I MESSAGGI DEL FILM

La scelta di proiettare e discutere alcune scene del film La classe

E' parso opportuno ai responsabili dell'ADI inserire entro la 2^ sessione del seminario, la proiezione di alcune scene del film La classe. Un modo non rituale per affrontare il tema della crescente difficoltà degli insegnanti a costruire una buona relazione con gli studenti, a trovare modalità adeguate di comunicazione, a riuscire a coinvolgerli e appassionarli allo studio.

Il film Palma d'oro a Cannes nel 2008

“La classe” (titolo originale Entre les murs) è un film del 2008, vincitore della Palma d'oro come miglior film al 61º Festival di Cannes.

Diretto da Laurent Cantet, è tratto dal libro omonimo di François Bégaudeau, insegnante, che interpreta il ruolo del protagonista.

Insegnanti alle prese con la disciplina

Il film, come il libro, racconta l'anno scolastico di una classe di scuola secondaria nella periferia parigina, che comprende studenti francesi e stranieri, immigrati di prima o seconda generazione provenienti da diversi paesi. Il tema della disciplina sembra essere l'oggetto principale del film.

Di questo parlano gli insegnanti che continuamente discutono di sanzioni e della loro efficacia e spesso fanno ricorso al consiglio di disciplina.

Noia e ostilità durante le lezioni

Il film segue le lezioni del corso di lettere, mostra le difficoltà dell'insegnante e il comportamento ostile dei ragazzi che intervengono con domande marginali, discutono tra loro ignorando quel che succede in classe o disturbando, appaiono distratti e annoiati.

Pur con la consapevolezza di un inevitabile fallimento, l'insegnante mostra un'ammirevole perseveranza nel tentare continuamente di coinvolgere gli studenti e svolgere almeno parzialmente il suo ruolo.

Il simbolismo del titolo originale del film: “Tra le mura”

Il titolo originale del film (e del libro) significa “Tra le mura” e rimanda ad un mondo chiuso, destinato a ripetersi sempre uguale, ben rappresentato dalle scene finali relative all'ultimo giorno di scuola: la classe vuota con banchi e sedie rovesciate come al termine di una battaglia, e il cortile della scuola, recintato da alte mura come fosse quello di un carcere, dove studenti e insegnanti giocano una partita di calcio.

Il conflitto nella relazione educativa

Ad una lettura più attenta, tuttavia, il film rivela (e questo è ben evidenziato dalla sequenza delle nove scene selezionate) un conflitto più profondo, un difetto di comunicazione che nasce dall'incapacità dell'insegnante a cogliere le richieste che gli studenti rivolgono alla scuola e soprattutto a comprendere la distanza tra la relazione educativa che lui impone e quella che al contrario loro auspicano.

Simmetria e asimmetria nella relazione docente-studente

L'insegnante propone una relazione che è asimmetrica per quanto riguarda la forma e le regole, ma è simmetrica nei contenuti e nella pratica didattica. L'insegnante pretende rispetto, impone regole di comportamento, ma rivendica il ricorso a parole e azioni che non accetta dagli studenti.

Sui contenuti, invece, si pone spesso a livello degli studenti, sostiene l'inutilità di certe nozioni, esprime la stessa mancanza di convinzione. Gli studenti al contrario auspicano una relazione che dovrebbe essere asimmetrica sul piano dei contenuti e simmetrica per quel che riguarda le regole e la giustizia. Chiedono all'insegnante autorevolezza e preparazione, ma si aspettano anche rispetto e fiducia, un linguaggio che riconosce pari dignità (attenzione all'identità etnica, nessun sarcasmo) e un unico codice comportamentale.

Relazione e comunicazione : oltre il problema disciplinare

Nel film l'insegnante si mostra culturalmente impreparato (si vedano gli esempi sull'Austria e sullo spelling), eccessivamente disposto a parlare di aspetti personali o privati, sempre alla ricerca di conferme. Il contrasto tra i due diversi modi di intendere la relazione educativa è alla base dei conflitti che non possono essere affrontati come fossero sempre un problema disciplinare.

Di fronte a difficoltà che sono primariamente di comunicazione, l'insegnante usa il linguaggio, la continua ricerca sul piano dialettico del controllo della situazione, gli studenti invece reagiscono con il silenzio e il rifiuto di ogni collaborazione.

L'incapacità di interpretare cosa si agita nella classe genera rassegnata impotenza

L'incapacità di interpretare quanto accade all'interno della classe impedisce all'insegnante di conoscere e aiutare i suoi studenti. Rivelatore a questo proposito è l'episodio in cui una ragazza, Esmeralda, dichiara di considerare noiosi tutti i libri che l'insegnante ha proposto nel corso dell'anno, ma di aver letto con interesse la Repubblica di Platone che ha trovato tra i testi della sorella, studentessa universitaria.

Gli studenti scelgono figure di riferimento esterne alla scuola, seguono percorsi disordinati e imprevedibili, rivelano competenze e passioni che gli insegnanti non sanno cogliere, orientare, formare. Gli studenti sembrano destinati a una preparazione autonoma ma incompleta e superficiale, quasi certamente inutilizzabile; gli insegnanti continuano i loro tentativi per nuovi metodi didattici, ma sembrano rassegnati all'impotenza, all'impossibilità di trasmettere idee e passioni, all'inutilità dei loro sforzi.


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