INTRODUZIONE ALLA 2^ SESSIONE
di Norberto Bottani
Una sessione particolarmente critica, nella quale si valuteranno la politica, la strategia, il quadro d'insieme dell'istruzione tecnica e professionale in Italia, che costituisce davvero il tallone d'Achille del sistema formativo di questo Paese. Si diranno e si ripeteranno idee, proposte, soluzioni, concezioni, avvertimenti già esposti numerosissime volte da almeno una trentina d'anni. Eppure non se ne è fatto nulla. Da decenni l'OCSE richiama l'attenzione delle autorità italiane sull'impostazione errata e carente dell'istruzione e formazione professionale, ma tutto ciò cade nel vuoto, per cui si è costretti a ribadire e a ritornare su proposte illustrate moltissime volte, spiegate e rispiegate. C'è proprio di che arrabbiarsi. I dati statistici sullo stato della dispersione scolastica sono disastrosi. Due dati bastano |
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Due aneddoti |
Ecco un istituto che ha resistito nel tempo, che ha attraversato due secoli, che ha contribuito allo sviluppo del polo industriale di Torino, formando centinaia di tecnici iper-specializzati. L'evoluzione dei programmi d'insegnamento, dei corsi proposti dall'Istituto nel corso di duecento anni è quanto mai eloquente perché suggerisce molti spunti di riflessione sull'evoluzione dell'istruzione e formazione professionale in Italia. Un insieme di discipline e di conoscenze è scomparso nel corso di un secolo: il ruolo del disegno tecnico e industriale per esempio . Eppure il disegno tecnico e industriale rimane una componente molto importante nella formazione dei periti tecnici e oggi potrebbe essere rilanciato con l'uso delle nuove tecnologie . Ci sono dunque le radici. Non è vero che l'istruzione tecnico-professionale non ha una propria storia in Italia. Le radici ci sono ed occorre riscoprirle, valorizzarle. |
L'Italia è stata per secoli la culla mondiale degli specialisti del “trompe-oeil” , degli stucchi, ossia di un'arte vera e propria, di una abilità artigianale sopraffina, impostata sul disegno e su tecniche manuali eccelse. Se allarghiamo il concetto vi possiamo includere anche le grottesche. I due artisti si lamentavano della scomparsa di questo settore di formazione in Italia, della perdita di un patrimonio grandioso e avevano preso l'iniziativa di formare a loro spese giovanissimi a queste tecniche con lezioni impartite in casa al cui centro si poneva la calligrafia, la prospettiva, procedure messe a punto nel mondo italiano del Rinascimento. Anche questa tradizione è scomparsa e la principale scuola di “trompe-oeil” europea ora si trova a Bruxelles. |
In Italia c'erano le botteghe, c'era un'istruzione e formazione professionale che funzionavano, si erano sviluppate modalità di trasmissione dei saperi professionali, di acquisizione delle competenze pratiche e manuali. Questo mondo è sparito in un lampo, tra il 1900 e il 1950. Adesso si tratta di ricostruire una tradizione, di ritrovare pratiche mandate al macero, d'inventare ex-novo un universo che si è perso. Come questa mattina, la sessione si aprirà con l'analisi della situazione italiana a cura dell'ADi, Un figlio non voluto , narrata da Marco Marconi e Cristina Bignardi. Seguiranno le relazioni di Caecilia Baumgartner, direttrice dell'apprendistato nella Provincia autonoma di Bolzano, e di Malgorzata Kuczera , analista di politiche educative, all'OCSE. Caecilia ci illustrerà la situazione della formazione professionale e in particolare dell'apprendistato in una Provincia autonoma, quella di Bolzano, che si ispira più all'esperienza tedesca, austriaca e svizzera, che a quella italiana. Malgorzata ci fornirà invece il panorama internazionale dell'istruzione tecnica e professionale, rimarcando soprattutto le esperienze positive. |
La sessione si concluderà con le proposte dell'Adi, Strategie per un rilancio della cultura tecnica e professionale in Italia, nella narrazione di Marco Marconi e Cristina Bignardi. |