumento della partecipazione delle donne nella forza lavoro e il netto incremento del numero di famiglie composte da un unico genitore, hanno fatto diventare la cura dei bambini uno dei principali problemi attuali per le famiglie e per i governi nei paesi dell'OCSE. Per gli stessi motivi, è necessario considerarlo anche un fattore fondamentale del benessere dei bambini nei sistemi dell'istruzione.

Purtroppo non sono disponibili dati adeguati e comparabili che consentano di inserire nella presente analisi una valutazione della qualità e della disponibilità della cura dei bambini nei vari paesi. Esistono statistiche internazionali che mostrano la percentuale di bambini di età tra 0 e 2 anni che frequenta strutture riconosciute di custodia dei bambini, ma questi dati sono più indicativi della disponibilità delle donne per il lavoro retribuito e non hanno molto da dire sulla qualità della custodia fornita. Inoltre non affrontano l'attuale e diffusa controversia sui benefici della custodia diurna dei bambini al di sotto dei due anni di età. Idealmente, sarebbe stato utile includere nell'analisi anche dati sulla custodia diurna o sulle scuole materne a disposizione dei bambini da 3 a 6 anni e questa è senza dubbio una direzione nella quale sviluppare ulteriormente l'analisi in futuro.

Sulla questione di come definire la "qualità della custodia dei bambini" esiste un consenso ampio ma vago. La valutazione fatta dall'OCSE sui servizi di custodia dei bambini ha descritto l'essenza di una custodia di qualità come "una stimolante, stretta, affettuosa e comprensiva interazione con i bambini". Una indagine simile condotta negli Stati Uniti è giunta alla conclusione che " un'interazione affettuosa, sensibile e attenta tra operatore e bambino è considerata il fondamento della qualità ", ma si tratta di una caratteristica che è altrettanto difficile da definire e misurare quanto lo è da produrre.


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