LA DIRIGENZA SCOLASTICA IN ITALIA

businessman standing  in the sea,  holding  sheets of paper  as. fotosearch  - search stock  photos, pictures,  images, and photo  clipartLa dirigenza scolastica in Italia, istituita con il comma 16 art.21 della legge 59/97, e successivamente specificata con gli artt. 25 e 29 del Dlvo 165/2001, ha avuto a riferimento:

il modello amministrativo-burocratico

E questo proprio quando in tutto il mondo si accentuava la funzione di “leadership educativa” nelle sue varie articolazioni.

Questo modello, che, per motivi puramente economici, si vorrebbe assumere in toto, ha approfondito il distacco fra insegnanti e dirigenti, oberati da compiti gestionali e contabili, che ben poco spazio lasciano alla funzione di promozione dell'apprendimento.

Ma non solo, prima della nuova qualifica, il titolo di studio e l'esperienza d'insegnamento caratterizzavano in modo specifico presidi e direttori didattici. Non sarebbe, ad esempio, mai capitato che un direttore didattico nella scuola elementare potesse andare ad insegnare in un liceo, ma neppure che un insegnante di greco e latino potesse insegnare in un istituto tecnico industriale. Questa specificità era una garanzia di maggiore coinvolgimento nelle questioni dell'apprendimento

Oggi la dirigenza scolastica, già “ferita” da dequalificanti sanatorie e da modalità concorsuali inadeguate, rischia di diventare una funzione esterna all'educazione.

Occorre pertanto ripensare come possa reggersi una scuola autonoma che deve assolvere molti compiti anche di tipo manageriale, che non possono gravare tutti sul capo d'istituto, che deve al contrario essere sgravato di molti compiti amministrativi per poter meglio assolvere alla funzione di “leader per l'apprendimento”.


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