Abstract della relazione di Michele Pasqualotto


Notizie sul relatore

Michele   Pasqualotto, è il responsabile di Data Giovani, un intraprendente centro di ricerca sui giovani italiani, creato nel 2010.

La   mission   di DATAGIOVANI è ambiziosa: un ambiente virtuale in cui dare spazio e voce ai giovani e dare suggerimenti e presentare proposte   perché il Governo centrale e quelli locali facciano di più per coloro che non solo dovranno   sostenere l'economia di domani   ma anche farsi carico delle   problematiche di un Paese sempre più vecchio.

Attraverso l'esame di dati statistici aggiornati, le indagini empiriche a campioni rappresentativi di soggetti e la consultazione dei social network, il gruppo di studio DATAGIOVANI vuole tentare di colmare un vuoto che esiste nella rappresentazione della società italiana.

Gli ambiti di ricerca di DATAGIOVANI sono principalmente:

  • •  Il mercato del lavoro
  • •  Il sistema dell'istruzione
  • •  Le strutture familiari e l'emancipazione giovanile
  • •  Gli aspetti sociali, della partecipazione politica e del volontariato
  • •  Necessità, bisogni e aspettative dei giovani

L'EVOLUZIONE DEI GIOVANI ITALIANI NEGLI ULTIMI 40 ANNI 

Tra declino demografico, passaggio all'età adulta

e rivoluzione delle relazioni sociali

I profondi mutamenti che hanno interessato la società italiana nel corso degli ultimi quarant'anni, unitamente ai cambiamenti epocali che hanno coinvolto il mondo contemporaneo ed alle straordinarie evoluzioni in campo tecnologico e soprattutto nel modo di comunicare, hanno riguardato anche le fasce più giovani della popolazione.

Attraverso molteplici fonti statistiche in un ampio spettro di contesti si è cercato di ripercorrere i principali cambiamenti nel modo di vivere ed interpretare il proprio tempo dei giovani nell'età della scuola secondaria superiore e le ripercussioni sui “giovani adulti”.

A livello demografico, dopo un declino pronunciato a partire dagli anni Ottanta e particolarmente consistente negli anni Novanta, il nuovo millennio e soprattutto gli anni più recenti hanno visto un leggero recupero della popolazione giovanile italiana, soprattutto nella fascia d'età dai venti a ventinove anni, grazie al contributo dei forti flussi immigratori che hanno caratterizzato in epoca recente il nostro Paese.

L'aumento della scolarità, i diversi modelli di riferimento e la crescita del benessere delle famiglie hanno determinato importanti cambiamenti nel modo di vivere dei giovani e nella transizione all'età adulta ed alla piena indipendenza, sia sociale che economica.

Negli anni Ottanta lasciavano il nucleo familiare dei genitori quasi quattro ventenni su dieci, oggi il tasso di uscita di casa è si è quasi dimezzato. Solo dopo i 25 anni si registrano le prime consistenti uscite di casa, spesso in concomitanza con il matrimonio o la convivenza.

Queste sono ovviamente conseguenze anche di percorsi di studio più lunghi che in passato, con un ingresso più tardivo e sicuramente più difficoltoso nel mondo del lavoro.

Dagli anni '80 ad oggi si registra il declino della fiducia nei confronti di molte istituzioni: insegnanti, polizia, militari di carriera, banche e uomini politici. Inoltre, l'atteggiamento di disgusto verso la politica da parte dei giovani è quasi raddoppiato. Gli ultimi dati riservano però qualche sorpresa: una crescita della fiducia attribuita soprattutto agli organi di controllo, mentre i mass media tradizionali perdono appeal, rimpiazzati dai new media.

In soli dieci anni la percentuale di utilizzatori di PC ed Internet con frequenza giornaliera tra i giovanissimi è aumentata di quasi il 50%. Non stupisce il fatto che l 'Italia sia uno dei Paesi al mondo con il più alto tasso di penetrazione di Smartphone, soprattutto nella fascia tra i 15 e i 24 anni. Così come è elevata anche la popolazione giovanile italiana del social network più famoso, Facebook: i giovani dai 13 ai 17 anni rappresentano il 13% di chi socializza on-line, il 23% ha tra i 18 e i 24 anni. Fermo restando che anche Facebook sta invecchiando, e molto più rapidamente dei giovani stessi.

Sempre più virtuale e sempre meno fisica la realtà dei giovani? Per certi versi parrebbe di sì, dato che nell'ultimo decennio diminuiscono i giovani che vanno in discoteca, così come quelli che si vedono tutti i giorni con gli amici…di persona.

Tutto ciò, proiettato su fasce un po' meno giovani, sotto i trentacinque anni (ma che comunque riflettono una condizione certamente di gioventù della popolazione dato l'innalzamento dell'età media degli italiani) non ha assunto contorni particolarmente edificanti: negli ultimi quarant'anni si è assistito sì ad un aumento del livello di istruzione, ma contemporaneamente ad un allontanamento nel tempo della creazione del proprio nucleo familiare rinviando l'uscita di casa (oggi oltre quattro Under 35 su dieci vivono ancora in casa con i genitori, uno su dieci negli anni Settanta), con l'esplosione della disoccupazione e dell'inattività, ed anche lo spirito imprenditoriale si è andato affievolendo.

Solo il 16% dei giovani fra i 15 e i 34 anni si ritiene oggi sereno e soddisfatto”.

Da più parti si sente dire che l'attuale generazione dei trentenni sarà la prima dal dopoguerra a cui si adatterà l'adagio “i figli staranno peggio dei padri”.

Sarà veramente così, o si tratta principalmente di una fase determinata dal ciclo economico negativo che da oltre un quinquennio attanaglia il Vecchio Continente e gran parte delle altre economie avanzate?

La ricerca vuole provare a far riflettere su tutti questi cambiamenti, sottolineando anche aspetti positivi, come le nuove relazioni sociali innescate dai social media che offrono nuove e maggiori opportunità di interazioni tra i giovani, o la crescita dello spirito di aiuto verso gli altri, testimoniato dalla crescita della partecipazione del volontariato proprio tra i più giovani.


indice della pagina Torna ad inizio pagina