Schema dell'intervento

La relazione si sviluppa in otto punti, ciascuno presentato e documentato attraverso grafici e tabelle. Lo schema si articola come segue:

1. negli ultimi anni il tasso di immatricolazione è notevolmente cresciuto;
   
   
2. a questo risultato hanno contribuito l'avvio delle lauree triennali e la mancanza di un canale terziario non universitario di Alta Formazione Professionale, la grande assente in Italia rispetto al panorama del terziario negli altri Paesi;
   
   
3. la nuova e crescente propensione agli studi accademici si trasforma però in una dispersione molto alta, in particolare per gli studenti provenienti dagli istituti tecnici e professionali;
   
   
4. esiste quindi dal punto di vista formativo lo spazio per  un nuovo canale;
   
   
5. questo spazio esiste anche dal punto di vista del mercato del lavoro. Le lauree infatti risultano spesso sovradimensionate rispetto alle mansioni svolte (poco si sa ancora sulle lauree triennali );
   
   
6. posto quindi che un nuovo canale più che un'opportunità sembra essere una necessità , occorre individuare gli ambiti in cui , sia con riferimento al successo/insuccesso formativo, sia con riferimento all'inserimento nel mondo del lavoro,  sembra prioritario attivare nuovi percorsi di Alta Formazione Professionale;
   
   
7. facoltà tecnico-scientifiche come ingegneria destano poche preoccupazioni dal punto di vista dell'inserimento nel mercato del lavoro, mentre il problema si pone per le lauree di tipo umanistico; sembra pertanto necessario che l'Alta Formazione Professionale offra percorsi capaci di intercettare anche questo tipo di utenza, in modo da alleggerire corsi di laurea sovraffollati che sfornano potenziali disoccupati;
   
   
8. l'intervento si chiude con una sottolineatura dolente: stando ai dati OCSE,  i percorsi del terziario non universitario conoscono tassi di dispersione molto elevati e a volte superiori  a quelli delle lauree.